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BLUE MONDAY, IL GIORNO PIU' TRISTE DELL’ANNO

BLUE MONDAY, IL GIORNO PIU' TRISTE DELL’ANNO

Se Vasco Rossi nella celebre canzone Lunedì afferma “Odio quel giorno lì”, Daniel Pennac ha scritto nel suo “La Lunga notte del dottor Galvan” che “tutta quella bella gente faceva il possibile per sottrarsi al lunedì mattina” e, come se non bastasse, per la Legge di Murphy “ogni lunedì mattina s’inizia una settimana che sarà peggiore di quella precedente e migliore di quella successiva”. Una difficoltà nell’iniziare la settimana che coinvolge non solo cantanti e scrittori, ma anche milioni di persone, soprattutto se il lunedì in questione è quello che nel mondo anglosassone è stato ribattezzato Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno che cade convenzionalmente il terzo lunedì di gennaio. Nonostante sia nato come operazione di marketing, diversi esperti hanno confermato le difficoltà psico-fisiche legate a questo giorno. Individuato da Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, attraverso una controversa formula, dove le variabili sono il meteo, i debiti, i giorni passati dal Natale e quelli trascorsi dall’abbandono dei buoni propositi, e reso virale da una campagna di un’agenzia di viaggi, il Blue Monday si è trasformato in un appuntamento fisso nel mondo anglosassone, dove sono nate perfino delle organizzazioni che intervengono per aiutare le persone a superare questa difficile giornata, ovvero beatbluemonday.org.uk e bluemonday.org. Al confine tra realtà e marketing, è innegabile però che i lunedì rendano la vita più difficile alle persone, soprattutto a chi lavora, come ammesso sulle colonne del magazine accademico che riunisce le università britanniche The Conversation da Paula Jarzabkowski, professoressa di Strategic Management alla Cass Business School dell’Università di Londra: ma come fare per battere il Blue Monday e tutti gli altri difficili lunedì dell’anno?

“Inizia l’anno, si rientra in ufficio e le vacanze di Natale sono oramai un ricordo. I pensieri riguardanti il triste ritorno alla routine affiorano e si fanno via via sempre più intensi in questo periodo – afferma la coach Marina Osnaghi –. Il lavoro arretrato si ripresenta, magari ancora più amplificato, e l’angoscia comincia sottile ed anche più forte ad impossessarsi di te, senza dare tregua. Inizi a darti la colpa di essere in ritardo per aver sprecato il tuo tempo. Per non parlare delle abitudini: forse in vacanza hai assaporato la libertà di fare cose per te stesso, per la tua famiglia, e ora temi che appena torni, tutto sarà come prima di staccare, e tornerai nel gorgo dei soliti comportamenti. Siamo vittime del Blue Monday non solo oggi, ma ogni lunedì, e nemmeno lo sappiamo. Per la precisione non ci rendiamo conto del processo che il nostro cervello vive ogni domenica sera quando deve elaborare il lutto della fine del week end e iniziare la settimana”. Se per molti la formula attribuita ad Arnall sarebbe pseudo-scienza, la teoria generale del Blue Monday avrebbe comunque delle conferme a livello statistico e scientifico: secondo quanto riportato dal The Sidney Morning Herald, un sondaggio condotto in Australia dalla compagnia telefonica Telstra ha rivelato come circa 3 millennials su 4 temono fortemente il rientro al lavoro dopo le festività.

Un dato che cala con l’aumentare dell’età degli intervistati: si passa dal 74% nella fascia 18-24, al 69% tra i 25 e i 34 anni, al 59% tra i 35 e in 44, fino al 51% tra i 45 e i 54 anni. Un dato che spiegato da Michael Leiter, professore di psicologia organizzativa alla Deakin University, come una paura che aumenta in basa alla giovane età in corrispondenza di ruoli di minor importanza e maggior fatica. Ma non è tutto: la psicologa Jacqui Manning ha aggiunto che l'infelicità al lavoro può manifestarsi con più forza dopo qualche settimana di ferie. Perfino le aziende si attivano per aiutare i propri clienti a superare il Blue Monday: come riportato dalla CNBC, la Tesco offre frutta gratuitamente durante questa giornata proprio perché “sappiamo che in questa ricorrenza è più probabile che i nostri clienti soffrano della tristezza di gennaio”, come spiega Josh Hardie, corporate responsibility director dell’azienda. (15 gen - red)

 

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