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MARÒ, GOVERNO DELUSO
PENSA AD UN ARBITRATO

MARÒ, GOVERNO DELUSO <BR>PENSA AD UN ARBITRATO

“Delusione” mista a “irritazione”. Sono questi i due sentimenti dominanti, nel governo, all’indomani del rifiuto della Corte suprema indiana di concedere un permesso natalizio ai due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, da trascorrere in Italia: i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti promettono reazioni importanti. Il titolare della Farnesina informa che “il governo si riserva di prendere le iniziative idonee, a partire dal richiamo urgente per  consultazioni dell’ambasciatore a Nuova Dehli per consultazione, che non va confusa però – specifica - con una rottura delle relazioni diplomatiche. Tra le varie opzioni che sono sul tavolo – aggiunge Gentiloni – non possiamo certo escludere quella dell’apertura dell’arbitrato internazionale anche se ogni decisione verrà presa nei prossimo giorni”. Da parte del governo c’è “irritazione” spiega Gentiloni “per il fatto che la Corte Suprema abbia respinto le richieste, di carattere del tutto umanitario, dei due fucilieri. Gli indiani chiedono il rispetto delle leggi e d’altra parte vengono meno al rispetto dei diritti umani più elementari dei due marò. Siamo tutti consapevoli di quanto ci sia in gioco, dal punto di vista umano, per i due fucilieri: la situazione di Girone è particolarmente angosciosa, mentre per Latorre la priorità è il completo recupero fisico. Ma sono anche in gioco principi irrinunciabili di sovranità nazionale, credo che l’Italia abbia l’obbligo di reagire in modo fermo e unitario”. Irritata, ma anche “delusa”, il ministro Pinotti. “Siamo delusi e irritati dalla decisioni della Corte Suprema – spiega la responsabile della Difesa – Ci eravamo consultati attentamente prima della presentazione delle istanze, e ci aspettavamo un risultato diverso. La posizione di Girone, che rimane a Nuova Delhi, è quella che rimane più critica, con la sua permanenza da ormai 4 anni in India, mentre la priorità per Latorre è il pieno recupero fisico (il fuciliere di Marina è in Italia da qualche mese per curarsi dopo un ictus, ma dovrà rientrare in India, ndr) e nulla sarà fatto per ostacolare questo recupero. Auspico una risposta forte ma soprattutto unitaria”. Unità invocata anche da Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Affari esteri del Senato (“La decisione della corte indiana sui marò è gravissima, ma noi dobbiamo reagire con spirito di unità nazionale. Per cui ho chiesto al governo di istituire una cabina di regia che includa rappresentanti di opposizione per coordinare le iniziative”) ma spezzata subito dal Movimento 5 Stelle, che bollano la vicenda come “un’autentica vessazione nei confronti dei nostri due marò, e che palesa il fallimento del semestre Ue a guida Renzi. Il castello di bugie è crollato. Oggi, per l'Italia, è un giorno triste e buio”. (Sis – 17 dic)

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