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direttore Paolo Pagliaro

'I Bonobo': commedia irriverente, risate assicurate

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

 'I Bonobo': commedia irriverente, risate assicurate

TEATRO ROMA OSPITA “I BONOBO”: COMMEDIA IRRIVERENTE, RISATE ASSICURATE

Uno dei più importanti ed esilaranti successi francesi per la prima volta in una versione tutta italiana. Teatro Roma (via Umbertide 3, P.zza S. Maria Ausiliatrice) ospita fino al 19 novembre “I Bonobo” di Laurent  Baffie, adattamento e regia di Virginia Acqua. Sul palco troviamo Fabio Ferrari, Gianluca Ramazzotti, Giorgio Borghetti, Milena Miconi, Jun Ichicawa, Stefania Papirio. “I Bonobo” è una commedia irriverente, al di là dei classici stereotipi, con un linguaggio divertente che farà ridere a crepapelle delle vicende dei tre protagonisti maschili, tre adorabili canaglie, per i quali vi sarà impossibile non parteggiare.  Andrea, cieco, Daniele, sordo e Leonardo, muto, sono tre amici d’infanzia disabili, che incarnano in tutto e per tutto la saggezza delle tre famose scimmiette. Stanchi per la loro disabilità, di fare sesso a pagamento, perché impossibilitati a sedurre delle vere donne, decidono di mettere un annuncio in una chat per incontrare delle ragazze, elaborando un piano per nascondere il loro handicap e abbordarle tranquillamente senza che queste si rendano conto della loro disabilità. Grazie a questo piccolo stratagemma e ad un sito di incontri creato dai tre uomini, i tre si alternano nei tre differenti appartamenti per incontrare le tre donne, Tina, Angelica e Giulia che si sono iscritte alla chat. Per non far scoprire le loro disabilità i tre uomini inventeranno i più incredibili stratagemmi che permetteranno a Leonardo il muto di parlare ad Andrea il cieco di vedere e a Daniele sordo di sentire. Ma malgrado questo, niente andrà come previsto. Info e prenotazioni:  Tel. 06 785.06.26  https://www.ilteatroroma.it/ Orario Spettacoli: dal Martedì al Venerdì: ore 21.00, secondo Giovedì di spettacolo ore 19.00, 1° e 2° sabato di spettacolo ore 17.00 ed ore 21.00. Domenica ore 17.30. (PO / red)

 “UOMINI E NO” DI CARMELO RIFICI, IN PRIMA NAZIONALE AL PICCOLO TEATRO

 Carmelo Rifici dirige “Uomini e no”, uno spettacolo con la drammaturgia di Michele Santeramo, tratto dal romanzo di Elio Vittorini, pubblicato nel 1945. La prima produzione della stagione 2017/2018, firmata Piccolo Teatro, vede muoversi, nello spazio del Teatro Studio Melato, scenograficamente tagliato da un tram d’epoca spaccato in due (una soluzione scenica ideata da Paolo Di Benedetto), una compagnia di attori, neodiplomati della Scuola di Teatro ‘Luca Ronconi’. Hanno la stessa età dei giovani che, nel libro, attraversano Milano tra la primavera e l’autunno del 1944. “Uomini e no” racconta, infatti, le vicende di un gruppo di partigiani impegnati in una serie di azioni di contrasto all’occupazione nazifascista della città: sono ragazzi intorno ai vent’anni, scaraventati nella tragedia della guerra civile, in un mondo reso profondamente caotico dal conflitto. Eppure, incredibilmente, gli eventi tragici da cui sono travolti regalano a quei giovani una sorta di stupore, di meraviglia, nell’amore, nell’amicizia, nei rapporti umani: un incanto ingenuo, una tenerezza, che la furia della Storia non inquina, uno sguardo forse coerente con un’epoca così complessa come la prima metà del Novecento ma oggi irrimediabilmente perduto.  Tutt’intorno, Milano, una città che non esiste più, ferita dalla guerra, invasa dalle macerie, ricamata dalle rotaie sulle quali sferragliavano i tram e dalle traiettorie imprecise delle biciclette, in un gioco di parallelismi tra quei luoghi com’erano visti e vissuti dai partigiani ieri e come lo sono oggi da noi. Milano è il luogo realistico e metaforico insieme sul quale la Storia marcia implacabile, sfiorando le umane vicende di ragazzi, dietro ai quali si cela ogni tanto lo stesso Vittorini, impegnato a combattere contro un se stesso sempre meno umano. Lunedì 27 novembre, alle ore 19.30, “Uomini e no” sarà all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. La mise en espace, a cura di Carmelo Rifici, con gli attori dello spettacolo Salvo Drago, Caterina Filograno, Marta Malvestiti e Marco Risiglione,  è uno degli appuntamenti del ciclo “Milan, ville en mouvement” ed è organizzata in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano.  A margine dello spettacolo, nel weekend del 4 e 5 novembre, un tram speciale accompagnerà il pubblico attraverso i luoghi del romanzo, per rileggere, grazie alle parole di Vittorini, la Milano di allora e quella di oggi. /PO /( Red)

 EUGENIO FINARDI: AL VIA IL 3 NOVEMBRE IL NUOVO SPETTACOLO TEATRALE “FINARDIMENTE”

#Finardimente: una parola composta che è insieme un avverbio, un nome, un verbo. Tre modi per rispondere al dubbio su cosa sia la Verità nell’Arte. Questo sarà il nuovo show tra musica e parole di Eugenio Finardi dove il cantautore cercherà di svelare la sua verità dietro ogni forma di rappresentazione artistica con un racconto sincero e sfacciato delle emozioni di intere generazioni e, ovviamente, la sua musica. Queste le prime date confermate di #Finardimente: 3 novembre a Ferrara al Teatro Estense; il 16 dicembre a Tortona (AL) al Teatro Civico; il 20 gennaio a Policastro Bussentino (Salerno) al Teatro Di Benedetto. Dopo il successo dei suoi precedenti lavori “Acustica”, “Suono”, “Il Silenzio e Lo Spirito” e “Parole e Musica”, EUGENIO FINARDI torna sul palco con un nuovo progetto in cui scava ancora di più nel senso profondo delle canzoni e del motivo per cui l’unione tra l’Assoluto della Musica e L’Assolutamente Soggettivo delle Parole riesce a creare emozioni condivise, che superano in intensità la somma dei singoli fattori. Due le esperienze recenti di Finardi che hanno costituito la scintilla creativa dell’inedito spettacolo °Finardimente: da una parte il suo “ripercorrere i luoghi della memoria” in senso proustiano, attraverso il fortunato progetto “40 anni di Musica Ribelle”, che ha permesso al cantautore di riaprire un archivio musicale e umano riscoprendo il “sé” ragazzo, prima della grande popolarità. La stessa persona di oggi, certo, eppure al contempo qualcuno che non esiste più. Dall’altra parte, la recente realizzazione di un musical ispirato alla sua musica e vita, che gli ha permesso di osservare una rappresentazione “esterna” di sé. Il Finardi percepito dagli altri, un Finardi vero sicuramente, eppure inesistente se non nella mente di chi si è costruito un’idea di lui. «Sempre più spesso - dichiara Eugenio - quando le persone mi aspettano per un saluto a fine concerto, mi ringraziano per ciò che ho rappresentato nelle loro vite. Da ragazzo questa cosa mi inorgogliva, adesso invece sento principalmente gratitudine e rispondo che sono io a ringraziare loro perché è attraverso la loro percezione che sono diventato la persona che sono». Inserito in una scenografia calda e discreta e accompagnato da una formazione inusuale e raffinata (chitarra, violoncello e percussioni) Finardi darà libero sfogo alle sue doti di affabulatore per accompagnare il pubblico in un percorso di racconti e considerazioni che toccheranno temi universali ma anche aneddoti intimi, generando un’ampia tavolozza di emozioni, dalle risate alla commozione. In scaletta, insieme ai brani fondamentali della sua lunga carriera, anche alcune chicche mai eseguite dal vivo, che ciononostante sono diventate nel tempo dei classici, come “Il Vecchio Sul Ponte” e “Shamandura”. Ma Eugenio si sentirà anche libero di improvvisare lasciandosi influenzare dall’atmosfera e dalle suggestioni del pubblico. Sul palco insieme a lui, Giovanni “Giuvazza” Maggiore alle chitarre, Claudio Arfinengo alle percussioni e Federica Finardi Goldberg al violoncello.(red)

 AL TEATRO GHIONE DAL 24 OTTOBRE AL 5 NOVEMBRE “RECITAL”

Dal 24 ottobre al 5 novembre va in scena al Teatro Ghione di Roma Recital di Gianfranco Jannuzzo e Renzino Barbera. “Ho  sempre  cercato di raccontare gli italiani attraverso l’uso dei nostri dialetti, convinto, come sono, che essi abbiano,  per  la  loro naturale immediatezza, spontaneità, ricchezza  di sfumature, una forza di comunicazione straordinaria e che rivelino, quasi sempre, il carattere, l'intima indole  di chi li adopera: Veneti, Calabresi, Liguri o Campani che siano. Siamo tutti orgogliosi di essere Lombardi o Lucani, c’è sempre in tutti noi tanto sano campanile, ma alla fine siamo semplicemente orgogliosi di essere Italiani spiega Gianfranco Jannuzzo. “Recital – continua - è uno spettacolo nel quale accanto a quelli che considero i miei cavalli di battaglia presento alcuni brani inediti. Racconto la mia Sicilia, così come l'ho vissuta e conosciuta; la Sicilia che ho imparato ad amare   grazie all'amore che ne avevano e ne hanno i miei genitori. Una Sicilia allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, solare e introversa, indolente e attiva. Isola, forse, ma sicuramente Ponte per mille culture. Ne racconto le contraddizioni. La Sicilia ricca, fertile e ubertosa di Federico II  Stupor Mundi e la Sicilia umiliata, ferita e vilipesa  delle stragi e dei caduti  Orror Mundi. E raccontando la Sicilia racconto gli italiani che con il nostro straordinario senso dell’ umorismo sappiamo ridere di tutto e di tutti  e soprattutto, cosa ancora più importante, di noi stessi”. Appuntamento a via delle Fornaci 37, dal martedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.00. (red)

 ASCANIO CELESTINI PRESENTA "PUEBLO" AL TEATRO VITTORIA

Dopo aver presentato Laika nel 2015, Ascanio Celestini torna al Romaeuropa Festival al Teatro Vittoria per presentare, in prima nazionale il 24 ottobre, la seconda tappa della sua trilogia. PUEBLO è la nuova produzione dell’istrionico artista, fra i più rappresentativi del teatro di narrazione. Ambientazioni dello spettacolo sono gli stessi luoghi in cui palpitava la vita della sua precedente creazione: la periferia, il bar, il supermercato, il marciapiede. «C’è un supermercato, un grande magazzino dove lavorano facchini africani. C’è un condominio nel quale vive il personaggio che racconta la storia. Ma se in "Laika" racconta ciò che vede, in questa seconda parte della trilogia accade il contrario: guarda e immagina la storia dei personaggi. In "Laika" si racconta il mondo, in "Pueblo" il mondo è tutto nella testa. Ma c’è poi tanta differenza?» si domanda Celestini. Ed è in questi spazi reali e immaginari che vive Valentina, giovane cassiera che sogna di essere regina di un reame popolato dalle storie feroci e poetiche di altrettanti personaggi disillusi e traditi dalla vita. Voci differenti s’incontrano all’interno di un bar per ritrarre un universo fatto di povertà, ma capace di brillare come un diamante di rara bellezza o un mondo senza Dei -come quello di Laika– in cui, nonostante tutto, molti miracoli dovranno accadere. Ad accompagnare questa nuova narrazione sono le musiche originali composte da Gianluca Casadei: «Sto in scena con Gianluca da molti anni. Lui suona ma scrive come un drammaturgo. Io racconto ma cerco di improvvisare come un musicista. Io penso che le due cose siano una sola (…) Nella musica, per quanto la si associ sempre alla matematica, accade qualcosa di simile. Lo strumento è l’arco del cacciatore. Il tempo non lo dà l’orologio, ma l’animale che stai seguendo. E nel mio teatro cerco di fare lo stesso. Non ho un testo a memoria. Mi muovo anche io dietro a una bestia» dichiara ancora Ascanio. Pueblo è un nuovo ritratto dei margini della società, un invito per lo spettatore a identificarsi con i suoi protagonisti: personaggi che, al di là della loro particolare condizione sociale, come tutti noi, affrontano la propria condizione di esseri umani. (red - 20 ott)

 

 

 

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