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COSA NOSTRA, SI APRE LA SUCCESSIONE A RIINA

COSA NOSTRA, SI APRE LA SUCCESSIONE A RIINA

Salvatore Riina, il capo dei capi, è morto questa mattina intorno alle 3.30 nel carcere di Parma. Con lui “muore un feroce criminale ma non la mafia” come dicono commentando la notizia sia Maurizio Gasparri, di Forza Italia, che Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana: una coincidenza curiosa quanto significativa di quanto sdegno e preoccupazione oggi accomunino in maniera bipartisan anche la politica italiana. Riina, sottoposto al rigore del 41 bis da ben 24 anni, era considerato tuttora il capo indiscusso di Cosa nostra. Totò "U curtu" stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, la morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino, e quelli del ’93, nel Continente.  A 87 anni, e nonostante la detenzione, era ancora considerato il vero capo di Cosa Nostra, motivo per cui ora potrebbe aprirsi, all’interno delle cosche mafiose, un problematico processo di successione. Lo sa bene un siciliano come Renato Schifani: "Nel giorno della morte di Riina, torna vivo tutto il dolore per coloro che hanno perso la vita lottando contro di lui e contro il sistema criminale che aveva creato: Falcone, Borsellino e i ragazzi della loro scorta in primis; poi Michele Reina, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa e tutte le altre vittime di questo efferatissimo capo dei capi che ha dichiarato guerra allo Stato e ha perpetrato una serie di delitti infami di cui molti, ancora oggi, avvolti dal mistero. Ora si apre la successione per il comando di Cosa Nostra, con la certezza che con Riina verrà sepolta una delle stagioni più buie della storia recente di questo paese e che la lotta alla mafia nel nostro paese non troverà mai sosta alcuna”. Mentre il suo successore sullo scranno più alto del Senato, Pietro Grasso, ex procuratore antimafia, scrive che la morte di Riina “porta con sé molti misteri che sarebbero stati fondamentali per trovare la verità su alleanze, trame di potere, complici interni ed esterni alla mafia, ma noi, tutti noi, non dobbiamo smettere di cercarla”. Anche secondo il Movimento 5 Stelle “resta il rammarico di non aver ancora scoperto i tanti segreti della vita pubblica italiana che si sta portando nella tomba. Ora, però, chiediamo a magistrati e forze dell'ordine massima attenzione su quanto si muoverà dentro Cosa nostra, in particolare su tutti quei boss storici che stanno uscendo dalle carceri: sono più di 200 solo negli ultimi 3 anni. Riina era ancora considerato il capo di tutti i capi della mafia siciliana e da oggi, quindi, potrà, secondo le regole di Cosa nostra, essere 'legittimamente' sostituito".

(Sis) 

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