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direttore Paolo Pagliaro

VIOLENZA SULLE DONNE,
“L'IMPEGNO CONTINUA”

VIOLENZA SULLE DONNE, <br> “L'IMPEGNO CONTINUA”

“Abbiamo fatto un lavoro straordinario e sarà importante prendersene cura in modo serio, con altrettanta responsabilità”: Lucia Annibali, candidata in Piemonte per il Partito democratico, racconta in un’intervista a 9colonne il lavoro fatto per combattere la violenza contro le donne presso il Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, guardando nel contempo ai prossimi passi di quella che si presenta come una “sfida importantissima”, visti anche i numeri impietosi che parlano di una donna ogni due giorni uccisa dal compagno e di 8,8 milioni di donne (fonte Istat) che nel corso della loro vita hanno subito molestie sessuali. A collaborare con il governo in qualità di consigliere giuridico Annibali è stata chiamata da Maria Elena Boschi nel 2016, proprio nel giorno in cui finiva il processo in Cassazione con la condanna in via definitiva a 20 anni di carcere per l’ex compagno Luca Varani, mandante dell’aggressione con l’acido di cui Lucia fu vittima nel 2013. “Come Dipartimento Pari opportunità – spiega - abbiamo agito attraverso il metodo della condivisione, del dialogo, della co-programmazione non solo dei ministeri ma anche degli enti locali, delle sigle sindacali, dell’associazionismo di riferimento. Un confronto continuo che ci ha consentito di mettere in campo strumenti veramente importanti che innanzitutto partono dalla conoscenza del fenomeno, da quello che sta alla base della violenza maschile contro le donne, per poi poter dare risposte efficaci”. Un’azione che ha visto la nascita della prima banca dati nazionale attraverso l’Istat, “abbiamo anche un rapporto importante con il Cnr – aggiunge - che ci serve per fare monitoraggio sull’impatto delle politiche e per verificare quanto gli attori che sono chiamati a farsene carico siano puntuali nei propri impegni”. Quanto alle risposte messe in atto, l’avvocato di Urbino ricorda ad esempio lo “stanziamento di risorse, implementate per i prossimi tre anni per quanto riguarda l’attuazione del piano strategico nazionale e per quanto riguarda i centri antiviolenza, ricostruendo un dialogo tra questi ultimi e le Regioni in modo da garantire continuità e puntualità nella gestione delle risorse”. La battaglia contro la violenza di genere va combattuta a 360 gradi, come ricorda Annibali: “A monte c’è sicuramente una questione culturale, abbiamo ancora una società non pienamente aperta alla parità di genere e a riconoscere il ruolo femminile nei posti apicali. Bisogna incidere sugli stereotipi anche attraverso il lavoro di educazione che si fa nelle scuole. Il Dipartimento Pari opportunità – aggiunge - si occupa anche di imprenditoria femminile, con un progetto innovativo che cerca di mettere in condizione le lavoratrici di conciliare vita personale e vita lavorativa”. Nel prossimo futuro, sottolinea inoltre il consigliere giuridico del Dipartimento Pari opportunità, “l’impegno sarà quello di monitorare il lavoro fatto con il Piano strategico nazionale, che contiene la strategia del governo per i prossimi tre anni. Sarà quindi fondamentale un impegno per far sì che i ministeri e tutti gli altri attori coinvolti nel Piano mantengano effettivamente gli impegni con risorse economiche e umane. Come Dipartimento abbiamo realizzato le schede obiettivo che individuano le priorità e le azioni da intraprendere per ciascun attore”, in modo da “non disperdere le energie che stanno dentro questo Piano, che non guarda solo al momento violenza ma anche al dopo, favorendo ad esempio l’inserimento nel lavoro e l’autonomia abitativa delle vittime di violenza”. Lucia Annibali si dice infine convinta che anche per combattere la violenza sulle donne la “buona politica” sia “l’unica forma di politica che dovrebbe essere promossa e sostenuta, anche in questo periodo di campagna elettorale dove si tende un po’ a voler distruggere tutto. Senza politica non è possibile dare risposte ai bisogni dei cittadini, la politica è mettersi a disposizione delle persone e permettere loro di potersi esprimere appieno. È l’antipolitica che promuove la sfiducia parlando di distruzione, quando bisognerebbe invece costruire e dare una visione positiva per il futuro”. 

(Roc) 

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