di Paolo Pagliaro

(22 settembre 2020) I paesi adulti mettono nel conto che all’emergenza coronavirus altre ne seguiranno, di altro genere, più devastanti. E si danno da fare per non farsi trovare impreparati. L’allerta principale riguarda clima e ambiente. In Germania il ministro dell’economia Peter Altmaier, intervistato dallo Spiegel, ha proposto che tutti i partiti – di maggioranza e opposizione – condividano un grande piano di interventi in difesa dell’ambiente, impegno che dovrà caratterizzare la politica tedesca dei prossimi decenni. Destinatari dell’appello, che contiene una lunga serie di proposte concrete, sono - oltre ai partiti - i Laender, i movimenti, i sindacati, la Chiesa. Altmaier ha parlato di “compromesso storico” .
Anche la Commissione europea pensa che occorra attrezzarsi per reagire a shock più insidiosi di quelli causati dal Covid 19. Nelle previsioni strategiche che il governo europeo ha pubblicato alcuni giorni fa, la parola chiave è “resilienza trasformativa”, che sarebbe la capacità di reagire a un trauma trasformando l’economia, la politica, la società, in sostanza “cambiando la rotta”. E i traumi di cui ci si occupa l’Europa sono di tipo economico, geopolitico, ecologico e digitale.
Per questa formulazione la commissione ha un debito con studiosi come Enrico Giovannini e con il lavoro della sua Alleanza per lo sviluppo sostenibile. Ma l’apporto dell’Italia alla costruzione di politiche resilienti per ora si ferma qui.