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direttore Paolo Pagliaro

Dati attendibili
sono il primo vaccino

Dati attendibili <br> sono il primo vaccino

di Paolo Pagliaro

(19 ottobre 2020) Dice Andrea Crisanti, lo scienziato padovano in prima linea nella lotta contro la pandemia, che senza i dati di Google e Facebook diventa difficile circoscrivere il virus. E aggiunge: “se non riusciamo ad averli come epidemiologi e autorità sanitarie forse dovremmo rivolgerci alla procura della repubblica”. 
La questione dei dati, della loro credibilità e del loro utilizzo è decisiva per orientare la politica sanitaria e soprattutto la prevenzione. Solo adeguate informazioni consentono di localizzare i cluster di incubazione che da lì a qualche giorno porteranno i contagiati in ospedale. Queste informazioni sono custodite nelle casseforti delle grandi piattaforme digitali, che non le forniscono un po’ accampando ragioni di privacy – che sono loro le prime a violare per far quattrini - e un po’ perché nessuno gliele chiede. 
Sollevano la questione dei dati anche Giorgio Alleva e Alberto Zuliani, due ex presidenti dell’Istat. In una lettera al Corriere osservano che non è citando insieme, giorno per giorno, il numero di casi positivi e di tamponi effettuati che possiamo capire cosa sta davvero accadendo. I casi positivi riguardano tamponi di uno o più giorni precedenti; le tipologie di tamponi impiegate sono diverse; il raffronto del tasso di contagio è condizionato dalle differenti regole sulla somministrazione dei tamponi, a marzo soltanto sui sintomatici, ora essenzialmente su persone che hanno avuto contatti con casi positivi; in ogni caso con l’impossibilità di riferirlo alla popolazione generale. Alleva e Zuliani chiedono che si affidi finalmente alla statistica ufficiale il compito di impiantare un campionamento idoneo a seguire l’evoluzione della pandemia Uno strumento di cui, chissà perché, si è ritenuto di poter fare a meno.

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