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direttore Paolo Pagliaro

MATTARELLA: CENTRALITA’
QUESTIONE FEMMINILE

MATTARELLA: CENTRALITA’ <br> QUESTIONE FEMMINILE

“Oggi le donne sono più consapevoli. Più presenti e responsabili nella politica, nella cultura, nell'impresa, nella scuola, in tutti gli altri luoghi di lavoro. Non ancora quanto dovrebbero, e quanto sarebbe utile. Ma l'8 marzo ricorda alla coscienza, e alla cultura, del popolo italiano la centralità della questione femminile. Una questione a cui l'intera società è chiamata a dare una risposta all'altezza della libertà e della dignità che la nostra Costituzione ci ha fatto raggiungere”: si chiude così il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciato al Quirinale in occasione delle celebrazioni per l’8 marzo, dedicate al tema “Donne e Costituzione”. “Possiamo dirlo con forza nel settantesimo della Costituzione – ha esordito Mattarella - le donne sono state artefici della Repubblica. E sono oggi artefici del suo divenire. La nostra comunità nazionale, il nostro modello sociale, le nostre stesse istituzioni non sarebbero quello che sono senza il contributo creativo, fondativo, delle donne italiane. Il loro voto, a partire dal '46, ha dato compiutezza e sostanza a quella democrazia che aveva rappresentato la speranza, e il traguardo da raggiungere, nei tempi dolorosi della dittatura, delle sofferenze, della guerra. Soltanto la piena partecipazione delle donne poteva rendere davvero credibile, e possibile, l'ideale di pari opportunità tra tutti i cittadini”. Il capo dello Stato ha ricordato come persistano “barriere da superare, squilibri da colmare, ma abbiamo sempre nuove prove di come le pari opportunità delle donne costituiscano uno degli antidoti più forti alle chiusure oligarchiche, all'immobilismo sociale, alle diseguaglianze economiche”. Mattarella ha sottolineato come l'azione delle donne si sia rivelata anche “un possente strumento dell'attuazione della Costituzione”, menzionando tra le altre la legge Merlin contro lo sfruttamento della prostituzione che “è stata, coraggiosamente, una robusta leva di libertà e di affermazione della dignità della persona” (“La prostituzione – ha detto Mattarella - non è cessata come fenomeno sociale, e oggi ci mostra nuovi, inaccettabili, esempi di sopraffazione e di umiliazione della dignità delle donne; e siamo chiamati a contrastarli con determinazione”) e le leggi per la parità nel lavoro, “che è un motore di sviluppo. La discriminazione, invece, ne costituisce un freno. Queste leggi hanno favorito la crescita del Paese, attraverso il cammino di liberazione della donna”.  Il capo dello Stato ha poi denunciato con forza come “le molestie, le violenze fisiche e morali” costituiscano “una realtà inaccettabile, e purtroppo tuttora presente” e come ogni energia vada “profusa per prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell'odio e del risentimento”. Alla cerimonia è intervenuta anche la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che ha ricordato come la nostra Costituzione abbia rappresentato “un passo avanti fondamentale nel cammino di emancipazione delle donne, a cui toccò partecipare alla guerra di liberazione per entrare attivamente nella vita politica italiana” e che per la piena parità tra uomini e donne “c’è molto da fare ma abbiamo la tenacia e la consapevolezza che si tratta di un lavoro che non è rinviabile e sia uomini che donne devono sentirsi partecipi di questo impegno”. (PO / Roc – 8 mar)             

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