Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Da noi uno resta
quello che nasce

Da noi uno resta <BR> quello che nasce

di Paolo Pagliaro

(8 febbraio 2018) Due ricercatori della Banca d’Italia – Guglielmo Barone e Sauro Mocetti – hanno confrontato la Firenze di oggi con quella quattrocentesca dei Medici, e hanno fatto la clamorosa e sconfortante scoperta che le famiglie più ricche e quelle più povere sono rimaste le stesse di sei secoli e venti generazioni fa. Lo studio è citato da Federico Fubini, editorialista di economia del Corriere della Sera, in un libro che spiega perché in Italia uno resta quello che nasce. Il libro – che si intitola “La maestra e la camorrista” ed è pubblicato da Mondadori – racconta con efficacia, grazie a molti dati e storie vere (ambientate a Mondragone, Padova, Milano) , cosa succede quando l’ascensore sociale si congela. Succede che le persone smettono di credere agli altri. Che sembra saggio dedicarsi a proteggere la propria cinta muraria, mantenere piccola e ben circoscritta la propria azienda, non intraprendere oltre.
In effetti in Italia sui conti correnti ci sono più di mille miliardi e otto famiglie su dieci sono proprietarie della casa in cui abitano. Siamo, statisticamente parlando, tra i più ricchi d’Europa. Ma questa accumulazione patrimoniale – osserva Fubini - è generata dalla sfiducia negli ingranaggi della società e ed è alimentata dall’immobilismo. Diventa quindi una virtù ambigua, produce conservatorismo e stasi anziché investimento e dinamismo. Si traduce in povertà demografica e culturale, con una quota di laureati e diplomati fra le più basse dell’Occidente.
Fubini propone molte soluzioni pratiche per ridurre le disuguaglianze di partenza e dunque l’immobilismo. Secondo lui un ruolo decisivo spetterà alla scuola, quando avremo finalmente capito che un asilo d’infanzia «rende più di un bond».

(© 9Colonne - citare la fonte)