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Coronavirus, dall’assistenza ai rimpatri: le proposte del Cgie per gli italiani all’estero

Coronavirus, dall’assistenza ai rimpatri: le proposte del Cgie per gli italiani all’estero

“In questa crescente difficoltà di interlocuzione istituzionale secondo i canali tradizionali, il Cgie è chiamato ad assumere una funzione di attento monitoraggio e di raccordo tra le collettività emigrate che può durare diversi mesi. Una azione che è da intendersi a supporto delle istituzioni nell’affrontare le emergenze che si porranno, in modo da trovare insieme le migliori strade per garantire i diritti di cittadinanza basilari dei connazionali all’estero, pure in un contesto di oggettiva e crescente responsabilità dei diversi paesi in cui essi sono residenti”. È quanto afferma il Consiglio generale degli italiani all’estero in un documento redatto sulla situazione venutasi a creare a seguito del diffondersi della pandemia da Coronavirus sia in Italia sia negli altri paesi sulla specifica condizione che riguarda e riguarderà gli italiani all’estero. “L’intervento prioritario è “di natura eminentemente politica: si tratta di sostenere un’azione decisa del Governo italiano verso la UE e i governi degli altri paesi di residenza dei nostri connazionali, affinché le misure messe in campo per assicurare la sussistenza delle persone vengano allargate anche a tali fasce di lavoratori, a prescindere dalla registrazione di residenza o dal loro inserimento ufficiale dei locali sistemi di welfare”, afferma il Cgie facendo delle proposte di natura politica generale e delle richieste di interventi specifici per le comunità emigrate. Secondo il Consiglio generale degli italiani all’estero è necessario “monitorare e denunciare eventuali inaccettabili situazioni di discriminazione su base etnica che dovessero coinvolgere nostri connazionali all’estero”, adoperarsi affinché sia “introdotto in tutti i paesi in cui sono presenti nostri concittadini, così come in Italia per gli immigrati irregolari, un reddito universale di sopravvivenza, in una prospettiva di piena reciprocità, per tutta la durata della crisi” e sostenere la proposta di “moratoria sulle sanzioni internazionali fatta dall’UNHCR)”.

Per quanto riguarda gli interventi specifici richiesti al governo per gli italiani all’estero, il Cgie chiede di “aumentare in modo consistente i fondi per assistenza diretta e indiretta gestiti dai Consolati e/o dai Comitati di assistenza locali nelle diverse circoscrizioni consolari” e garantire “l’erogazione dei fondi e la continuità nelle attività (nelle condizioni che saranno definite nei singoli stati) ad Enti gestori e Scuole italiane all’estero per evitare la chiusura di queste strutture e mantenere l’occupazione di docenti e collaboratori”. Sulla raccolta dei fondi secondo il Cgie è necessario “convogliare alle rappresentanze regionali della Protezione Civile eventuali fondi di solidarietà raccolti all’estero e sollecitare la raccolta di fondi di solidarietà per le comunità all’estero, convogliandole sui singoli Comites per il loro uso locale da aggiungere ai fondi di assistenza diretta e indiretta”. Sul fronte rimpatri il Cgie sottolinea l’importanza di “sconsigliare rientri di massa dall’estero se non in casi di particolare urgenza” e il “rafforzamento servizi della rete consolare: pur garantendo i servizi basilari, appare evidente che a causa delle restrizioni imposte nei diversi paesi, nonché per la tutela degli operatori dei consolati, la rete consolare appare ancora più sotto stress di quanto non fosse già prima dell’epidemia”. Nel documento inoltre si sottolinea la necessità di misure a favore di PMI, professionisti e Sistema Italia nel mondo: “Va potenziata la funzione di promozione e diffusione del made in Italy rappresentato dalle collettività italiane nel mondo”, afferma il CGIE -. Intanto evitando la destrutturazione di questo tessuto rappresentato dalle istituzioni presenti (con conseguente parallelo aumento di disoccupazione), ma soprattutto inserendo a pieno titolo in, questo circuito, le rappresentanze di servizio e sociali (CCIIAA, Associazioni, Patronati, ecc.) nella consapevolezza che uno degli sbocchi importanti delle nostre produzioni e della loro penetrazione commerciale all’estero è costituito dalla presenza di emigrati e oriundi nel mondo”. (sip - 1 apr)

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