Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Andreotti e Di Maio
storie parallele

Andreotti e Di Maio <br> storie parallele

di Paolo Pagliaro

Di Maio vorrebbe riuscire dove fallì Bersani e Bersani fallì dove riuscì Andreotti: governare senza disporre della maggioranza.
Il precedente di Andreotti è del 1976. Quell’anno – dopo le elezioni del 20 giugno – si fronteggiavano in Parlamento la Dc con il 38% e il Pci di Berlinguer con il 34. Dopo una trattativa durata 50 giorni si convenne che avrebbe governato la Dc grazie alla benevole astensione del Pci. Il prezzo pagato per la “non opposizione” fu che per un anno e mezzo (tanto durò quel governo) il presidente del Consiglio Andreotti negoziò tutti i principali provvedimenti con il Partito Comunista.
Era un governo d’emergenza, figlio del terrorismo e della crisi finanziaria. Due anni dopo sarebbe diventato una grande coalizione, con la fiducia votata anche dal Pci, se l’assassinio di Aldo Moro non lo avesse impedito. Aveva in mente questo precedente Luigi Bersani quando all’inizio della legislatura, privo di una maggioranza al Senato, si rivolse ai 5 Stelle invitandoli a sostenere un governo da lui guidato, concordandone le politiche. Nonostante fosse stato condotto in streaming o forse proprio per questo, il negoziato, come è noto, fallì.
A ruoli invertiti, tocca oggi al candidato premier dei 5 Stelle proporre la stessa soluzione. Intervistato dal Corriere della Sera, Luigi Di Maio annuncia che - in assenza di maggioranza dopo il voto del 4 marzo – un governo a guida 5 stelle cercherà l’appoggio di altri partiti in Parlamento sulla base di un contratto politico chiaro e trasparente, in cui saranno descritte in modo dettagliato le cose da fare per il paese.
Il metodo funzionò nella Prima Repubblica e non è detto che non possa essere replicato con successo.

(© 9Colonne - citare la fonte)