Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Il salario minimo
diventa un obbligo?

Il salario minimo <br> diventa un obbligo?

di Paolo Pagliaro

(9 ottobre 2020) Un tempo l’Europa predicava moderazione salariale, adesso chiede compensi equi e prepara – stando alle indiscrezioni - una direttiva sul salario minimo. Sta dunque cambiando la sensibilità dei politici ma soprattutto stanno rapidamente peggiorando la condizione di milioni di lavoratori, soprattutto i più giovani, alle prese con salari spesso indecenti. Nell’economia dei lavoretti,  non è raro imbattersi in compensi da 3-4 euro lordi l’ora. Per non parlare di ciò che accade nei campi o in molti cantieri con gli  immigrati.
Scrive il sito Politico che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen il 28 ottobre presenterà  una direttiva vincolante per l'introduzione di un salario minimo europeo in tutti i 27 paesi dell'Unione. Attualmente, il salario minimo è già in vigore per legge in 22 paesi  con importi diversi da un paese all'altro. Con Austria, Danimarca, Svezia e  Finlandia l’Italia non è tra questi. Ma in Svezia e Finlandia i salari medi sono tra i più alti d'Europa, e il problema del salario minimo non si pone. In Italia invece pesa il rifiuto dei sindacati, che preferiscono affidare la tutala salariale ai contratti collettivi nazionali che coprono più dell’80% dei rapporti di lavoro subordinato. D’altra parte la contrattazione è la principale ragion d’essere dei sindacati  .Contraria è anche la Confindustria, che teme l’aumento del costo del lavoro e si rifiuta di considerare il salario come una variabile indipendente.  Resta il fatto che 5 milioni di persone sono classificate dall’Istat come povere nonostante abbiano un’occupazione e che in Italia i livelli retributivi siano inferiori alla media sia dell’Eurozona sia dell’Europa a 27. 

 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)