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Droga, Bellucci (FdI): Petizione popolare contro spaccio a Roma

Roma, 25 feb - "Fratelli d'Italia lancia la petizione popolare 'Liberiamo Roma, basta zone franche dello spaccio' perché purtroppo Roma è la capitale d'Italia per piazze di spaccio di droga". Ad annunciarlo la deputata di FdI Maria Teresa Bellucci, intervistata da 9Colonne, al termine di una conferenza stampa che stamattina si è svolta a Montecitorio e alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, il deputato e capogruppo in commissione Difesa Salvatore Deidda, il capogruppo in Campidoglio Andrea De Priamo. "Abbiamo chiesto alle istituzioni ad ogni livello, dal Parlamento, al Governo, alla Regione e anche a 'Roma Capitale', più sicurezza, più legalità, più servizi di cura, il reinserimento sociale e lavorativo e il rimpatrio di quegli spacciatori stranieri che sono all'interno del nostro paese - spiega Bellucci- Continueremo a raccogliere firme per far sì che le istituzioni mettano tra le proprie priorità la lotta alla droga e alle dipendenze patologiche. Non ci fermeremo". La deputata e responsabile Nazionale del Dipartimento Dipendenze Fdi, durante l'incontro, ha snocciolato i dati riportati nella mappa della criminalità italiana realizzata dal Sole 24 Ore. Dati ricavati dal ministero dell'Interno che, spiega la parlamentare, dicono come "Roma sia la più grande piazza di spaccio d'Italia, con oltre 2.600 denunce e oltre 4.700 correlate alle sostanze stupefacenti". La deputata di Fdi ha anche attaccato la maggioranza per il suo totale disinteresse verso la questione: "Purtroppo, l'esecutivo Draghi è l'ennesimo governo che non nomina un sottosegretario alle Politiche antidroga, se si esclude una piccolissima parentesi, con il Conte1, in cui è stata assegnata la delega". Bellucci ricorda anche la mancata convocazione della Conferenza Nazionale e del rifinanziamento del Fondo Nazionale di Lotta alla Droga. "L'Italia è ai primi posti per utilizzo di cannabinoidi e di cocaina, al secondo per uso di cannabinoidi e al terzo di cocaina - conclude - proprio perché le Istituzioni si sono arrese, rinunciando a proporre una seria iniziativa di lotta e una dura prevenzione a quella cultura dello sballo, così drammaticamente presente oggi nel nostro paese". (Sca / PO)

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