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Montessori, un nome conosciuto in tutto il globo

Ritratti
Una galleria giornalistica di ritratti femminili legati all'Unità d'Italia. Donne protagoniste nell'economia, nelle scienze, nella cultura, nello spettacolo, nelle istituzioni e nell'attualità. Ogni settimana due figure femminili rappresentative della storia politica e culturale italiana passata e presente.

Montessori, un nome conosciuto in tutto il globo

Il mese della cultura italiana a New York ha celebrato la sua personalità, sul pianeta Venere le è stato dedicato un cratere di 42 km, in Italia, dove anche le ultime banconote da 1.000 lire avevano impresso il suo volto, centinaia di scuole portano il suo nome. Il nome di Maria Montessori è ben noto in tutto il mondo, o perlomeno nei 110 paesi in cui si trovano le 22mila scuole che applicano il suo metodo, ormai ultracentennale. Era il 1907 quando la celebre dottoressa, una delle prime donne a laurearsi in medicina dopo l’Unità d’Italia, fondò la prima “Casa dei Bambini” nel quartiere romano di San Lorenzo per applicare il suo metodo educativo, nato da anni di ricerca sui bambini con problemi psichici e dalla frequentazione degli ambienti scientifici di Inghilterra e Francia. Secondo la teoria Montessoriana, l’adulto tende a reprimere la personalità del bambino che, al contrario, deve essere lasciato libero, perché solo la libertà favorisce quella creatività che gli è stata donata dalla natura. In un secondo momento, dalla libertà deve emergere la disciplina. E un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Questo trattamento educativo, inizialmente sperimentato sui bambini affetti da ritardi mentali (sottratti alle cure mediche tradizionali), è valido per tutti gli allievi differenziando i piani di studio e di apprendimento a seconda delle reali possibilità di ciascuno. La scuola, secondo la pedagogista marchigiana, “è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio”. Al suo arrivo negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune presentò Maria Montessori come “the most interesting woman of Europe” (la donna più interessante d’Europa). Da quel momento, il suo metodo avrebbe riscosso un buon interesse anche in Nord America e nel resto del mondo, compresa l’India dove, a causa dei contrasti con il regime fascista, si stabilì durante il secondo conflitto mondiale. Mai legata in modo definitivo a un partito politico, Maria Montessori ha fatto dell’emancipazione femminile un altro caposaldo del suo impegno: sul finire dell’Ottocento, la rivendicazione della parità salariale e la battaglia suffragista furono tra le istanze di cui si fece portavoce ai congressi di Berlino e di Londra. Nella prima occasione i commenti dei giornali sulla sua eleganza e avvenenza la infastidirono a tal punto che, in una lettera inviata ai genitori, giurò che il suo volto non sarebbe mai più finito su un giornale. La storia ci insegna che le cose sono andate in modo diverso.

 

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