Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Milano: i “martiri”
di Mounir Fatmi

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Milano: i “martiri” <br> di Mounir Fatmi

MILANO: I “MARTIRI” DI MOUNIR FATMI

Fino al 7 gennaio la galleria Officine dell’Immagine di Milano ospita la più ampia personale mai realizzata in Italia di Mounir Fatmi (Tangeri, 1970). Molto noto a livello internazionale, Fatmi è tra i protagonisti dell’attuale Biennale di Venezia. Durante l’inaugurazione, oggi, dalle 19, si terrà una performance costruita attorno all’installazione Constructing Illusions. Artista poliedrico, Fatmi si relaziona costantemente con temi di attualità come l’identità, la multiculturalità, le ambiguità del potere e della violenza. Negli anni è riuscito a rinnovarsi costantemente, esplorando una molteplice varietà di linguaggi stilistici che vanno dal video all’installazione, dalla fotografia alla performance. La mostra milanese, dal titolo Transition State, presenta, tra gli altri, Martyrs, un dittico realizzato su neri pannelli di legno la cui superficie è tagliata da una moltitudine di linee che sembrano muoversi come ferite sulla pelle di un corpo. E ancora il tema del martirio torna anche nel video The Silence of Saint Peter Martyr (2011), con protagonista San Pietro Martire, anche noto come Pietro da Verona, un prete del XIII secolo appartenente all’Ordine dei Domenicani, che fu giustiziato atrocemente a causa della sua forte opposizione agli eretici. La quiete della scena, che vede il soggetto muovere lentamente il dito mimando il pacifico gesto del silenzio, si contrappone violentemente all’audio del video stesso, disturbante e aggressivo. 

FIRENZE: I NIPOTI DEL RE DI SPAGNA

La mostra “I nipoti del re di Spagna: il ritratto di Federico e Maria Anna di Lorena di Anton Raphael Mengs”, fino al 7 gennaio a Firenze, a Palazzo Pitti, presenta il recente acquisto di un importante dipinto di Anton Raphael Mengs (Aussig, 1728 – Roma, 1779) da parte delle Gallerie degli Uffizi. La tela raffigura due dei figli di Pietro Leopoldo di Lorena, Federico e Maria Anna, vestiti in abito contemporaneo e colti in un interno di Palazzo Pitti. Eseguito durante il soggiorno fiorentino dell’artista, all’inizio degli anni Settanta del Settecento, il quadro non venne mai concluso; trattenuto dal pittore passò in eredità alla figlia, finché di recente è stato riscoperto presso un suo discendente. L'opera viene messa a confronto con la versione del ritratto dei giovanissimi figli di Pietro Leopoldo realizzata da Mengs nella medesima occasione per il nonno materno Carlo III, re di Spagna, raffigurante i principini in abito di corte spagnolo (Madrid, Prado), oltre che con un ritratto del loro fratello Francesco, futuro imperatore d’Austria, di Johann Zoffany (Francoforte sul Meno 1733 – Strand on the Green, 1810). Ciò per mettere in evidenza il modello ritrattistico espresso da Mengs nel nuovo dipinto delle Gallerie degli Uffizi, "illuminato" e vicino alla impostazione di Zoffany che pochissimi anni dopo ritrasse la famiglia lorenese regnante per la nonna paterna, l’imperatrice consorte Maria Teresa d’Austria, sempre a Palazzo Pitti, ma in abiti moderni e circondati da oggetti di studio e da libri. Un nuovo e moderno modello ritrattistico quindi che, pur sempre all’interno dell’Antico Regime, contrappone gl’infanti madrileni ai giovani, illuminati principi viennesi.

PISTOIA: LA FALCONIERA DI GIOVANNI BOLDINI

 In occasione di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, presso il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi, fino al 6 gennaio, è allestita la mostra “Giovanni Boldini. La Stagione della Falconiera”. Il titolo della mostra prende ispirazione da un ciclo di pitture murali a tempera che Giovanni Boldini ha eseguito durante il suo periodo toscano, sul finire degli anni sessanta dell’Ottocento, presso la Villa La Falconiera, che apparteneva allora alla mecenate inglese Isabella Falconer. Questo ciclo di pitture murali di cui per diverse vicissitudini dopo l'esecuzione nel 1868 si perse subito la memoria, rappresenta un unicum in Europa, non solo per quanto riguarda la produzione artistica del grande pittore ferrarese, ma in generale della corrente macchiaiola, alla quale il Boldini aderì, in modo personalissimo, prima del suo trasferimento a Parigi (1871), dove era destinato a diventare il più importante ritrattista internazionale e icona stessa della Belle Époque. Il ciclo di pitture murali oggi è interamente custodito all’interno dei Musei dell’Antico Palazzo dei Vescovi. La riscoperta delle pitture si deve a Emilia Cardona Boldini, giovane vedova nonché prima biografa del maestro. 

ROMA: I LETTORI DI STEVE MCCURRY

La mostra “Leggere” di Steve McCurry, uno dei fotografi più amati in Italia, è la prima esposizione ad inaugurare Wegil a Roma. Oggi, infatti, la Regione Lazio riapre al pubblico l’ex GIL, lo storico palazzo di Trastevere che ora sposa le forme razionaliste (in ossequio delle quali l’architetto Moretti intese realizzarlo, nel 1933) e l’innovazione dei nostri giorni. L’esposizione, allestita da domani nal 7 gennaio, rende omaggio all’atto della lettura, raccogliendo per la prima volta una selezione di scatti che ha per protagonisti i lettori, lettori provenienti da ogni angolo del pianeta: zone di guerra, strade isolate, angoli della città o della propria casa. Il nuovo nome di quello che si propone come un hub culturale a disposizione della città è qundi Wegil, dove we (noi) si oppone all’Io sovraesposto della nostra quotidianità, proponendo implicitamente il concetto di “apertura”. Dopo la chiusura, avvenuta nel 1976, l’immobile, situato nel cuore del rione Trastevere, finalmente ha una sua nuova identità ed un’immagine coordinata, con riferimento al tema prevalente della cultura, dell’inclusione e della partecipazione. Si tratta di uno spazio culturale polivalente e creativo, nonché un luogo rappresentativo delle eccellenze culturali, turistiche e, grazie alla collaborazione con Arsial, enogastronomiche del territorio del Lazio. L’imponente edificio di epoca razionalista diventa quindi un contenitore privilegiato per mostre, spettacoli, eventi e cultura. Il palazzo è composto da due corpi di fabbrica suddivisi su più piani: l’obiettivo della Regione Lazio è farlo diventare un luogo di riferimento per rappresentare le eccellenze del territorio, attraverso una proficua collaborazione con associazioni, terzo settore, università, enti di ricerca ed imprese.

 

BELLINZONA: DAUMIER, DALLE VIGNETTE DELL’800 A CHARLIE HEBDO

Si tiene fino al 7 gennaio, al Museo Civico di Villa dei Cedri a Bellinzona in Canton Ticino, la mostra “Honoré Daumier: attualità e varietà” dedicata alla figura di Honoré Daumier (1808-1879) la cui produzione si colloca, insieme a Courbet e Millet, fra i pionieri del Realismo, movimento culturale erede del Positivismo, sviluppatosi in Francia intorno al 1840. La realtà umana è il cuore della sua opera: la poesia sociale disegnata nelle stampe popolari da Daumier trova larga diffusione grazie alla riproduzione litografica su larga scala: l’artista, fra polemica e ironia, illustra e commenta la vita difficile dei poveri che dagli scantinati spiano i passi eleganti dei signori, o che dagli abbaini teneramente guardano la luna. L’artista è anche un grande divulgatore di idee, un giornalista che usa l’immagine al posto della parola, un vignettista di satira politica che, come i suoi colleghi di oggi, reagisce all’attualità. L’armata di nuovi poveri che, come ai tempi di Daumier, abita oggi le strade di tante capitali europee è la preoccupante conferma del fatto che i problemi sociali di cui l’artista si faceva testimone non sono ancora risolti. Filo rosso di tutta la mostra è anche il tema della nascita della stampa satirica: nei primi anni Trenta Daumier produce una novantina di litografie per La Caricature, primo giornale satirico al mondo, chiuso nel 1835. In seguito collabora con Le Charivari, nato nel 1832 e attivo per oltre un secolo. Come non pensare oggi alle drammatiche vicende legate a Charlie Hebdo o alle caricature di Maometto comparse in Olanda?

MASSA: MONETE DALLA TOSCANA DEL ‘300

In Maremma si ricorda il Grosso Massetano, la moneta d’argento che Massa coniò dal 1317 al 1318  di cui quest’anno si celebrano i 700 anni. Una ricorrenza molto importante per questa città dalla storia millenaria legata allo sfruttamento delle miniere delle Colline Metallifere, che ha visto nel corso dell’anno il susseguirsi di molti eventi e iniziative. Uno di questi è la smostra “Monete e zecche nella Toscana del Trecento” allestita presso il Museo di San Pietro all’Orto aperta fino al 31 dicembre, che raccoglie tutti gli esemplari ancora esistenti del Grosso ma anche tutte le principali monete circolanti in Toscana tra Duecento e Trecento. 

 

MILANO: LEONARDO DA VINCI SCULTORE

Leonardo da Vinci torna a Milano con una straordinaria opera scultorea proposta per la prima volta al pubblico italiano in una mostra inedita, fino al 23 dicembre, presso il Palazzo delle Stelline, nella sede dell’Institut Francais. La mostra “Leonardo scultore” ruota intorno all’opera “Horse and Rider”, una scultura di straordinaria rilevanza internazionale, esposta con un ampio corredo di materiali. Accanto a quest’opera, il pubblico può ammirare anche una seconda scultura del genio fiorentino, la Testicciola di terra, che presenta elementi comuni alla prima: entrambi i lavori provengono da collezioni private, non sono mai stati esposti in Italia, e portano una particolare firma di Leonardo: una L maiuscola e una V rovesciata, sigla ideata dal Vinciano, riscontrata su un foglio del Codice Ashburnam. L’opera Horse and Rider torna dunque a casa, esposta in uno dei perimetri cittadini più frequentati da Leonardo durante il suo soggiorno milanese: il maestro lavorava assiduamente al cantiere del Cenacolo e, nel tempo libero, attraversava la strada per raggiungere la Casa degli Atellani, confinante con l’attuale Palazzo delle Stelline, dove si rilassava passeggiando tra i filari della vigna donatagli da Ludovico il Moro nel 1498. La stessa vigna poi confiscatagli dal Re di Francia nel 1502 e infine restituitagli, nel 1507, dal Governatore francese Charles D’Amboise, suo amico ed estimatore, al quale è dedicata l’opera scultorea Horse and Rider, che ritrae il Governatore fiero e altero in sella al suo destriero e realizzata dal maestro fra il 1508 e il 1511.

 

TRENTO: LE FOTO DI FEDERICO VENDER

Prosegue fino al 7 gennaio l’esposizione “Sul set. Fotoromanzi, genere e moda nell’archivio di Federico Vender”, a Palazzo delle Albere, a Trento. La mostra, ideata e realizzata dalla Soprintendenza per i beni culturali, di concerto con il Servizio Attività culturali e l’Ufficio per il Sistema Bibliotecario trentino e partecipazione culturale della Provincia autonoma di Trento, la Fondazione Museo Storico del Trentino e Trentino Film Commission, valorizza anche aspetti fino ad oggi poco noti dell’opera del grande fotografo (1901-1999), autore di origini trentine e levatura internazionale che proprio in quegli anni debuttava come direttore della fotografia nel contesto dello straordinario successo editoriale dei fotoromanzi. Tra ricerca artistica e cultura di massa, l’iniziativa propone quindi un viaggio inaspettato nel patrimonio dell’Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza, alternando ritratti “da copertina”, splendide figure ambientate, eleganti fotografie di moda a confronto con abiti e accessori messi a disposizione da privati collezionisti. Dalla poetica del gruppo fotografico “La Bussola”, di cui Vender firmò il manifesto nel 1947 al genere del fotoritratto, dall’invenzione tutta italiana del fotoromanzo alle splendide stampe vintage dagli ambiziosi adattamenti di classici letterari apparsi tra il 1951 e il 1953 sulla rivista “Luci del luna park”: Anna Karenina, La signora delle camelie e Cime tempestose.

(© 9Colonne - citare la fonte)