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direttore Paolo Pagliaro

Lo strappo di Scalfari
che sceglie Berlusconi

Lo strappo di Scalfari <br> che sceglie Berlusconi

di Paolo Pagliaro

(22 nvovembre 2017) Per il quotidiano La Repubblica, il secondo più diffuso in Italia, in queste ore c’è stata una doppia rifondazione.  La prima riguarda l’aspetto grafico e i contenuti.  La Rete - spiega il direttore Mario Calabresi - ci bombarda di notizie ma non ha il tempo e le risorse per spiegare in modo approfondito perché accadono le cose. Un giornale oggi ha senso se spiega i contesti, se va alla radice dei problemi, se indica le conseguenze dei fatti e le possibili soluzioni.
Ha senso se può offrire ai lettori materiali di riflessione, analisi e punti di vista. Se - forte di un’identità chiara e riconoscibile - può svolgere una funzione fondamentale per la democrazia, e cioè la critica. Per questo la Repubblica raddoppia  lo spazio destinato alle analisi e i commenti, isola i due fatti che ogni giorno meritano di essere approfonditi, dedica una pagina alle proprie campagne giornalistiche, ridisegna la grafica e rinnova il format digitale.
Ma c’è una seconda svolta, di tutt’altro genere, che ha riguardato Repubblica, un prodotto editoriale che nei suoi 40 anni di vita si è spesso proposto come giornale-partito e negli ultimi venti è stato il punto di riferimento per gli oppositori di quella cultura politica che va sotto il nome di berlusconismo.
Ieri sera su La7 Giovani Floris ha chiesto al fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, a chi affiderebbe il Paese dovendo scegliere tra Di Maio e Berlusconi, e Scalfari ha risposto che sceglierebbe Berlusconi.
Forse lo ha detto perché all’incognita rappresentata dai 5 Stelle gli sembra preferibile l’alternativa destra-sinistra persino in assenza della sinistra.  Forse lo ha detto per altre ragioni, che spiegherà ai lettori.
Fatto sta che lo strappo del fondatore con la storia del suo giornale c’è stato e non poteva essere più clamoroso. 

(© 9Colonne - citare la fonte)