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SALVATORE SETTIS, PROFESSORE IN SOCCORSO DEL BELPAESE

SALVATORE SETTIS, PROFESSORE IN SOCCORSO DEL BELPAESE

Salvatore Settis – archeologo e storico dell’arte, nato a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, l’11 giugno 1941 - ha diretto per 11 anni la Scuola Normale Superiore di Pisa, istituzione che ha da poco celebrato i 200 anni di vita. Fu fondata, infatti, da Napoleone I nel 1810 come gemella della omonima Ecole parigina, con l’intento rivoluzionario di formare una nuova élite intellettuale europea basata sul merito anziché sul censo. Un’ambizione che in Italia resta purtroppo largamente inappagata. Alla Normale di Pisa non ci si iscrive. Si viene scelti, nella massima trasparenza, con un concorso molto duro che i ragazzi affrontano tra agosto e settembre di ogni anno. Arrivano migliaia di domande per poche decine di posti. Tra le cose che si apprezzano in Normale ci sono la sobrietà, il rigore scientifico e l’impegno civile, ed è quindi naturale che la scuola sia stata diretta così a lungo (dal 1999 fino al 2010) dal professor Settis, che ha deciso di lasciare l’incarico con un anno di anticipo motivando le dimissioni col fatto che in tal modo i suoi colleghi avrebbero avuto più tempo per trovare il sostituto giusto. Cosa che in effetti è avvenuta con l’elezione del fisico Fabio Beltram. Altre dimissioni Salvatore Settis le aveva date l’anno prima, nel 2009, quando abbandonò la presidenza del Consiglio Superiore dei Beni Culturali dopo che il ministro Sandro Bondi gli aveva rimproverato un atteggiamento critico nei confronti delle politiche governative. Rimprovero fondato, perché Settis combatte da anni, e indipendentemente dai governi, in difesa di quello che lui chiama il “modello Italia”, cioè quel patrimonio culturale solo in minima parte conservato nei musei, che s’incontra fra strade e palazzi, scuole e uffici, chiese e piazze, amalgamato con la lingua, la musica, la letteratura. Settis è dunque nemico giurato di condoni edilizi e federalismi demaniali, tagli all’istruzione spacciati per riforme, imbrogli semantici come quello che dipinge come odiosa burocrazia ciò che in realtà dovrebbe chiamarsi pubblica amministrazione e legalità. L’autorevolezza del professor Settis poggia su un prestigioso curriculum di studioso. Negli anni Novanta, prima di assumere la guida della Normale, dirige il "Getty Center for the History of Art and the Humanities" di Los Angeles. È inoltre membro del Deutsches Archäologisches Institut, della American Academy of Arts and Sciences, dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Accademia di San Luca, del Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften, dell'Académie Royale de Belgique, dello European Research Council, del Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa, del Consiglio Scientifico dell'Enciclopedia Italiana. Dal 2004 è membro del Comitato dei garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori. L’incarico più recente, l’anno scorso, è la direzione della Cattedra in storia del disegno presso il Museo del Prado di Madrid. Nell’ultimo decennio il nome di Settis è diventato familiare al grande pubblico per le sue battaglie contro la svendita del patrimonio culturale, con gli interventi sui quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 Ore e con libri di successo come "Italia S.p.A. - L'assalto al patrimonio culturale" (2002), "Battaglie senza eroi. I beni culturali tra istituzioni e profitto" (2005), “Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile” (2010).

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