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POVERTA’, ISTAT: AL 20% PIÙ POVERO 6% REDDITO TOTALE

POVERTA’, ISTAT: AL 20% PIÙ POVERO 6% REDDITO TOTALE

(6 dicembre 2017) Per misurare la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi è possibile ordinare gli individui dal reddito equivalente più basso a quello più alto e classificarli in cinque gruppi (quinti). Il primo quinto comprende il 20% degli individui con i redditi equivalenti più bassi, il secondo quelli con redditi medio-bassi e così via fino all’ultimo quinto, che comprende il 20% di individui con i redditi più alti (Figura 5). La distribuzione del reddito totale nei quinti fornisce, dunque, una prima misura sintetica della disuguaglianza. Nella situazione ipotetica di perfetta eguaglianza, ogni quinto della popolazione disporrebbe di una quota di reddito pari al 20% del totale. Se si fa riferimento alla distribuzione dei redditi individuali equivalenti, senza la componente degli affitti figurativi, si nota che il 20% più povero della popolazione dispone soltanto del 6,3% delle risorse totali, mentre all’opposto il quinto più ricco possiede quasi il 40% del reddito totale (equivalente); in altri termini, il reddito totale dei più benestanti è pari a 6,3 volte quello degli individui appartenenti al primo quinto. L’inclusione degli affitti figurativi riduce la distanza fra ricchi e poveri, portando i cittadini più ricchi a percepire nel complesso un reddito pari a 5,3 volte quello degli appartenenti al primo quinto. La crescita del reddito in termini reali osservata nel corso del 2015 è associata a un aumento della disuguaglianza, su cui hanno inciso in misura rilevante le dinamiche delle diverse tipologie di reddito: in particolare, si osserva un marcato incremento dei redditi da lavoro autonomo per il quinto più elevato (+11,2%), che ha portato il reddito del 20% più ricco da 5,8 a 6,3 volte il reddito del quinto più povero tra il 2014 e il 2015. Infatti, il peso della componente del reddito da lavoro autonomo nel quinto più ricco cresce dal 21,4% del 2014 al 23,1% del 2015. La crescita del reddito medio nei due quinti centrali è invece trainata dalla dinamica dei redditi da lavoro dipendente, cresciuti in media rispettivamente del 7,7% e del 2,6% per il terzo e il quarto quinto della popolazione.

 

http://www.istat.it/it/archivio/207031

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