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direttore Paolo Pagliaro

Al Maxxi “Non basta ricordare”: collezioni in dialogo

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Al Maxxi “Non basta ricordare”: collezioni in dialogo

In “Non basta ricordare”, fino al 28 settembre al Maxxi di Roma, oltre 200 opere di 70 artisti e architetti dalle collezioni di arte e architettura del museo dialogano in una mostra che coinvolge tutti gli spazi del museo. Protagonisti, tra gli altri, Christian Boltansky, Elisabetta Benassi, Maurizio Cattelan, Alberto Campo Baeza, Teddy Cruz, Giancarlo De Carlo, Gilbert&George, Alfredo Jaar, Ilya ed Emilia kabakov, Paul Mccarthy, Nobuyoshi Araki, Tony Oursler, Adrian Paci, Michelangelo Pistoletto, Gerhard Richter, Aldo Rossi, Doris Salcedo, Carlo Scarpa, Superstudio, Lara Favaretto, Toyo Ito, Vedovamazzei, Kara Walker, Lawrence Wiener, Cino Zucchi. Il progetto cerca di aprire ulteriori riflessioni sulla reinvenzione del museo di arte oggi. La mostra inoltre evolve nel tempo e si apre all’interazione del pubblico. Le opere d’arte non sono state allestite solo per entrare criticamente in dialogo con un preciso contesto architettonico; ma, cosa più importante, esse innescano ulteriori azioni tra cui la ricerca, il coinvolgimento della collettività e il suo ampliamento, attraverso diversi modi di supportare l’istituzione con passione civica e partecipazione”. (red)

ARTISTE ITALIANE EBRAICHE DEL ‘900
La mostra “Artiste del Novecento”, fino al 5 ottobre alla Galleria d’arte moderna di Roma Capitale, intende analizzare e far conoscere l’opera di alcune importanti artiste che nel tessuto culturale dell’Italia del Novecento hanno saputo affermare in ambito ebraico e femminile, una propria piena indipendenza creativa e intellettuale. La mostra, che ha le sue premesse nella precedente edizione che si è tenuta a Padova nel 2013, in questa nuova edizione vuole proporre all’attenzione del pubblico oltre le figure di Antonietta Raphaël, Paola Consolo, Eva Fischer, Gabriella Oreffice, Adriana Pincherle, Silvana Weiller, anche la peculiare testimonianza di alcune artiste legate all’ambiente romano per cultura e formazione: Corinna e Olga Modigliani, Anna e Lilly Nathan, Pierina Levi, Amalia Goldmann Besso, Amelia Ambron e Wanda Coen Biagini. Le opere presentate permettono di apprezzare la qualità dei linguaggi artistici individuali e, insieme, di evidenziare quel nesso inestricabile fra impegno artistico e identità ebraica, vita pubblica e vita privata, che contraddistingue la produzione di ognuna. (PO / red)

L’ARTE VEGETALE DI GIUSEPPE PENONE
Forte di Belvedere e il Giardino di Boboli, grazie alla collaborazione tra il Comune di Firenze e la Soprintendenza per il Polo Museale fiorentino ospitano, fino al 5 ottobre, “Prospettiva vegetale”, un grande progetto espositivo dedicato a Giuseppe Penone, artista tra i più affermati a livello internazionale. Dopo i successi ottenuti con la mostra realizzata nei giardini della Reggia di Versailles e l’installazione delle opere permanenti alla Venaria di Torino, Penone si confronta ora con il parco storico di Boboli e con la sfida che Forte di Belvedere ha lanciato ad alcuni dei più grandi scultori del XX e del XXI secolo. Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti del calibro di Henry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, le sculture dell’artista di Garessio si dislocheranno tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il magnifico Giardino di Boboli, entrambi patrimonio dell’Unesco. Per la prima volta le due prestigiose sedi sono collegate tra loro in un percorso artistico che non ha precedenti. Le opere dell’artista creano, infatti, una nuova prospettiva volta ad alimentare un dialogo serrato tra scultura, architettura e paesaggio, ma anche tra presente, passato e futuro. Il pubblico può muoversi tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo skyline, seguendo il ritmo e la direzione delle opere di Penone, in cui visione e percezione sempre si rigenerano a partire da un rapporto profondo tra uomo e ambiente, tra corpo e natura vegetale. (red)

AD AREZZO CAPOLAVORI DALLE COLLEZIONI MEDICEE
Dalla collaborazione tra la Fondazione Ivan Bruschi e la Galleria degli Uffizi è nata la mostra “Nelle stanze dei Granduchi. Dagli Uffizi ad Arezzo: opere scelte dalle collezioni medicee” che si tiene fino al 5 ottobre nella Casa Museo di Ivan Bruschi. Sono trenta i dipinti esposti, paesaggi, scene di genere, nature morte, temi letterari e mitologici, temi sacri, bozzetti, ritratti e autoritratti. Fra gli artisti si segnalano Paolo Veronese, Cristofano Allori, Pietro da Cortona, Salvator Rosa, Alessandro Magnasco, Sebastiano Ricci. I quadri selezionati per questa mostra fanno per lo più parte del patrimonio della famiglia Medici, oggi distribuito nei principali musei di Firenze ma in origine conservato ed esposto quasi integralmente nella reggia di Palazzo Pitti, scrigno di capolavori che destava la meraviglia dei viaggiatori italiani e stranieri ammessi a corte. La Casa Museo Ivan Bruschi è l’antica dimora dello storico antiquario aretino Ivan Bruschi, ideatore e animatore della Fiera Antiquaria di Arezzo, che quest’ultimo ha voluto lasciare in eredità a Banca Etruria, amministratrice della struttura tramite la Fondazione Ivan Bruschi. (red)

YOKO ONO E LE SUE “SORELLE”
A 60 anni dalla firma dell’accordo di cooperazione culturale tra l’Italia e il Giappone e dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sui diritti politici delle donne, il Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto presentano nel museo romano, fino al 5 ottobre, la collettiva “The Pink Gaze” dedicata a quattro tra le più significative artiste giapponesi contemporanee: Atsuko Tanaka (1932), Yoko Ono (1933), Kazuko Miyamoto (1942), Chiharu Shiota (1972). Nota in particolare per il suo Electric Dress (1956), vestito realizzato interamente con neon colorati, Atsuko Tanaka (1932-2005) rappresenta pienamente l’immagine del Giappone del dopo-guerra, paese provato da un lungo conflitto, ansioso di liberarsi di ogni sovrastruttura e imposizione totalitaria. Rottura con la tradizione e orientamento verso il futuro sono punti condivisi anche da Yoko Ono (1933) scelta per rappresentare gli anni’60 e quelle ricerche artistiche riconducibili a quella che lo storico dell’arte Yoshiaki Tono definì la post-Hiroshima generation. La mostra vuole presentare una rassegna di alcuni dei principali film realizzati dall’artista nell’ambito del movimento Fluxus. Con Kazuko Miyamoto (1942) si passa al periodo successivo, il ventennio a cavallo tra la fine dell’epoca Showa (1926-1989) e l’inizio di quella Heisei (1989-), uno dei più complessi della storia del Giappone contemporaneo. In questo spazio di tempo scandito dalla morte dell’imperatore Hirohito (1901-1989), il paese giunge al suo apice di ricchezza per entrare subito dopo nella più profonda crisi economica dal dopo-guerra. Miyamoto, nota fin dagli anni ‘70 negli ambienti dell’arte minimalista americana per cui grande importanza avrà la lunga collaborazione con Sol LeWitt, a partire dagli anni ‘80, inizia ad orientare la sua ricerca verso problematiche di matrice identitaria e di genere. Si entra infine nel nuovo millennio con la più giovane delle artiste in mostra, Chiharu Shiota (1972). Nei lavori di Shiota, nota per le sue installazioni monumentali, delicate e conturbanti, si legge tutta l’inquietudine di una memoria che riaffiora dal sogno. (PO / red)

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