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Eduardo De Filippo, la voce di dentro del paese

Eduardo De Filippo, la voce di dentro del paese

Tutto il dibattito sull’impossibilità di adattare il teatro al piccolo schermo della tv evapora non appena qualcuno ha il coraggio di mandare una delle qualsiasi straordinarie commedie di Eduardo De Filippo. Perché lui che era tutto - era commediografo capace di scrivere un’opera in una sola notte, era attore capace di essere sostanzialmente insostituibile, ed era poeta dalla dolcezza rara. Queste tre specialità di casa De Filippo mischiate nella sua persona, hanno prodotto ciò che è sotto i nostri fortunati occhi: Filumena Marturano, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, per dirne appena tre di fama proverbiale. Qualche giorno fa Raiuno ha mandato in onda Sabato, domenica e lunedì (in scena Massimo Ranieri e Monica Guerritore), e lo spettacolo è stato seguito da quattromilioni e 750mila spettatori. Un’ovazione di televisori accesi, se si pensa che sommando altre commedie di Eduardo programmate precedentemente dal servizio pubblico, (Filumena Marturano, Napoli milionaria e Questi fantasmi), si arriva a 20milioni di persone sintonizzate davanti alle opere teatrali di un uomo nato nel 1900. Data tonda tonda, come il suo esordio: a quattro anni. Era figlio non solo di teatranti (il padre era l'attore e commediografo Eduardo Scarpetta e la madre la sarta teatrale Luisa De Filippo), ma di un intreccio teatrale (il padre lo ha avuto, insieme a Titina e Peppino, dalla sorella della moglie, e questo spiega il perché porti il cognome della madre). Pirandello ci sarebbe andato a nozze con questo vivido plot, De Filippo se lo porta nel sangue. Della sua grandezza se ne accorsero subito molti: “Eduardo è un puro napoletano; ma non c’è attore più avaro di lui nei movimenti. Non si accontenta di dominare la scena; concentra su di sé la sala intera… E questo, con un’economia fisica quasi irreale. Non c’è un suo equivalente fra gli attori di cinema, che si pensa siano costretti a trattenersi dalla vicinanza della macchina da presa. Ma, anche quando recita nella sala più grande, Eduardo riesce a proiettarsi in «primo piano» fino in fondo al loggione. È il più grande attore del mondo”, diceva Orson Welles. Ma fu anche un grandissimo inventore di scatole drammaturgiche. Una per tutte: La grande Magia. Il mago Marvuglia (Eduardo) tira a campare allestendo spettacoli itineranti nelle località di villeggiatura. E’ una specie di illusionista filosofo che con trucchi dozzinali vuole apparire come un grande mago. Ma finisce per fare “magheggi” più che magie, facendo sparire in una scatola la moglie di un tizio che gli chiede aiuto per darsela con l’amante. Il marito crede che la donna sia nella scatola. Per anni lo crede. Quando lei torna, pentita, trova un uomo allucinato e distrutto che scambia realtà e finzione: crede alla scatola, crede cioè al mago – al drammaturgo in definitiva – piuttosto che alla realtà, cioè al fatto che quel ritorno conferma una cosa per lui insostenibile: il tradimento. Marvuglia è la fusione di maraviglia e voglia. Due cose che ci mancano moltissimo.

(© 9Colonne - citare la fonte)