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direttore Paolo Pagliaro

MA CHE VERGOGNA
GLI INSULTI A FORNERO

di Paolo Pagliaro

Sono quasi due anni che Matteo Salvini conduce la sua personale e quasi sempre triviale offensiva contro la professoressa Elsa Fornero, ministro del lavoro nel governo Monti.

“Se mai la Fornero passerà da Pontida mi auguro che la prendiate a calci nel culo per 10 chilometri” aveva esordito Salvini il 17 agosto 2013. Da allora è stato un crescendo di maledizioni e imprecazioni che ha raggiunto il punto più alto – o più basso - con l’insulto pronunciato il 28 febbraio scorso sul palco di piazza del Popolo.

Non è stata solo un’offensiva turpiloquente. Ci sono state anche delle vere e proprie spedizioni sotto casa Fornero, a San Carlo Canavese.

In questa vicenda quello che più impressiona è stato il silenzio dei chierici, cioè di tutti coloro che – ricoprendo incarichi di responsabilità nella politica, nel giornalismo, nell’economia, essendo insomma classe dirigente – in passato avevano compreso e ci avevano spiegato che la riforma Fornero – per quanto dolorosa e sporcata dal grave errore degli esodati (non imputabile che in minima parte al ministro) - aveva salvato l’Italia dalla bancarotta.

Lo hanno ricordato in pochi, in questi anni di insulti. E adesso finalmente lo ha ricordato Mario Monti, che - dopo aver riconosciuto a Salvini e ad altri il diritto di criticare aspramente una legge approvata dal parlamento a larghissima maggioranza – ha però aggiunto che è vile prendersela con una donna coraggiosa che, in modo disinteressato, ha reso allo Stato un servizio di grande valore e che ancor oggi, tornata a vita privata, è sottoposta a un vergognoso linciaggio. Era ora che qualcuno lo dicesse forte e chiaro. (18 mar)

(© 9Colonne - citare la fonte)