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direttore Paolo Pagliaro

A Milano rivive
il genio di Leonardo

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Milano rivive <br> il genio di Leonardo

Si tiene in occasione dell’Expo di Milano la più grande e importante esposizione dedicata a Leonardo mai realizzata in Italia. A Palazzo Reale, fino al 19 luglio, “Leonardo 1452-1519“ raccoglie oltre 200 opere da un centinaio di musei e istituzioni da tutto il mondo, che hanno eccezionalmente prestato opere preziose delle loro collezioni, come i tre dipinti di Leonardo provenienti dal Louvre e i trenta disegni autografi della collezione di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Anche la Pinacoteca Ambrosiana, considerata la casa milanese di Leonardo, che presta il celebre Ritratto di Musico e ben trentotto disegni dal Codice Atlantico, è tra i principali protagonisti della mostra. La mostra, curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, tra gli storici dell'arte più importanti per gli studi sul grande genio del Rinascimento, è promossa dal ministero dei Beni culturali. Il percorso espositivo presenta opere autografe di Leonardo - dipinti, disegni e manoscritti -, introdotte dalle opere dei suoi predecessori - pittori, scultori, tecnici, teorici - che possano contestualizzare il contributo di Leonardo nella storia dell’arte, della scienza e della tecnica e offrire nel contempo una visione della figura di Leonardo artista e scienziato del suo tempo, senza concessioni alla mitografia e alla banalizzazione.  (red)

VENEZIA: DE CARLO, ARCHITETTO DELL’ABITARE

Fino al 17 luglio l’Università Iuav di Venezia ripercorre il lavoro dell’architetto Giancarlo De Carlo (1919-2005) dedicato al tema dell’abitare - dalla casa privata alla residenza collettiva- tramite complessi architettonici pensati come sistemi di connessione tra le parti, con infinite possibilità di espansione. Esposti disegni originali, materiali fotografici e documenti dell’archivio Giancarlo De Carlo, ora custoditi dall’ateneo veneziano, nei quali il principio insediativo non si traduce nella ricerca della singola figura armoniosa, ma valorizza, sotto l’effetto di una forza centrifuga che esso stesso genera, gli spazi tra gli edifici, concepiti, così, come catalizzatori di vita sociale. Ne risulta una visione plurima e sfaccettata della realtà che l’architetto ha scelto, per tutta la sua vita, di rappresentare senza attenuarne l’inestricabile complessità. Attraverso l’arco cronologico di venti anni (1949-1969), la mostra testimonia come la critica ai principi dogmatici del Moderno, sia presente nella produzione di De Carlo ben prima che questi entrasse a far parte del dibattito culturale internazionale.  (red)

 TORINO, MODIGLIANI E LA BOHÈME 

Intorno alla figura centrale di Amedeo Modigliani la mostra “Modigliani e la Bohème di Parigi” presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris”, la corrente che ebbe protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico e culturale di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte. In mostra, alla Gam di Torino, fino al 19 luglio, circa 90 opere racconteranno questa esperienza artistica - accanto a Modigliani alcuni nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcousiss, Survage, Picasso - tra cui sessanta capolavori provenienti dal Centre Pompidou di Parigi e da importanti collezioni pubbliche e private d’Europa. Partendo dal significativo corpus di opere del Centre Pompidou, nelle cui collezioni Modigliani entrò a far parte già nella metà degli anni ’30 del Novecento, si possono ammirare gli splendidi ritratti dei suoi amici (Il giovane ragazzo rosso del 1919), delle sue amanti (Lolotte del 1917) o dei mercanti, affiancati a dipinti, disegni e sculture provenienti da altre prestigiose collezioni pubbliche e private e da un dipinto delle collezioni della Gam, la celebre Ragazza Rossa del 1915 . In questi dipinti emerge il noto “Stile Modigliani” caratterizzato da una sintesi estrema, tanto che i personaggi ritratti non si rivelano nella loro identità, se non per alcuni dettagli, come i vestiti o le capigliature. (red)

MILANO, IL RITORNO DI BOTERO

Dopo la personale del 2006 Fernando Botero torna a Milano, e alla Galleria Tega, con una mostra che comprende un nucleo di Nature morte e una serie di dipinti realizzati negli ultimi vent’anni con i temi a lui più cari, dal Circo ai Nudi, dalla raffigurazione del potere a quella della famiglia, unitamente a un gruppo di opere su carta e di sculture in bronzo. Apolide eppure legato alla cultura della sua terra, l’83enne artista colombiano ha anticipato di diversi decenni l’attuale visione globale di un’arte senza più steccati né confini: lo si può leggere ed apprezzare in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, se ne apprezza il continuo richiamo alla classicità in una visione assolutamente contemporanea che include nella riflessione la politica e la società. Per questa sua mostra milanese, Botero si presenta in forma smagliante. Tra i quadri più spettacolari, oltre al gruppo di Nature morte inedite, troviamo The Family (2014), capolavoro di sintesi sia nella composizione dei quattro personaggi sia nel paesaggio sullo sfondo, con l’invenzione dell’albero che taglia in orizzontale l’equilibrio come accadeva in certe Marine di Carlo Carrà. Spicca anche lo straordinario Woman Sleeping (1998) dove la figura irrompe nello spazio e ne determina una nuova vita grazie al proprio incombente volume che si staglia su pochi e sintetici dettagli dello sfondo.(red)  

LONDRA: IL MOVIMENTO ZERO

La Cortesi Gallery di Londra inaugura il suo nuovo spazio espositivo con una collettiva, fino al 18 luglio, sul movimento Zero. Comprendendo un numero di opere dei Modern Master europei, tra cui Enrico Castellani, Lucio Fontana, Jan Schoonhoven, Gunther Uecker e Paolo Scheggi, la mostra analizza le affinità concettuali e formali che hanno attraversato la scena artistica contemporanea in Europa tra il 1960 e il 1970. La recente mostra al Guggenheim Museum di New York dimostra come ultimamente il movimento Zero stia ottenendo una rilevanza sempre maggiore a livello internazionale. Composto da una rete d’intellettuali e artisti, il gruppo Zero nasce ufficialmente nel 1958. Movimento transnazionale, sostanzialmente europeo (ma con appendici negli Stati Uniti e in Giappone), vede in Heinz Mack, Otto Piene e Gunther Uecker i fondatori e gli animatori, attorno ai quali si sono riuniti artisti olandesi, tedeschi, belgi, francesi, svizzeri e italiani. Mostrandosi simile a Fluxus, Zero diviene una bandiera irridente e allo stesso tempo operativa, fattiva, nuova, come una nuova versione futuristica di Dada, dove i materiali, le forme e le azioni rispondono ai nuovi parametri della società, sottolineando la speranza per il futuro.  (red)

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