Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Prigionia di Alekos
al Niccolini
di Firenze

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

La vita, il carattere libertario, creativo di Alexandros “Alekos” Panagulis e la sua lotta impari contro la dittatura dei colonnelli nella Grecia degli anni Settanta. Dopo due anni di assenza dal palcoscenico, Giancarlo Cauteruccio dirige Prigionia di Alekos di Sergio Casesi, il testo vincitore del Premio Pergola per la nuova drammaturgia. In prima nazionale al Teatro Niccolini di Firenze fino al 18 febbraio con Fulvio Cauteruccio, Roberto Visconti, Domenico Cucinotta, Carlo Sciaccaluga, Francesco Argirò. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana (foto di scena Filippo Manzini). Nel suo libro Un Uomo Oriana Fallaci dimostra che la libertà di un solo individuo può inceppare il sistema, far saltare le certezze di un regime totalitario, smascherare e forse superare, le miserie degli uomini di regime.

IMMAGINARIO. In Prigionia di Alekos l’immaginario di Panagulis viene messo in scena prendendo il sopravvento sulla realtà che pure c’è e si fa sentire attraverso la tortura, la privazione, l’incubo e l’umiliazione. Hanno così spazio Dalì, uomo/scarafaggio e amico fidato, un indovino cieco, un moderno Tiresia stanco e deluso, i carcerieri, fino a Caronte per la catabasi dell’eroe. È la volontà dell’immaginazione che si vuole inscenare, lo spazio della fantasia, del sogno e della speranza di Alekos Panagulis. Perché l’eros della creazione è sempre eversivo, libertario, rivoluzionario. Alla fisarmonica Francesco Gesualdi, voce off di Claudia Ludovica Marino, musiche del Maestro Ivan Fedele, scene di André Benaim, costumi e immagini di Massimo Bevilacqua, colonna sonora di Giancarlo Cauteruccio, elaborazioni video di Alessio Bianciardi, ricerche iconografiche di Anna Giusi Lufrano.

(9 feb – red)

 

AL QUIRINO DI ROMA LA SIGNORA DELLE CAMELIE

“La signora delle camelie” è in cartellone al Teatro Quirino di Roma dal 27 febbraio all’11 marzo. La protagonista è Marianella Bargilli, Margherita Gautier, la più bella cortigiana di Parigi, conosciuta come “La signora delle camelie”, i fiori che tiene con sé quando si reca a teatro e che diventano il simbolo della sua disponibilità al corteggiamento. Conti, duchi, personaggi altolocati sono i suoi amanti e protettori fino a quando non incontra Armando e, per amore, decide di cambiare vita. Il personaggio è ispirato a Marie Duplessis, una celebre figura di cortigiana divenuta contessa di Perrégaux. Un viaggio nel profondo dell’animo umano, dove le contraddizioni più aspre si fondono, in un gioco continuo tra Eros e Thanatos, amore e disperazione.

(PO / Red)

 

MONOLOGO DI SOLA ANDATA VERSO LA MATERNITA’

Da giovedì 22 a domenica 25 febbraio presso il Teatro Studio Uno di Roma, va in scena in anteprima assoluta “Parto – Monologo di sola andata verso la maternità” scritto, diretto e interpretato da Eva Gaudenzi. Tra i vincitori della rassegna Pillole #tuttoin12minuti del Teatro Studio Uno, lo spettacolo, prodotto dall’associazione culturale Pane e Parole, porta in scena il viaggio più rischioso, avventuroso e affascinante che una donna possa intraprendere. Dopo anni di tentativi falliti, una coppia rinuncia definitivamente all’idea di avere un bambino finché un giorno, nel bel mezzo di una ritrovata spensieratezza, ecco piombare come un macigno un test di gravidanza fatto quasi per caso, tanto per togliersi il dubbio. Un test spietatamente positivo. Nel cuore della protagonista deflagra un sentimento d’angoscia misto a felicità. Si parte, non c’è altra scelta. Durante i fatidici nove mesi, frequenta il corso pre-parto con l’ostetrica ayurvedica, fa esercizi di respirazione diaframmatica e si convince (o meglio si fa convincere) che il parto può avvenire anche senza dolore: basta lasciarsi andare all’onda, respirare e cantare. I mesi passano velocemente, il feto cresce e il corpo cambia. Alla rottura delle acque ha inizio la grande avventura, un viaggio di sola andata verso mari sconosciuti. Un monologo brillante, ispirato a un’esperienza personale che qui viene esasperata, giocata e portata all’estremo. Durante il travaglio, l’attrice si trasforma nel capitano di una nave in balia della tempesta, in lotta con il dolore, con l’onda e con l’ignoto che avanza. Il filo rosso che attraversa l’intera messa in scena è proprio questo irrefrenabile senso di avventura: l’inevitabile salto nel buio che se da un lato attrae, dall’altro un po’ spaventa.

(PO / Red)

 

A TORINO I LEGAMI DELLA VILLA DEI MATTI

Légàmi, spettacolo dal titolo ambivalente, è delicato e allo stesso tempo strabiliante. E’ il primo testo scritto da Anna Radici, attrice torinese, che racconta in modo ironico e allo stesso tempo malinconico la storia della propria infanzia. Lo spettacolo, di scena al Teatro Q77 di Torino il 24 e il 25 febbraio, ripercorre, attraverso gli occhi di se stessa bambina, gli anni più semplici della propria vita, i primi anni Sessanta, nei quali il paese scopriva nuove comodità e in cui la gente tirava lunghi sospiri di sollievo. Motore della narrazione sono le visite settimanali che Anna e sua madre facevano ad un loro parente ricoverato in una casa di cura psichiatrica, che ancora oggi esiste e si chiama Villa Cristina. Noi la conosceremo come “Villa dei matti”. Al suo interno Anna incontrerà personaggi bizzarri, ognuno con le proprie storie, tutti con i propri malcontenti, passioni e sofferenze, costretti in quell’ospedale senza alcuna risposta. Racconteranno le loro ossessioni: per la luce, per il tempo, per un’idea, per un sentimento. I matti hanno a loro disposizione soltanto la poesia per far vibrare le loro anime e suscitare in noi compassione e comprensione.

(Red)

 

FEMME LETALE AL TEATRO L’AURA DI ROMA

Denise, Catherine, Pauline e Juliet, Elvira sono le protagoniste di Femme Letale, in scena dal 15 al 18 febbraio al Teatro L’Aura. Il testo scritto e diretto da Natascia Bonacci si ispira a fatti di cronaca realmente accaduti. Beatrice Picariello, Martina Di Fazio, Susanna Stefanizzi, Laura Monaco trasportano il pubblico in un turbinio emozionale, catapultandolo in un excursus temporale dal ‘600 ai giorni moderni. Le “black” protagoniste rivivono le vicissitudini di Denise, donna bellissima ma facilmente manipolabile, che arriverà a compiere il più innaturale e crudele dei gesti; Catherine, elegante dama del ‘600 con un tetro e cupo amore per le tenebre, l’occulto e il satanismo; Pauline e Juliet, due amiche, adolescenti, morbosamente legate, unione che  le porterà a vivere una “follia a due”; Elvira, una dolce e preparata tata, che nasconde dei tormenti familiari da cui riuscirà energicamente a liberarsi.

(PO / Red)

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