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Evasione fiscale
tema non pervenuto

Evasione fiscale <br> tema non pervenuto

di Paolo Pagliaro

(3 novembre 2017) Oggi l’editoriale del Corriere della Sera è una desolata corrispondenza da un quartiere della periferia romana. I marciapiedi dissestati, le sterpaglie un po’ dappertutto, qualche alberello stento, i cassonetti dell’immondizia sbilenchi e mezzo bruciati, ogni muro imbrattato dalle solite scritte smisurate. E soprattutto silenzio e solitudine. Riflettendo su ciò che ha visto e ci racconta, Ernesto Galli Della Loggia si chiede quanti uomini politici hanno mai messo piede in quel quartiere, da soli e magari di notte. Se lo avessero fatto – scrive – davanti a loro si sarebbe stagliata netta e tangibile la questione dell’inuguaglianza e dunque dell’ingiustizia. Galli Della Loggia pensa sia stato un errore privare i comuni della risorsa rappresentata dall’imposta sulla prima casa ed elenca i possibili rimedi. Uno in particolare: obbligare tutti, ma proprio tutti, a pagare le tasse.

Con ciò centrando uno dei mali endemici del nostro Paese, dove ogni anno vengono sottratte a tassazione risorse che variano tra i 100 e i 140 miliardi. Sull'evasione fiscale ormai si sa tutto: a quanto ammonta, chi evade, chi evade di più e chi di meno, quanto ne risentono le principali imposte. L'Iva stando ai dati, è ai primi posti tra i tributi evasi, attorno ai 35 miliardi.

Nel libro “Colpevoli evasioni” pubblicato in questi giorni dall’Università Bocconi, l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco spiega che nell’era della telematica, con l’incrocio delle banche dati, esistono rutti i presupposti tecnici per sconfiggere e comunque ridurre drasticamente il fenomeno. Ma non lo si fa per ragioni politiche, per la paura di perdere consensi e voti. Vedremo che posto e che concretezza occuperà la lotta all’evasione nella prossima campagna elettorale. Per ora la questione risulta non pervenuta.

(© 9Colonne - citare la fonte)