Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

‘La vedova allegra’
con Marisa Laurito

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

LA VEDOVA ALLEGRA CON MARISA LAURITO

Sfarzi, can-Can, gag divertenti e intrighi amorosi. Sarà “La vedova allegra” ad aprire, domenica 17 dicembre, la stagione 2017/2018 della Fondazione Arena di Verona. L’appuntamento è alle 15.30 al Teatro Filarmonico. La celebre operetta in tre atti di Franz Lehár accompagnerà il pubblico fino alla notte di San Silvestro, per festeggiare con una musica appassionante e balli coinvolgenti l’arrivo dell’anno nuovo. L’allestimento della Fondazione Arena, che ha debuttato al Filarmonico nel febbraio 2005 e da allora ha sempre riscosso successo di pubblico, porta la firma di Gino Landi per regia e coreografia, Ivan Stefanutti per le scene e William Orlandi per i costumi. In questa edizione, la regia è ripresa da Federico Bertolani e le coreografie da Cristina Arrò. Nei panni di Njegus una geniale Marisa Laurito, alle prese con le furberie del ruolo e le trovate più esilaranti. Per la prima volta dal podio scaligero, il giovane direttore spagnolo Sergio Alapont è chiamato a dirigere l’orchestra areniana, il coro preparato da Vito Lombardi, il ballo coordinato da Gaetano Petrosino e le grandi voci soliste in programma. In calendario sei repliche, fino alla sera dell’ultimo dell’anno.

La vedova allegra (Die lustige Witwe) oltre ad essere ancora oggi la più celebre delle operette, è stata uno dei più grandi successi viennesi del XX secolo e può essere considerata un’importante chiave di lettura del genere nel suo complesso. La vicenda è tratta da L’attaché d’ambassade, commedia del 1861 di Henri Meilhac, uno dei più grandi librettisti di Jacques Offenbach, e messa in libretto da Victor Léon e Leo Stein che affidano la stesura della partitura a Franz Lehár. La prima rappresentazione dell’operetta avviene al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905 sotto la direzione dello stesso compositore suscitando nel pubblico un enorme entusiasmo tanto che il titolo resterà in cartellone per mesi registrando sempre il tutto esaurito, per poi approdare anche all’estero. Tradotta in ben 25 lingue, La vedova allegra sarà oggetto di diverse trasposizioni cinematografiche già dal 1907. L’azione si svolge in una Parigi ancora capitale della Belle époque ed i personaggi sono nobili e alti funzionari dell’ambasciata dello Stato immaginario di Pontevedro, nell’Europa centrale, sull’orlo della bancarotta. L’operetta si svolge giocando sui temi tipici del genere: il soggetto sentimentale, l’ambientazione falso-storica, le danze (soprattutto il valzer con il suo sottile erotismo), il matrimonio, l’infedeltà, il denaro, la politica e l’eccentrica mondanità aristocratica, fatua e donnaiola. Su tutto questo, tuttavia, aleggia una sensazione di decadenza, di un mondo che sta per morire, seppur dipinto in modo gioioso e festante, come si volesse rispecchiare la situazione dell’Austria tra Ottocento e Novecento. (PO / red)

FILIPPO LAGANA’ TORNA SULLE SCENE CON “BUKUROSH, MIO NIPOTE”

Dopo lo straordinario successo de I Suoceri Albanesi, con una tournèe di 200 repliche in tutta Italia, torna la commedia brillante “Bukurosh, mio nipote” dal 19 dicembre alla Sala Umberto di Roma (Via della Mercede, 50). Filippo Laganà sarà Lushan, il genero di Francesco Pannofino (Lucio) e Emanuela Rossi (Ginevra). Lucio e Ginevra sono appena tornati dall’Albania reduci, insieme a Corrado e Benedetta, dal matrimonio riparatore di Camilla con Lushan di cui è rimasta incinta durante i lavori di ristrutturazione del bagno di casa. Ai dubbi di Lucio per la scelta tanto azzardata della figlia si sommano le preoccupazioni per il loro futuro. Mentre Lushan, neo sposino alle prese con una moglie giovanissima e super esigente, vivrà situazioni bizzarre e del tutto inaspettate. “Sono davvero felice di tornare sulle scene con il sequel di questa incredibile commedia –  racconta Filippo Laganà – ad ogni teatro abbiamo segnato un sold out dopo l’altro frutto indubbiamente di un cast eccezionale e ben affiatato. Siamo diventati davvero una grande famiglia e spero che il pubblico si diverta quanto noi sul palco. Il testo scritto da Gianni Clementi, sarà amato da chi ci ha seguito nei ‘Suoceri Albanesi’ ma sono sicuro che sarà altrettanto apprezzato da chi la precedente commedia non l’ha mai vista”. “Bukurosh, mio nipote” vuole essere una divertita riflessione sulla nostra società, sui nostri pregiudizi, i nostri timori, le nostre contraddizioni, debolezze e piccolezze.(red)

UN OMAGGIO A TROISI TRA GLI ULTIMI APPUNTAMENTI AL SALOTTO DI PULCINELLA

Prima della pausa natalizia il Piccolo Teatro Il salotto di Pulcinella (via Urbana, 11) di Roma regala al suo pubblico altre quattro imperdibili serate. Nando Citarella, Giulia Maglione e un omaggio al grande Massimo Troisi saranno gli ultimi spettacoli di questo 2017, anno che ha consolidato il teatro come polo centrale della tradizione napoletana. Il 17 dicembre alle ore 18.00 Il Salotto del quartiere Monti rende omaggio a Massimo Troisi, all’ultimo Pulcinella. L’ultima evoluzione di quella maschera che fu prima di Petito, poi di Scarpetta, del grande Eduardo, poi dell’indimenticabile Totò fino a Troisi. “Il Massimo che possiamo fare” spiega il direttore artistico Vincenzo de Vivo “è che Stasera pazziamme ‘cu ‘e Stelle”. Questo è il titolo dello spettacolo che vede sul palco Giuseppe Gifuni. Lo spettacolo racconta l’incontro e l’amicizia con Massimo Troisi. Il tutto è accompagnato da musica e canzoni dal vivo, portando il pubblico nel mondo di Troisi, con le prove di scena, e con le gag indimenticabili del trio (Arena, De Caro, Troisi) fino alla sua ultima interpretazione poetica “Il Postino”.  “Troisi è ormai nella nostra memoria collettiva, ma i significati più profondi delle sue sceneggiature sono ancora da scoprire” racconta l'attore Gifuni. Grazie al suo talento, Massimo ha costruito la sua anticonformistica comicità. La lente attraverso la quale si vedrà il suo lavoro, metterà a fuoco i suoi aspetti morali più inconsueti. Massimo Troisi è autore di un insieme di messaggi nascosti, lanciati attraverso la risata. Ha un codice interiore composto dal mestiere di far ridere e dalla capacità di comunicare una coscienza che va al di là della scena. Sarà interessante scoprire il Massimo Troisi più nascosto, più discreto, il più umile, ma anche il più profondo. (red)

ELIO GERMANO E TEHO TEARDO, "VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE"

Elio Germano e Teho Teardo portano in scena martedì 19 dicembre all'Auditorium Parco della Musica “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline in una versione completamente rinnovata nelle musiche e nei testi. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio” restituendo, in una partitura inedita, la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura che ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics. Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico nel quale, le immagini evocate dal testo interpretato da Germano, si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo; un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono. In quel suono Teardo crea un ambiente nel quale la voce di Germano può suggerirci nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e gli orrori della guerra mondiale che travolge le relazioni tra gli uomini quanto i continenti. Il pessimismo sulla natura umana, sulle istituzioni, sulla società e sulla vita in generale, diviene inconsolabile fino a non conceder più alcuna speranza al consorzio umano. La scenografia è quasi inesistente. Il palco, scarno e immerso nel buio, lascia spazio a una scrittura dalla spiccatissima natura, una partitura “impressionista” che diventa essa stessa narrazione e si fa interprete del genio di Céline. In apertura allo spettacolo, inoltre, verrà dato spazio a un solo di Gabriele Coen al clarino basso. Legati, oltre che dall’amicizia, anche da una solida affinità artistica, Elio Germano e Teho Teardo portano avanti questo spettacolo dal 2012, anno in cui è iniziata la prima tournée che ebbe come prima tappa Genova, città dove è stato ambientato il film Diaz, che vanta la presenza dei due artisti, l’uno come attore, l’altro come autore della colonna sonora. Conosciutisi sul set del film Il passato è una terra straniera di Vicari, Germano e Teardo hanno deciso di mettere in piedi Il Viaggio di Céline, in occasione di un Festival al Palaexpo, in cui gli fu chiesto un intervento su un testo. Quello che doveva essere un singolo episodio, è diventato invece una tournée che a distanza di anni non si è mai conclusa. Elio Germano ha interpretato nel 2016 il ruolo di San Francesco nel film “Il Sogno di Francesco”, diretto dai registi francesi Renaud Fely e Arnaud Louvet; sono poi usciti (nella primavera 2017) il film di Edoardo Falcone “Questione di Karma” con Fabio De Luigi e il film di Gianni Amelio “La tenerezza” con Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti. Nel 2016 ha interpretato “Nino Manfredi” nel film omaggio per Rai 1 per la regia di Luca Manfredi, andato in onda recentemente. Contemporaneamente al Viaggio al termine della notte e al tour internazionale di Nerissimo al fianco di Blixa Bargeld, Teardo ha recentemente collaborato con il regista e sceneggiatore Enda Walsh per la pièce Arlington, presentata in prima mondiale l’11 luglio in occasione del Galway International Arts Festival, e in cartellone all’Ann’s Warehouse di New York ad agosto 2017. Enda Walsh ha scritto anche “Lazarus” insieme a David Bowie. Il sodalizio tra Enda Walsh e Teardo è iniziato nel 2014 con la pièce Ballyturk, grazie alla quale Teardo vinse nel 2015 l’Irish Theatre Awards per la colonna sonora, in cui partecipò anche l’attore Cillian Murphy protagonista non solo nella prima traccia ma anche nella piece teatrale di Walsh. Un legame artistico importante, quello tra Enda Walsh, uno dei più acclamati sceneggiatori (Hunger di Steve McQueen) e registi del momento, e Teho Teardo, artista eclettico, capace di tradurre in linguaggio musicale un flusso emotivo intenso e conturbante. Inoltre, Teho Teardo ha composto anche le colonne sonore de “La verità sta in cielo” di Roberto Faenza e di altri due film presentati alla 73°edizione del festival di Venezia (Il più grande sogno di Michele Vannucci e Caffè di Cristiano Bortone). Il lungo tour del “Viaggio al Termine della Notte” continua anche nel 2018. Sono state infatti annunciate due nuove date: il 2 febbraio al Teatro degli Impavidi di Sarzana (SP) e il 3 febbraio al Teatro Secci di Terni.

 TORNA "RAGAZZI DI VITA" SECONDO MASSIMO POPOLIZIO CON LINO GUANCIALE

Dal 21 dicembre al 7 gennaio al Teatro Argentina di Roma ritornano i 18 ragazzi di vita pasoliniani  Dopo lo straordinario successo della scorsa stagione, ritorna infatti la vitalità irrefrenabile e poetica di Ragazzi di vita, creazione corale e struggente diretta da Massimo Popolizio, regista di grande competenza e inventiva, che ha realizzato uno spettacolo potente e comunicativo, preso d’assalto da un pubblico entusiasta, ampio ed eterogeneo (circa 15.000 spettatori nel 2016, solo a Roma). L’energia travolgente di quel piccolo popo­lo di ragazzi, protagonisti del primo celebre romanzo di Pier Paolo Pasolini, affiora dalla drammaturgia di Ema­nuele Trevi, che ne restituisce la lingua pasoliniana riavvicinando il teatro alla letteratura e rafforzando il legame tra il teatro stesso e le radici identitarie della Città. Il Riccetto, Agnolo, il Begalone, Alvaro, e ancora il Caciotta, Spudorato, Amerigo, sono alcuni dei 18 ragazzi di vita, dalla vitalità disperata ritratta in presa diretta nel romanzo che esplode sul palcoscenico nudo per recitare la nuda povertà delle borgate romane, con la loro dolcezza furiosa, la loro impulsiva esplorazione del mondo. Un brulichio di voci e corpi che parlano in romanesco e trascorrono le loro giornate alla ricerca di qualche lira e nuovi passatempi. Su tutti, a fare da tessuto connettivo tra le storie del romanzo, la figura del narratore che si aggira come uno “straniero” in visita a rendere possibili e visibili tutte le scene, Lino Guanciale. Un osservatore che a tratti si fa mediatore fra noi che guardiamo dalla platea e la vita che si stende sull’immenso palcoscenico vuoto. Sul palco con Lino Guanciale troveremo Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Roberta Crivelli, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Lorenzo Grilli, Michele Lisi, Pietro Masotti, Paolo Minnielli, Alberto Onofrietti, Lorenzo Parrotto, Cristina Pelliccia, Silvia Pernarella, Elena Polic Greco, Francesco Santagada, Stefano Scialanga, Josafat Vagni, Andrea Volpetti. Scene Marco Rossi - costumi Gianluca Sbicca - luci Luigi Biondi  - canto Francesca della Monica video Luca Brinchi e Daniele Spanò  - assistente alla regia Giacomo Bisordi. Produzione Teatro Di Roma - Teatro Nazionale. (red)

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