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direttore Paolo Pagliaro

Nelle retrovie
c’è la Caritas

Nelle retrovie <br> c’è la Caritas

di Paolo Pagliaro

(24 marzo 2020) Nelle retrovie della guerra al  coronavirus  c’è la Caritas. Ci sono i suoi 3300 centri d’ascolto, i 181 empori della solidarietà, le mense, i dormitori, gli ambulatori. Offrono servizi vitali a un milione e mezzo di persone in grande difficoltà, e accoglienza a 55 mila  che vivono per strada. C’è la rete dei banchi alimentari, 21 in tutta Italia. Solo quello della Lombardia serve ogni giorni 70 mila persone. C’è la comunità di Sant’Egidio che distribuisce pasti e amicizia. C’è l’Auser, che si occupa degli anziani soli.  La grande macchina del volontariato sta naturalmente facendo i conti con la nuova emergenza.
I volontari più in là con gli anni sono stati esclusi dai turni, mentre agli assistiti occorre spiegare che non possono più fermarsi a chiacchierare come prima. Si distribuisce il cibo evitando code e assembramenti.  Nelle camerate si distanziano i letti, nelle mense  i tavoli.
Gli edifici della Caritas e delle diocesi accolgono chi è impegnato in prima linea. A Bergamo 50 camere del seminario ospitano altrettanti medici e infermieri giunti da fuori. In un centro della diocesi di Crema sono alloggiati 35 medici cinesi. In molte città ci si prende cura delle persone in quarantena, consentendo così agli ospedali di liberare letti. Succede a Bergamo, Brescia, Milano, Vigevano, Cuneo, Asti,  Parma,  Rimini, Reggio Calabria, Siracusa.  A Pavia si offre un tetto a chi di solito dorme in stazione, a Gorizia c’è ospitalità per 40 ragazzi immigrati, a Milano è la Caritas che accoglie chi esce dal carcere e non ha una casa dove andare. Ed è sempre la Caritas che si occupa di non far perdere l’anno ai bambini di quel 10% di famiglie che non sanno cosa sia internet e la didattica a distanza.
Su sito caritas.it si spiega come possiamo dare una mano.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)