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Europa, un brindisi
agli operai tedeschi

Europa, un brindisi <br> agli operai tedeschi

di Paolo Pagliaro

(1 febbraio 2017) Non accadeva da 15 anni che le grandi fabbriche tedesche si fermassero per 24 ore in seguito a uno sciopero. E’ ciò che sta accadendo in diversi Laender per iniziativa del sindacato Ig Metall, che rappresenta gli interessi di 4 milioni di lavoratori dell'industria metallurgica, elettronica, automobilistica e tessile. Il sindacato chiede un aumento salariale del 6%. la controparte offre il 2. Ma fa discutere soprattutto la richiesta di ridurre l'orario settimanale da 35 a 28 ore per chi deve assistere bambini o anziani, con la possibilità di tornare al tempo pieno dopo due anni. Le aziende dicono di non potersi permettere che un lavoratore specializzato si metta in part time quando ci sono già molti posti di lavoro scoperti per l’assenza di manodopera qualificata.

Il risveglio del sindacato tedesco è una buona notizia non solo per chi ha simpatie laburiste o anticapitaliste, ma anche per chi è convinto che tra le ragioni della supremazia economica della Germania ci sia la concorrenza sleale sul piano dei salari, con le statistiche sull’occupazione drogate da oltre sette milioni di mini-jobs, lavori a tempo parziale pagati 5-600 euro al mese.

Stefano Micossi, - l’economista che dirige Assonime, l’associazione delle società quotate – si spinge a scrivere che è tempo di brindare all'operaio metalmeccanico tedesco, visto come “il vero elemento di novità che può finalmente ristabilire una politica economica meno squilibrata in Germania, riducendone l’avanzo commerciale. Il risveglio del sindacato tedesco è una buona notizia – osserva Micossi su inpiu.net - se segna la fine di una politica di miseria, che ha contribuito a deprimere il tenore di vita dei tedeschi e a mettere in ginocchio molta parte d'Europa”.

(© 9Colonne - citare la fonte)