Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“Energia, Giustizia e Pace”: Chiesa tra fede e scienza

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“Energia, Giustizia e Pace”: Chiesa tra fede e scienza

“ENERGIA, GIUSTIZIA E PACE”: CHIESA TRA FEDE E SCIENZA
Il legame tra fede e scienza ha da sempre contraddistinto il rapporto tra chiesa e società civile. Il libro "Energia, giustizia e pace", redatto dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace e presentato nell'auditorium della sede nazionale dell'Enea, declina questo rapporto parlando del tema energetico "nel contesto attuale dello sviluppo e della tutela dell'ambiente". "Questo volume cerca di essere un sussidio per aiutare la riflessione su questi temi. C'è il desiderio di presentare tutte le diverse forme di energia, le sfide e le minacce che queste possono portare", ha spiegato il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, che ha sottolineato l'importanza crescente dell'accesso all'energia. “I pannelli solari in certi villaggi riescono a cambiare la vita delle persone - ha proseguito -. La luce consente ai bambini di fare i compiti la sera e di, per esempio, ricaricare la batteria del telefono consentendo l'accesso alle informazioni". Il libro è strutturato in due parti: una prima sull'energia come sfida per la giustizia e la pace, la seconda analizza l'energia come elemento di sviluppo. Fra gli argomenti considerati: il ruolo delle istituzioni e dell'educazione; il rapporto tra energia e nutrizione, le attese riguardanti i progressi tecnologici. Per il vescovo Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio che ha redatto il libro, l'energia "non va vista solo come merce ma come bene comune" da gestire attraverso "una autorità sovranazionale con compiti precisi" e una "governance che deve essere istituita certo dall'opera dei governi ma soprattutto dal basso, quindi in maniera democratica attraverso principi di sussidiarietà in un contesto di solidarietà e bene comune universale". (Naf)

“IO VI VEDO” DI SIMONETTA SANTAMARIA
Napoli, novembre 2011. Sul ciglio di una strada di periferia viene trovato il cadavere della giovane Lucia Campobasso. È stata uccisa in modo brutale: per gli inquirenti, si tratta di un’esecuzione. Ma i responsabili rimangono ombre inafferrabili, ombre che tormentano il padre della vittima, un poliziotto. Febbraio 2012. Maurizio Campobasso, capo del reparto investigativo anticrimine di Napoli, ha ricevuto una soffiata “sicura”: in una cascina abbandonata sono rinchiusi dei clandestini, in attesa di essere mandati per le strade a rubare o a prostituirsi. Dopo aver circondato l’edificio, però, la squadra viene assalita alle spalle da un commando armato. Nell’agguato muoiono quattro agenti e Campobasso perde un occhio. Era una trappola. Maggio 2012. Menomato nel fisico e stravolto dal dolore e dal rimorso per la perdita della figlia e dei colleghi, Campobasso si dimette dalla polizia. Le indagini non hanno portato a nulla e lui ha perso ogni fiducia nelle istituzioni. Ma il suo animo è tormentato dall’oscura sensazione che tutte quelle morti siano collegate e che sia proprio lui, Maurizio Campobasso, la chiave di un piano criminale più vasto e sanguinario di quanto si possa immaginare. È ora di mettere da parte la legge e di agire, nell’ombra, come un feroce giustiziere solitario. È ora di scatenare una spietata caccia all’uomo – o agli uomini – che non risparmierà niente e nessuno. Tutto questo è “Io vi vedo” (Tre60, pp. 364, 9,90 euro) di Simonetta Santamaria. (PO / Red)

“ITALIAN BEAUTY”: INNOVAZIONE E CREATIVITA’ ITALIANE
Colori, sperimentazione e filo diretto con i clienti o, meglio ancora, con i fan. In anni di diminuzione generalizzata del potere d'acquisto, il mondo della bellezza ha saputo perseguire l'innovazione e comprendere a fondo i sentimenti e i bisogni del proprio mercato, riuscendo a crescere pur dentro la crisi. L'elemento chiave della tenuta va ricercato nell'adozione di strategie “in movimento”, con cui gli operatori hanno messo in discussione il passato dal posizionamento all'organizzazione della filiera ai rapporti con i comunicatori e i trend setter, compiendo la scelta di dare la parola ai consumatori, anzi, alle consumatrici. Gabriella Lojacono e Anna Airoldi, le due autrici di “Italian beauty” (Rizzoli, pp. 224, 18 euro) uniscono la competenza tecnica alla passione per la bellezza e propongono un viaggio esclusivo nei segreti di un mondo pieno di sfumature, che può costituire oggi, anche per altri ambiti, un paradigma di innovazione. (PO / Red)

“UN’IDEA DI DESTINO”: I DIARI DI TIZIANO TERZANI
“Un'idea di destino” nasce nel 1984 dalla fine di un grande sogno: il desiderio di Tiziano Terzani di poter essere, come corrispondente dalla Cina, uno dei primi testimoni al mondo della realizzazione di una nuova società all'insegna dei principi del comunismo. Nel marzo di quell'anno, però, il governo cinese lo fa arrestare per "crimini controrivoluzionari" per poi espellerlo definitivamente dal Paese. È da questo trauma profondo che muovono questi inediti, “Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria” (Longanesi, pp. 496, 19,90 euro). In un continuo e appassionato procedere dalla "storia alla storia" personale, viene alla luce il Terzani uomo, padre, marito; un intellettuale attento e preoccupato, armato più di domande che di facili risposte. In quegli stessi anni, Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere ai propri cari, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall'autore stesso, fino al suo ultimo scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c'è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma. (Red)

“UN COMUNISTA IN MUTANDE”: L’ARGENTINA DI CLAUDIA PINIERO
Una ragazzina di tredici anni ricorda l’estate del 1976 a Burzaco, in provincia di Buenos Aires. Fa molto caldo e per il padre, rivenditore di ventilatori, questa è una fortuna. Appartenente alla piccola borghesia argentina, la ragazza gode di una vita serena, come tante sue coetanee: la piscina con le amiche, la nonna con il pollaio in fondo al giardino, le vivaci riunioni di quartiere per rivendicare il primo monumento alla bandiera. Ma quell’estate tutto cambia, e quando il golpe militare destituisce Isabelita Perón a favore di un “governo d’emergenza” è l’inizio della dittatura e della paura per il padre così amato. Paura dovuta al fatto che è un comunista dichiarato, seppur del genere romantico, utopico, non del tipo attivo nelle lotte politiche. Ma sono tempi pericolosi, in cui anche solo un sospetto può essere fatale. L’ultimo romanzo di Claudia Pineiro, “Un comunista in mutande” (Feltrinelli, pp. 160, 14 euro) è un flashback della sua infanzia, un omaggio al padre che fonde fatti e finzione e che diventa un romanzo sulla giovinezza, il ritratto di un’epoca, di una classe sociale e di un Paese. (PO / Sip)

(© 9Colonne - citare la fonte)