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“ANNUNCITE”? ARRIVANO I “MILLEGIORNI” DI RENZI

“ANNUNCITE”? ARRIVANO I “MILLEGIORNI” DI RENZI

“Oggi è il giorno zero”: nonostante il countdown non parta nella slide alle sue spalle, il presidente del Consiglio Matteo Renzi annuncia l’avvio del cronoprogramma dei “Millegiorni”, l’attività di governo che fino al maggio 2017 sarà certificata “passo dopo passo”, come si chiama il sito dedicato. Compito affidato al sottosegretario Graziano Delrio e al ministro Maria Elena Boschi, al fianco del premier in conferenza stampa. Il premier ricorda quanto realizzato in questi sei mesi, riferendosi soprattutto all’impostazione della riforma del lavoro che ha “portato dei risultati verificabili immediati con un aumento della occupazione da febbraio a oggi” nonché all’avvio delle riforme costituzionali, e lo rivendica: “Se mi avessero detto che nei primi sei mesi avremmo portato a casa le cose che abbiamo fatto io non ci avrei mai creduto”. E contro l’“annuncite” di cui viene accusato si autosomministra l’antidoto: “C’è un countdown, la presenza della verificabilità dei risultati è una grande rivoluzione nella politica italiana - spiega il premier - nel momento i cui sei accusato di ‘annuncite’, noi rispondiamo con una data alla quale siamo autocostretti”. “Ha un senso impiccarsi per una data?” si chiede Renzi alludendo anche alle perplessità di esponenti del governo circa la sua ossessione per le scadenze precise dei singoli provvedimenti, rispondendosi di “sì”: “L’espressione accountability non esiste in italiano come traduzione, è un concetto di responsabilità estesa, vuol dire che qualcuno deve rendere conto di ciò che fa. Mettere una data precisa è un elemento chiave che ha consentito di superare tante resistenze”. “Passo dopo passo” il sito sarà aggiornato già da domani con i contenuti sull’agricoltura, poi mercoledì con gli attesi provvedimenti sulla scuola. In tempo reale saranno documentati anche l’uso dei fondi europei e i decreti attuativi. “Il giorno del giuramento del nuovo governo erano 889 i decreti attuativi, oggi sono 528 - informa Boschi - Nell’arco di sei mesi abbiamo dimezzato il numero dei decreti attuativi dei governi precedenti”. Il presidente del Consiglio sottolinea come il governo sia impegnato su una “doppia partita”: una di “rilevanza italiana in Europa che non si esaurisce nell’organizzazione della Commissione, nel mettere un bandierina su una poltrona”, ma che consiste “nell’imporre una nuova strategia”; l’altra, sul fronte interno, per stabilire che l’Italia “non è il Paese che produce a meno ciò che fanno già tutti”, ma il Paese “dove si dà il gusto salario facendo ciò che non fa nessuno”. Da qui Renzi introduce il discorso sul bonus di 80 euro, assicurando che “non torniamo indietro, non diciamo alle famiglie italiane ‘abbiamo scherzato’, anzi cercheremo di allargare la platea del bonus”, ma senza mai “ingenerare false aspettative”. Soprattutto, ribadisce Renzi, mantenendo il limite del 3% tra deficit e Pil e “utilizzando la flessibilità che l’Ue ci consente”.

 


“ARTICOLO 18? TEMA IDEOLOGICO” -
Il presidente del Consiglio affronta poi il tema dell’articolo 18, sottolineando che “il dibattito estivo sull'articolo 18 è un evergreen, una volta l’anno se non c’è questo dibattito non vale, un giorno mi piacerebbe discuterne sul serio” sottolinea il premier, aggiungendo: “Stiamo discutendo di una cosa importantissima ma che riguarda 3.000 persone l’anno su un Paese di 60 milioni di abitanti. Mi sembra una questione un po’ ideologica”. Il premier spiega che con la delega sul lavoro “riscriviamo lo statuto dei lavoratori, cambiamo gli ammortizzatori sociali, il che vuol dire guardare la luna anziché il dito”, mentre “il contratto a tutele crescenti è uno strumento su cui credo ci possa essere un’ampia maggioranza in ambito Parlamentare”. Sul lavoro, sottolinea inoltre il premier, “dobbiamo smetterla di parlare male della Germania, sul lavoro la Germania è un modello, non un nostro nemico” e assicura che “alla fine dei mille giorni il diritto del lavoro sarà totalmente trasformato e l’Italia sarà un Paese semplice in cui investire”.

 

 

 


“PER ORA NESSUN RIMPASTO”
- “Renzi esclude infine “scossoni” a breve sulla composizione del governo, in seguito alla nomina del ministro degli Esteri Federica Mogherini alla guida della politica estera europea: “Un ministro lascerà questo governo il 25 o il 26 ottobre, dopo il voto del Parlamento europeo. Da un paio di giorni prima inizieremo a pensarci. Fino ad allora Federica Mogherini è il ministro degli Esteri. Non c’è nessuna discussione sul rimpasto”. Insomma, l’esecutivo è ben saldo e a chi sostiene che la “luna di miele” con il Paese sia finita Renzi replica che “per qualcuno non è neanche cominciata, sono le stesse frasi che sentivo la settimana prima delle elezioni europee, portano bene”. “Abbiamo chiaro il disegno d’insieme del puzzle e riusciremo a realizzarlo – assicura il premier -, ci diranno che saremo ambiziosi o arroganti ma noi il Paese lo cambiamo davvero”. (Roc – 1 set)

 

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