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direttore Paolo Pagliaro

FARNESINA, GENTILONI
E’ IL NUOVO MINISTRO

FARNESINA, GENTILONI <br> E’ IL NUOVO MINISTRO

La politica estera del nuovo responsabile della Farnesina “sarà in continuità con quella dei governi precedenti” e “in particolare con il lavoro fatto dal ministro Federica Mogherini”. Ad assicurarlo, dopo il giuramento al Quirinale, è il nuovo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che sottolinea anche come l’Italia sia “un grande Paese” e il governo guidato dal premier Matteo Renzi sugli scenari internazionali e sul futuro dell’Europa “debba contribuire con la sua politica ad essere all’altezza di questo grande Paese”. Alla soglia dei sessant’anni (li compirà il prossimo 22 novembre) Gentiloni arriva alla Farnesina dopo una lunga esperienza politica che da militante del Partito di unità proletaria per il comunismo lo ha portato ad essere uno dei primi esponenti nazionali del Pd ad appoggiare Renzi (ha fatto anche parte del Comitato dei 45 fondatori del Pd nel 2007), passando per l’esperienza al Comune di Roma con Francesco Rutelli (di cui è stato portavoce e poi assessore al Turismo occupandosi in particolare del Giubileo del 2000) e la fondazione della Margherita. Un ministero Gentiloni inoltre l’ha già guidato, quello delle Comunicazioni dal 2006 al 2008 nel secondo governo guidato da Romano Prodi, legando il suo nome a un disegno di legge di riforma del sistema radiotelevisivo che non ha mai visto la luce. Eletto per la prima volta in Parlamento nel 2001, in questa legislatura Gentiloni ha lavorato finora nella commissione Esteri della Camera, oltre ad essere presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare. Niente outsider Lia Quartapelle, quindi, né uomini di esperienza come il viceministro Lapo Pistelli o la vicepresidente della Camera Marina Sereni o il direttore generale del personale del Mae Elisabetta Belloni. Questa volta per “cambiare verso” il premier Renzi ha scelto innanzitutto un uomo di cui si fida, conosciuto in tanti anni di militanza politica per la sua competenza e capacità di mediazione. E certo i dossier sul tavolo del nuovo responsabile della Farnesina non sono affatto semplici: la minaccia dell’Isis che sta sconvolgendo il panorama internazionale cancellando di fatto due entità statali come Iraq e Siria, il caos di un Paese non governato come la Libia, con tutte le tragiche conseguenze che questo comporta per le morti di migranti che si succedono quotidianamente nel Mediterraneo, la crisi russo-ucraina e i problemi per le nostre esportazioni. E poi il nuovo corso meno germanocentrico e rigorista da sollecitare in Europa con l’insediamento della nuova Commissione fino all’irrisolto “caso marò”. Un lavoro sicuramente impegnativo per il quale in molti nella maggioranza di governo (ma non solo) hanno espresso il loro incoraggiamento al nuovo ministro, fino alle più alte cariche dello Stato, con il presidente del Senato Piero Grasso che si è detto certo che il nuovo ministro degli Esteri “saprà interpretare al meglio l’incarico di alto prestigio e di responsabilità e affrontare con determinazione e competenza le sfide internazionali che attendono il nostro Paese e l’Europa in questo difficile momento”. Mentre la presidente della Camera Laura Boldrini ha sottolineato come Gentiloni “saprà valorizzare al massimo, nel nuovo importante incarico, la sua esperienza, il suo equilibrio, la sua capacità di mediazione, doti ancor più preziose in un momento in cui la situazione internazionale presenta molteplici focolai di tensione, dai confini orientali dell' Unione europea al bacino del Mediterraneo”. (31 ott - Pif)

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