Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO 2014 - ROMA 7 OTTOBRE

RAPPORTO MIGRANTES: ITALIANI TORNANO AD EMIGRARE  

 "Nel mondo sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all' estero iscritti all' AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all' Estero) al 1° gennaio del 2014". A darne conto è La Fondazione Migrantes ha presentato oggi, a Roma, il Rapporto Italiani nel Mondo 2014 (ed. Tau). Giunto alla nona edizione, il RIM è uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze sull' emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi. L' aumento in valore assoluto rispetto al 2013 è di quasi 141 mila iscrizioni, il 3,1% nell' ultimo anno. La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita (1.747.409). Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti all' estero 94.126 italiani - nel 2012 sono stati 78.941 - con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%. Per la maggior parte uomini sia nel 2013 (56,3%) che nel 2012 (56,2%), non sposati nel 60% dei casi e coniugati nel 34,3%, la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2%). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8%) a riprova di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire. I minori sono il 18,8% e di questi il 12,1% ha meno di 10 anni. Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all' inizio del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani con una crescita del 71,5% rispetto all' anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5% di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7%), e la Francia (8.402, +19,0%). Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo "dall' Italia dunque non solo si emigra ancora, ma si registra un aumento nelle partenze che impone nuovi interrogativi e nuovi impegni. Ed è questo l' impegno che la Fondazione Migrantes si è imposta soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi e dell' incremento numerico degli spostamenti che riguardano oggi migliaia di giovani, mediamente preparati o altamente qualificati, con qualifiche medio alte o privi di un titolo di studio. Solo quando ci si convincerà delle opportunità che un italiano ha fuori dell' Italia di arricchire e valorizzare il Paese in cui è nato, probabilmente si capirà cosa significhi effettivamente parlare di "risorsa migrazione", dove per ricchezza non si intende solo quella economica, ma anche tutto ciò che di positivo ritorna in termini culturali. Per oltre un secolo l' associazionismo italiano all' estero ha supplito all' assenza dello Stato e sovente ancora oggi è rintracciabile questa peculiarità di mutuo soccorso tra i membri, una tradizione di solidarietà reciproca che è entrata a far parte di un modo di essere e di operare dell' italiano fuori dei confini nazionali. Dopo un lungo periodo di riflessione, 16 Federazioni nazionali delle associazioni degli italiani all' estero, assieme al Coordinamento delle consulte regionali dell' emigrazione, hanno lanciato il percorso di avvicinamento agli Stati Generali dell' Associazionismo di emigrazione che si svolgerà all' inizio del 2015. Resta, inoltre, prioritario il rinnovo degli organismi di rappresentanza degli italiani all' estero e l' effettivo ripensamento, in termini di migliore razionalizzazione, degli interventi a favore dei connazionali fuori dei confini italiani sia per il loro sostegno se in condizione di deprivazione e disagio, che per la promozione della lingua, della cultura italiana e del made in Italy all' estero e per le opere di internazionalizzazione. Per una maggiore comprensione delle partenze di oggi dall' Italia, che hanno raggiunto nel 2013 il numero di 94.000 persone - cifra superiore ai flussi dei lavoratori immigrati in Italia -, nell' edizione del Rapporto Migrantes, oltre i dati del consueto database centrale dell' Anagrafe degli Italiani Residenti all' Estero, si sono analizzate e descritte anche le iscrizioni all' Aire con la sola motivazione dell' espatrio avvenute nel corso del 2013. Questi dati, insieme alle riflessioni sull' emigrazione interna, sulla mobilità per studio e formazione e dei ricercatori italiani, dei frontalieri nel Canton Ticino e il confronto con gli spostamenti degli italiani nell' ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono. La prospettiva storica è prerogativa fondamentale di questo annuario soprattutto perché affiancata alla riflessione sull' attualità con indagini non solo su specifiche situazioni territoriali di partenza e di arrivo, ma anche sull' idea che i media trasmettono della mobilità, il desiderio di partire e quello di tornare dei nostri connazionali. Nel Rapporto 2014, alle indagini seguono le riflessioni su temi particolarmente attuali, che vengono poi riferite al territorio attraverso le testimonianze di esperienze contemporanee.  Segue lo Speciale Eventi in cui la prima parte è dedicata alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e la seconda che, in previsione dell' Expo di Milano del 2015, ospita una serie di saggi che testimoniano sia la storica presenza della Chiesa alle Esposizioni nazionali e internazionali (i vescovi Bonomelli e Scalabrini, la santa e missionaria Francesca Cabrini) che l' impegno e il legame dell' Italia emigrata con la ristorazione e il cibo. Il caso italiano è emblematico: la diaspora del secolo della grande migrazione (1876-1976) è stata il più importante veicolo di diffusione di un modello alimentare che è penetrato nelle cucine dei molti paesi di destinazione. La cucina italiana non è stata esportata solo da una minoranza di professionisti dell' arte culinaria, ma è stata creata nei molti luoghi raggiunti dall' emigrazione dei connazionali nella dimensione privata, largamente inconscia e trasmessa oralmente. Nella parte finale del volume (che conta 530 pagine) si trova la sezione degli allegati in cui si è voluta inserire, a corredo delle tabelle riassuntive, la bibliografia ragionata delle pubblicazioni editate dalla chiusura editoriale del Rapporto Italiani nel Mondo 2013. Alla realizzazione del volume, presentato da mons. Francesco Montenegro, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, hanno collaborato 55 autori con 47 contributi ed approfondimenti dall' Italia e dall' estero. (Com)

RAPPORTO MIGRANTES 2014, BILANCI E NUOVE CHIAVI DI LETTURA

Chiamatela emigrazione. Oppure mobilità. Ma non parlate di fuga di cervelli “la fuga è quella dalla guerra o dalla povertà: quando si rischia la vita, come gli immigrati a Lampedusa” sottolinea Mario Giro, sottosegretario agli esteri con delega agli italiani nel mondo. La riflessione sugli italiani all’estero - sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all' estero iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all' Estero) al 1° gennaio del 2014 - arriva oggi, in occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2014 (ed. Tau) della Fondazione Migrantes. Giunto alla nona edizione, il RIM è uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze sull' emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi: “Uno strumento - secondo il direttore generale della fondazione  Migrantes Monsignor Gian Carlo Perego - fondamentale non solo per la politica ma anche per le realtà ecclesiali”.  A presentarlo oggi, moderati da Sergio Valzania, il presidente della Fondazione monsignor Francesco Montenegro, il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, Delfina Licata, il professor Mario Morcellini, il direttore Istat per le statistiche socio-demografiche e ambientali Saverio Gazzelloni, la dirigente del Servizio Internazionalizzazione della Regione Puglia Giovanna Genchi. Il dibattito si è concentrato non solo su numeri e dati, statistiche e calcoli. Ma è andato oltre, al di là perché quello che serve oggi è “fare cultura dell' emigrazione” sottolinea Perego. Bisogna innanzitutto cambiare la prospettiva: mettere da parte vittimismo e quel “senso nostalgico” che troppe volte ha accompagnato il racconto dell’emigrazione: “La storia ci ha spinto fuori dai nostri confini? Questo ha creato un’opportunità” sono le parole convinte di Giro che ha sottolineato l’importanza di trovare una “giusta sensibilità”. “Occorre - aggiunge - colmare una distanza tra italiani d' Italia e italiani all' estero”. Secondo Giro, inoltre, "va ricordato che l' emigrazione italiana è stata un successo economico e sociale. Gli italiani si sono integrati in tutto il mondo: la storia degli italiani nel mondo è la storia di storia di un successo perché la presenza degli italiani non è mai stata vista come invasiva". Giro ha poi ricordato le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi (“Nel mondo c’è ' tanta voglia di Italia”): oggi, più che mai occorre quindi  valorizzare questo senso di “ital-simpatia generale nel mondo”. 

 

 

 

EMIGRAZIONE, GIRO: COLMARE DISTANZA CON ITALIANI ALL' ESTERO

E' "un tema serio ma nello stesso tempo poco sentito quello degli italiani all' Estero ma è un tema di grande attualità". Lo ha detto Mario Giro, sottosegretario agli Esteri, alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2014. "Ho conosciuto in questi anni storie incredibili di italiani all' estero. L' Italia ha la seconda diaspora mondiale" per numerosità. "È un fatto rilevantissimo. Avere una presenza così diffusa nel mondo ha generato uno studio su questo fenomeno. Si parla così di italicità. Davanti a questo fenomeno c'è però una mancanza, non solo politica: è una distanza non colmata tra italiani d' Italia e italiani all' estero. Bisogna capire, studiare. La politica deve affrontare i problemi delle comunità all' estero, l' Italia deve darsi una politica per gli italiani all' estero e non solo, non considerarli soltanto folclore o una ' grana'. Bisogna trovare la giusta sensibilità" ha detto Giro, ricordando che oggi "lo stesso museo dell' emigrazione" aperto da pochi al Vittoriano, "rischia la chiusura". Secondo Giro "va invece ricordato che l' emigrazione italiana è stato un successo economico e sociale. Gli italiani si sono integrati in tutto il mondo e questa è una cosa che va detta, non bisogna sentirsi italiani abbandonati o vittimisti. L' integrazione è andata benissimo, è la storia di un successo perché la presenza degli italiani non è mai stata vista come invasiva". Giro ha ricordato anche "storie di dolore come Marcinelle" e storie di "un forte sentimento di Italia nel Mondo". "Lo ha sottolineato nei giorni scorsi anche il premier Renzi, che ha ricordato quanto è diffusa la lingua italiana nel mondo che piace perché viene associata al bello e al buono, alla ' grande bellezza'. E' vero, c'è una grande voglia d' Italia nel mondo perché il desiderio d Italia è palpabile ed è legato anche al successo della nostra emigrazione".

EMIGRAZIONE, GIRO: FUGA CERVELLI? PROBLEMA E' CHE NON SIAMO ATTRATTIVI

"L' Italian Style in questo momento è oggetto di grande popolarità". Lo ha detto in occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2014 Mario Giro, sottosegretario agli esteri con delega agli italiani nel mondo. "Oggi i giovani partono - dice Giro - .a è cambiato il modo e il senso dell' emigrazione. È un fenomeno nuovo. I nuovi emigranti tuttavia a volte nutrono troppe aspettative". Giro parla poi dell' importanza delle associazioni che "rimangono punto di riferimento" . "Non credo nella fuga dei cervelli-ha poi sottolineato il sottosegretario-. La fuga è quella dalla guerra o dalla povertà: quando si rischia la vita, come gli immigrati a Lampedusa. Ma oggi i giovani italiani si muovono con naturalezza e non è uno scandalo spostarsi. Il problema piuttosto è che noi in Italia non siamo abbastanza attrattivi. È provinciale parlare di fuga di cervelli". Secondo Giro "oggi chi emigra non parte definitivamente come una volta, come facevano i nostri nonni. Coloro che si spostano non perdono il contatto con la famiglia e si sentono sempre a casa grazie alle nuove tecnologie".

 

EMIGRAZIONE, GIRO: COMITES? BENE ELEZIONI, SI E' PERSO TROPPO TEMPO

"Meglio un Comites legittimato che uno abbandonato a se stesso. Ci sono stati troppi rinvii in questi anni". Lo ha detto in occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2014 Mario Giro, sottosegretario agli esteri con delega agli italiani nel mondo, parlando delle elezioni per i rinnovi che si terranno entro dicembre. "Io - ha precisato Giro -difendo i Comites perché abbiamo bisogno di una rappresentanza". A proposito degli stati generali della lingua italiana ha aggiunto: "La lingua italiana è una risorsa, bisogna saperla apprezzare e valorizzare proprio ora che esiste una ital-simpatia generale nel mondo. Bisogna saper cogliere e sfruttare questa tendenza. Dobbiamo abbandonare ogni vittimismo e smetterla di lamentarci - ha concluso il sottosegretario - soprattutto dobbiamo mantenere i legami con la nostra collettività perché un giorno questi legami daranno i loro frutti. È raro trovare un italiano all' estero che ripudi l' Italia. Questa è la nostra forza". (Gil)

 

EMIGRAZIONE, MORCELLINI: MEDIA E POLITICA INDIETRO, SERVE APPROCCIO MODERNO

Mario Morcellini, direttore del dipartimento di comunicazione e ricerca sociale della Sapienza, è intervenuto alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2014: "Mi colpisce che l' Europa sia punto centrale dell' emigrazione di oggi . Questo è un elemento di innovazione" ha spiegato il sociologo. "La narrazione dell' emigrazione è però disorientata -ha aggiunto - Prevalgono sempre aspetti di vittimismo e allarmismo. I media sono un passo indietro in questa narrazione". "C'è dolore nell' andare ma la storia dell' emigrazione italiana è anche storia di ricostruzione e successi individuali. Bisogna fare una giusta ricostruzione di questa storia, non ci si può accorgere di questo mondo solo perché un rapporto ce lo mette davanti agli occhi. Serve una politica di modernità". (Gil)

 

EMIGRAZIONE, GAZZELLONI (ISTAT) : NON SI PARTE SOLO DAL MEZZOGIORNO

"Un andamento da osservare è che non è solo il Mezzogiorno a emigrare verso l' estero. Partono in tanti anche dal nord". Lo dichiara Saverio Gazzelloni, direttore Istat per le statistiche socio-demografiche e ambientali, intervenendo alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2014 a Roma. "Le motivazioni che spingono a partire - prosegue Gazzelloni - sono legate al lavoro. La quota di laureati è sempre maggiore". Gazzelloni parla di fuga e dolore "da statistici però guardiamo all' analisi dei flussi e la cosa su cui bisogna riflettere è che le motivazioni sono legate alla dimensione qualitativa del lavoro". (Gil)

 

EMIGRAZIONE: MONS. PEREGO, SERVE CULTURA DI CITTADINANZA GLOBALE

 

Monsignor Gian Carlo Perego è intervenuto alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2014 per sottolineare che "l' emigrazione è un tema che rimane importante perché bisogna fare cultura dell' emigrazione. Il rapporto presentato oggi è un cammino culturale". Secondo monsignor Perego "lo sforzo del rapporto è dare una cultura diversa del cosmopolitismo e di cittadinanza globale: non solo per la politica ma anche per le realtà ecclesiali questo rapporto è una grande sfida. L' emigrazione deve essere un criterio di lettura della nostra contemporaneità". “È diventato sempre più indispensabile riflettere sulla mobilità italiana, studiando e analizzando un fenomeno sociale che da sempre caratterizza l’Italia, arricchendosi di nuovi elementi o continuando ad avere caratteristiche rintracciabili sin dal passato. È ovvio - ha aggiunto Perego - che la migrazione si evolve nel tempo e che i migranti di oggi vivano situazioni differenti. Stiamo però assistendo a un paradosso che può essere sintetizzato con la frase ‘nuovi migranti antiche migrazioni’: detto in altri termini, elementi specifici dell’oggi si incrociano e si completano con una serie di elementi rintracciabili anche nel passato e che continuano a riproporsi nella fase attuale”.

 

 

 

EMIGRAZIONE, PUGLIESI NEL MONDO: LABORATORI SU STORIA E CULTURA

 Giovanna Genchi, dirigente del servizio internazionalizzazione della regione Puglia, è intervenuta alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2014: "I pugliesi nel mondo hanno superato il senso della dispersione. La Puglia è vista come madre e cultura". Sono innovative e strategiche le politiche per i pugliesi nel mondo messe in campo dalla regione Puglia: "L' emigrazione è stata portata anche nelle scuole e abbiamo collaborazioni con associazioni in tutto il mondo. Insieme ai Gal (Gruppi di azione locale, ndr) pugliesi stiamo inoltre collaborando a un progetto: i laboratori di emigrazione. I laboratori si tengono in tutto il territorio e proprio nei luoghi rurali da dove sono partiti i primi emigranti. I laboratori dell' emigrazione daranno la possibilità di far conoscere e approfondire la storia e la cultura dei pugliesi nel mondo. L' emigrazione è la forza di un popolo ed è necessario ricordare che le comunità all' estero sono una risorsa. A noi tocca tutelare la memoria dei nostri emigranti, la loro storia. Dobbiamo però anche promuovere l internazionalizzazione delle imprese pugliesi ecco perché la Puglia sta valorizzando la mobilitazione dei pugliesi nel mondo". "Queste sono esperienze concrete -sottolinea Gench i- Come Regione poi non dimentichiamo i giovani pugliesi che lasciano la Puglia ma li consideriamo una forza di ritorno". (PO/Gil)

 

 EMIGRAZIONE, "RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO" IN VERSIONE E - BOOK

"Il volume fino alla scorsa edizione solo cartaceo sarà disponibile anche nella versione e-book". Lo ha detto riferendosi al Rapporto Italiani nel Mondo 2014 (ed. Tau) - che è stato presentato questa mattina a Roma, presso l' Auditorium "V. Bachelet" The Church Palace Domus Mariae - Delfina Licata, curatrice del Rapporto. "Al volume, di oltre 530 pagine, hanno collaborato 55 autori" ha ricordato Licata. Nel corso della presentazione non è mancato un momento di commozione: "Vorrei ricordare una persona per noi importante che è venuta a mancare solo qualche mese fa - ha detto emozionata Licata - Padre Graziano Tassello". (PO /Gil)

 

EMIGRAZIONE, E. MARINO (PD) : RIFLETTERE SU FENOMENO, PENSARE NUOVE POLITICHE 

"Oggi ad emigrare sono braccia e menti. Partono giovani laureati, ricercatori, studiosi. Chi ha un buon bagaglio culturale alle spalle. Così come partono coloro che vanno alla ricerca di un lavoro migliore". A parlare è il responsabile Italiani nel mondo del Pd Eugenio Marino, che ha preso parte questa mattina a Roma alla presentazione del "Rapporto italiani nel mondo 2014" della Fondazione Migrantes. Dalla ricerca emerge che il numero di italiani che vanno a vivere all' estero cresce. Non solo: non si emigra solo dal Sud Italia ma anche dal Nord, specie dalla Lombardia: "Segno - dice Marino - che la crisi economica non risparmia nessuno: non interessa solo alcune zone. Non è un caso se si lasciano anche quelle che sono le Regioni ' più avanzate' del nostro Paese. Tuttavia, si emigra anche perché c'è voglia di trovare condizioni migliori, di confrontarsi con altre realtà, per arricchirsi e fare nuove esperienze. Su questo mi trovo d' accordo su quanto ha detto oggi Mario Giro, sottosegretario agli Affari esteri con delega agli italiani nel mondo: non bisogna sempre guardare all' emigrazione con senso nostalgico e soprattutto il problema è che l' Italia non è attrattiva". "Manca - secondo l' esponente del Pd - la circolarità".  In occasione della presentazione "Rapporto italiani nel mondo 2014" della Fondazione Migrantes si è riflettuto anche su come oggi può essere raccontato il fenomeno dell' emigrazione: "Vorrei sottolineare con un pizzico di vanto - spiega Marino - che il Pd già nel lontano 2011 suggerì con un seminario organizzato in occasione dei 150 anni dell' unità d' Italia, ' Una grande Italia oltre l' Italia', una nuova chiave di lettura del fenomeno dell' emigrazione di ieri e di oggi, individuando problemi e potenzialità. In quell' occasione ricordammo quanto fosse importante fare una riflessione sul fenomeno migratorio e quanto fosse importante elaborare una visione nuova. Abbiamo avviato con quel convegno un' analisi tra l' emigrazione tradizionale e quella definita ' nuova emigrazione' mettendo in luce - continua Marino - l' importanza delle politiche per gli italiani nel mondo, l' importanza di ' fare rete'. Quel convegno generò non pochi elementi di riflessione e spunti interessanti". Proprio sulle politiche per gli italiani all' estero Marino è tornato sulle parole di Giro che oggi ha sottolineato la propria volontà di battersi per la "rivitalizzazione" dei Comites: "Appoggio Giro. Credo che sia necessario un rinnovo generazionale di queste rappresentanze. Il rinnovo dei Comites è però solo un primo passo. Un passo in avanti a cui dovranno seguirne altri in futuro. Passi che saranno altrettanto fondamentali per la politica degli italiani nel mondo". "Dobbiamo affrontare le elezioni per il rinnovo dei Comites - continua il responsabile Pd Italiani nel mondo - senza preoccupazione, senza demoralizzarci sui dati di affluenza che giungeranno. Forse è vero, voterà poca gente. I tempi sono stretti". Ma questo, tuttavia, oggi non è una novità. Marino, infatti, invita a riflettere su quello che è ormai è un fenomeno inconfutabile: "La disaffezione al voto, il calo dell' affluenza", un problema, dunque, che non ha solo a che fare con i Comites. L' augurio però è quello: "Speriamo ci sia una buona partecipazione". (Gil)

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