Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Dal 1948 ad oggi, i 72 referendum della storia repubblicana

Sono 72 i referendum nazionali che si sono svolti nella storia della Repubblica Italiana, di cui uno istituzionale (il primo), 67 referendum abrogativi, uno consultivo e tre costituzionali. Quello che tra domenica e lunedì chiamerà alle urne oltre 51 milioni di aventi diritto sarà il quarto referendum costituzionale dal 1946, anno in cui il 54,3% dei cittadini italiani, a suffragio universale, votò per la nascita della Repubblica. Era il 2 giugno 1946 e il voto popolare, esercitato dall’89,1% degli aventi diritto, porta alla caduta della monarchia e all’elezione di un’Assemblea Costituente. Trent’anni dopo, si svolse il primo referendum abrogativo, attraverso il quale, il 12 e 13 maggio 1974, venne abrogata la legge Fortuna-Baslini, con la quale era stato introdotto in Italia il divorzio. Con un’affluenza dell’87,7%, vinse il fronte del “No” con il 59,3%. Da allora, si apre un’ampia stagione riformista e quattro anni più tardi gli italiani sono nuovamente chiamati ai seggi. L’11 e 12 giugno 1978 si svolgono due referendum: il primo sull’abrogazione della legge Reale, che riguarda le norme restrittive in tema di ordine pubblico, il secondo per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. In entrambi i casi vince il “No”.

ABORTO - Il 17 e 18 maggio dell’1981 segnano una data storica. In quell’occasione, vengono indetti cinque referendum: abrogazione della legge Cossiga, che era stata concepita per affrontare l'emergenza terrorismo negli anni Settanta; abolizione dell’ergastolo; abolizione delle norme sulla concessione del porto d'armi; abrogazione di alcune norme della legge 194 sull'aborto per renderne più libero il ricorso; abrogazione di alcune norme della legge 194 sull'aborto per restringerne i casi di liceità. Con un’affluenza che sfiora l’80% e nette percentuali di voto, in tutti e cinque i casi vince il “No”. Quattro anni dopo, è la volta della consultazione referendaria riguardo l’abolizione dell’indennità di contingenza, ovvero la norma che comporta un taglio dei punti della “scala mobile”, per la quale vince il fronte del “No”. Nel novembre del 1987 si tengono altri cinque referendum abrogativi: abrogazione norme limitative della responsabilità civile per i giudici; abolizione commissione inquirente e trattamento dei reati ministeriali; abrogazione intervento statale se il Comune non concede un sito per la costruzione di una centrale nucleare; abrogazione contributi compensazione agli enti locali per la presenza sul proprio territorio di centrali nucleari; esclusione della possibilità per l'Enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero. Vince il “Sì” in tutti i casi.

NIENTE QUORUM - È il 18 giugno 1989 quando si tiene il primo, e finora unico, referendum consultivo riguardo il conferimento di un potenziale mandato costituente al Parlamento europeo. Con un’affluenza all’80,7 per cento, il fronte del “Sì” vince nettamente con l’88%. Un anno più tardi, per la prima volta nella storia repubblicana, non si raggiunge il quorum e il referendum abrogativo su disciplina della caccia; abolizione della possibilità per il cacciatore di entrare liberamente nel fondo altrui; abrogazione dell'uso dei fitofarmaci nell'agricoltura, non passa. Se le successive tre consultazioni torneranno tutte a raggiungere il quorum, non tutti i quesiti saranno approvati. Vince il “Sì” per quanto riguarda il referendum sulla riduzione delle preferenze per la Camera dei deputati, nel ’90; ma anche nel 1993 per i ben otto quesiti proposti: abrogazione norme sui controlli ambientali effettuati per legge dalle Usl; Abrogazione pene per detenzione a uso personale di droghe leggere; abolizione finanziamento pubblico ai partiti; abrogazione norme per nomine ai vertici di banche pubbliche; abrogazione norme della legge elettorale del Senato per introdurre il sistema elettorale maggioritario uninominale; abrogazione legge che istituisce ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, ministero Turismo e Spettacolo e ministero Partecipazioni Statali. L’11 giugno 1995, su dodici quesiti proposti, vincerà il “Sì” per: modifica criteri rappresentanze sindacali nella contrattazione pubblica; contrattazione collettiva nel pubblico impiego; abrogazione della norma sul soggiorno cautelare per gli imputati di reati di mafia; abrogazione della norma che definisce pubblica la Rai; abrogazione norma che impone contribuzione sindacale automatica; vince il “No” per liberalizzazione delle rappresentanze sindacali e abrogazione della norma che sottopone ad autorizzazione amministrativa il commercio, abrogazione norma che prevede doppio turno per elezione diretta sindaco dei comuni di oltre 15mila abitanti; abrogazione norma che impedisce liberalizzazione orari dei negozi; abrogazione norme che consentono di essere titolari di più concessioni televisive nazionale; abrogazione norme che consentono un certo numero di interruzioni pubblicitarie in tv; modifica tetto raccolta pubblicitaria delle tv private.

IL PRIMO COSTITUZIONALE - Vengono invalidati i risultati dei sei referendum abrogrativi successivi, a causa del mancato raggiungimento del quorum, mentre nel 2001 si è tenuto il primo referendum costituzionale nella storia della Repubblica, con il quale si chiedeva agli italiani la modifica al titolo V della parte seconda della Costituzione. Non essendo previsto quorum, vince il fronte del “Sì” con il 64.2%. Cinque anni più tardi, il referendum sulla modifica della seconda parte della Costituzione vede la vittoria del “No” con il 61,29%. Viene di nuovo raggiunto il quorum il 12 e 13 giugno 2011, in occasione del voto al referendum per l'abrogazione delle norme che consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori privati; abrogazione delle norme che prevedono che all'interno della tariffa dell'acqua sia compresa anche la remunerazione del capitale investito dal gestore; abrogazione delle norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare; abolizione della legge sul legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri. Con il 54 per cento di partecipazione, il “Sì” vince in tutti i casi con cifre superiori al 90 per cento. Nel 2016 si svolgono due referendum, il primo, sull’abrogazione della norma che prevede che le concessioni già in essere per l'estrazione di idrocarburi in zone di mare, non raggiunge il quorum; per il secondo, sulla cosiddetta riforma Boschi-Renzi, vince il “No” con il 59.12. Il quesito riguardava “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. (18 set - mag)

(© 9Colonne - citare la fonte)