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direttore Paolo Pagliaro

Max Tortora, “L’amore
e la follia” al Sistina

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Max Tortora, “L’amore <br> e la follia” al Sistina

Max Tortora torna sulle tavole del palcoscenico: dal 4 al 9 novembre al Teatro Sistina. Il suo one man show  si chiama “L’amore e la follia”: e proprio nel titolo sono racchiuse le due cose che per Max contano nella vita, l'amore e la follia, i binari su cui far scorrere tutto il resto. Essendo un attento osservatore, Tortora porta in scena le sue considerazioni della realtà e le relative rielaborazioni artistiche: "Sarà un minestrone di attualità, televisione e tanta musica. Il tutto condito con un po' della mia follia". In scena con lui, oltre ad una band di 6 elementi professionisti, 2 splendide ballerine e Giovanni Andreucci, un grande artista, Stefano Sarcinelli "che per me e' il Gianni Agus dei nostri tempi; e' bravissimo, ha i tempi della Commedia dell'Arte. Insieme sul palco siamo perfettamente accordati". Ogni sera sul palco ci sarà anche qualcosa di nuovo: "Voglio ospitare tanti amici con le loro incursioni musicali e teatrali". Insomma, un viaggio a zonzo tra racconti, gag, imitazioni e tanta musica. (red)

AL PICCOLO ELISEO “STORIE D’AMORE CON PENA DI MORTE”

Sarà in scena a Roma, al Piccolo Eliseo Patroni Griffi - dal 22 ottobre al 2 novembre - “Storie d’amore con pena di morte” scritto e diretto da Marco Costa. Protagonisti sul palco: Lorenzo De Angelis, Nina Torresi, Paolo Macedonio, Stella Egitto. Giovani, carini e infervorati. Artico Fontana, un brillante copyrighter sex addicted e il suo migliore amico Sanni Giacchino, uno chef stellare che conduce una fortunata trasmissione televisiva di cucina, vanno a cena con Mia Montini e Frida Mattioli, rispettivamente una redattrice dello spettacolo con velleità di saggista ed un’attrice di fiction bipolare e psicofarmizzata. Da quella sera tutto cambia. Un anno dopo Sanni e Frida, innamorati e conviventi, sono sull’orlo di una crisi di nervi mentre Artico e Mia, rincontratisi per caso ad un evento mondano, instaurano una vertiginosa relazione sessuale condita di cinismo che li porterà verso la catastrofe. Le vicende tragicomiche e iperreali delle due coppie turbolente generano un affresco disperato e esilarante dell’impossibilità di amarsi nell’epoca del selfie, offrendo una spietata riflessione sulle dinamiche sentimentali delle nuove generazioni, sulla loro social solitudine, sui meccanismi della persuasione, sulla decadenza morale e la mancanza di coscienza. (PO /red)

CALCIO E SORRISI: “L'IMPORTANZA DI NON ESSERE JUVENTINI”

Dal 23 al 26 ottobre al Teatro Kopó di Roma (via Vestricio Spurinna 47/49) va in scena una delle più grandi passioni degli italiani: il calcio. Fulvio Maura e Angelo Sateriale sono gli autori e i protagonisti de “L'importanza di non essere juventini” un divertente spettacolo che attraverso il calcio lancia uno sguardo alla vita e alla società moderna. Il calcio è esaltazione collettiva, è l'orgoglio di identificarsi in una maglia, in una città, in un popolo. Il calcio è l'isteria dell'esultanza, è l'urlo liberatorio dopo un gol. Ma Il calcio non è solo gioia, a volte è anche dolore, sofferenza, ingiustizia, sopruso, raggiro, malafede. Altre volte è rivincita, riscatto, raggiungere un traguardo insperato, è la magia di rinascere dalle proprie ceneri. Con L'importanza di non essere Juventini, Angelo Sateriale e Fulvio Maura regalano un punto di vista diverso e comico sullo sport che più di tutti unisce e divide l'Italia. (PO / red)

 

 

DANZA, ALL’ELISEO ARRIVA FRÉDÉRICK GRAVEL

Per la prima volta in Italia arriva al Romaeuropa Festival un astro nascente della danza canadese, Frédérick Gravel, il 18 e 19 ottobre al Teatro Eliseo con “Usualy beauty fails”, potente omaggio coreografico e musicale all’universo della bellezza, tra seduzione, vulnerabilità e ironia.
 Coreografo, danzatore, regista, chitarrista, cantante nato in Québec, Gravel, con la sua compagnia di danzatori e musicisti mescola generi e stili, regalando uno spessore intellettuale alla danza, in un tracciato aperto da altri canadesi come La La La Human Steps e la Compagnie di Marie Chouinard. La cifra pop dei suoi lavori –che definisce concerti coreografici per la presenza in scena di musicisti tra cui Gravel stesso che si alterna tra danza, chitarra e voce–, è nel giocare con lo spirito del nostro tempo, incrociando poesia e luoghi comuni, la cultura popolare e quella dominante. Il suo linguaggio è fatto di intensità fisica, virtuosismo grezzo, energia che sprigiona dai movimenti di ogni giorno, incorniciate in una colonna sonora di rock e pop con potenti venature elettroniche, composta ed eseguita per questo spettacolo da Stefan Boucher e Philippe Brault.
 Usually beauty fails è una lucida esplorazione dell’universo dell’amore, della bellezza e delle relazioni umane: ispirandosi ai video musicali con il loro facile erotismo, Gravel esalta la visione frontale dello spettacolo, per creare una atmosfera di sensualità e seduzione dove i danzatori sono al tempo stesso provocatori e vulnerabili. Come in altri suoi spettacoli, anche in questo suo ultimo lavoro Gravel inserisce momenti parlati, in cui si intrattiene sulla danza in modo informale creando una ambigua complicità con il pubblico. (red)

 

“L’ABITO DELLA SPOSA” CON PINO STRABIOLI E ALICE SPISA

Al teatro la Cometa di Roma dal 21 ottobre al 9 novembre andrà in scena “L’abito della sposa”, uno spettacolo di Mario Gelardi per la regia di Maurizio Panici con Pino Strabioli e Alice Spisa. Italia 1963. E’ l’anno del matrimonio Ponti – Loren, della visita in Italia di Kennedy, della scandalosa love story tra Teddy Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont. Alto- basso, rosa-nero, le vicende si alternano così nel paese e anche nella vita di Lucio. Sarto di abiti militari, Lucio ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora parla un dialetto che è un miscuglio di molte lingue. Lucio è un uomo di mezza età, un po’ irascibile, dai modi spicci e diretti,  ma in fondo una brava persona, quindi non se la sente - e forse non può proprio rifiutare - quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia. Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come fare, così è costretto ad assumere una giovanissima sartina, Nunzia, una ricamatrice che ci riporta direttamente all’atmosfera di quegli anni. Così il logorroico Lucio deve dividere la sua sartoria con la timida Nunzia “che per tirarle una parola di bocca ci vuole più di una tenaglia”. E’ l’incontro e la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite e tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di una ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini, raccontiamo il mondo fuori da quella sartoria, ma anche il piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto che finalmente possono svelare. (red)

 

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