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direttore Paolo Pagliaro

Le due Italie
di M5S e Lega

di Paolo Pagliaro

(21 marzo 2018) In campagna elettorale il centro destra ha puntato molto sulla flat tax mentre il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle è stato il reddito di cittadinanza. La flat tax della Lega prevede un’aliquota proporzionale del 15 per cento e una deduzione per i familiari fino a un certo reddito. Il reddito di cittadinanza è garantito invece a coloro che guadagnano meno di 9.360 euro netti annui, e consiste in una integrazione per raggiungere quella cifra. Due collaboratori della voce.info, gli economisti Massimo Baldini e Leonzio Rizzo, hanno cercato di capire che effetti avrebbero queste due riforme nelle diverse aree del Paese e hanno avuto conferma di ciò che a molti era risultato chiaro la sera del 4 marzo.

Nel caso della flat tax buona parte del risparmio di imposta (il 58 per cento del totale, cioè 34 miliardi su un totale di 58) andrebbe a favore delle famiglie residenti nell’Italia settentrionale e meno di un quinto a quelle residenti nel Mezzogiorno. Al contrario, il 58 per cento della spesa totale per il reddito di cittadinanza (cioè circa 9 miliardi secondo le previsioni di spesa dei proponenti, fino al doppio se si prende alla lettera il disegno di legge) andrebbe a vantaggio dalle famiglie del Sud.

La distribuzione dei benefici da flat tax e reddito di cittadinanza è dunque molto simile alla distribuzione dei voti ottenuti da centro destra e M5s. Alla Camera e al Senato il M5s ha avuto quasi la metà dei suoi voti totali al Sud mentre il centro destra ha preso più della metà dei voti al Nord. Non c’è ovviamente un nesso di causalità tra promesse e risultato, avvertono per prudenza gli economisti. Ma qualche nesso c’è.

(© 9Colonne - citare la fonte)