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direttore Paolo Pagliaro

IRAQ, UNHCR: UNA CRISI UMANITARIA DIMENTICATA DAI GOVERNI

IRAQ, UNHCR: UNA CRISI UMANITARIA DIMENTICATA DAI GOVERNI

“In Iraq, a causa del violento conflitto in corso, si sta consumando una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi 20 anni. Siamo grati del contributo dato finora dai governi, ma non è abbastanza: abbiamo ricevuto meno della metà degli oltre 110 milioni di dollari necessari per contrastare l’emergenza inverno ed assicurare gli aiuti necessari ai quasi 2 milioni di sfollati e rifugiati iracheni in fuga dalle persecuzioni”. È l’appello lanciato da Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), che ha lanciato anche in Italia una campagna di raccolta fondi in favore milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria.

COSA SERVE IN IRAQ - I bisogni immediati della popolazione irachena sono cibo, acqua, servizi igienici, alloggi e beni come materassi, coperte e stoviglie. Per sostenere le operazioni di emergenza dell’Unhcr in Iraq, si può contribuire tramite ccp 298000 Causale (Crisi Iraq), oppure chiamando l’ 800.897.888 o su www.unhcr.it.

COSA HA FATTO L’UNHCR - L’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati ha appena portato a termine un ponte aereo per fornire aiuti per l’inverno nella regione del Kurdistan, nel nord dell’Iraq, dove le temperature arrivano fino a -16° C e dove trovano rifugio oltre 800 mila dei quasi due milioni di sfollati iracheni. I sette voli cargo in arrivo dal Pakistan hanno assicurato 25.000 kit di isolamento, ma l’Unhcr ha bisogno di altri 15.000 kit per raggiungere l’obiettivo di aiutare 40.000 famiglie (circa 240.000 persone). E le esigenze vanno ben oltre l’isolamento delle tende, ma riguardano anche i teli di plastica, i kit da cucina, vestiti caldi, i sistemi di drenaggio del campo, impermeabilizzazione e stufe per il riscaldamento.

600 MILA PERSONE IN TENDE - Secondo gli ultimi dati, oltre 600 mila persone adesso vivono in tende allestite in 8 campi predisposti da Unhcr, mentre 700 mila persone vivono ancora in edifici abbandonati o incompiuti, nelle scuole, nei centri religiosi e perfino nei parchi. “Bisogna fare presto – continua Carlotta Sami - le esigenze superano di gran lunga le risorse. Siamo profondamente preoccupati di non essere in grado di assistere in pieno coloro che avranno bisogno di aiuto durante l’inverno, una minaccia che rischia di peggiorare drasticamente le condizioni precarie in cui vivono centinaia di migliaia di sfollati. I più esposti e fragili sono le donne e i bambini, è necessario assicurare soccorso a tutti e rispondere ai bisogni più urgenti”. Ai quasi due milioni di iracheni costretti a lasciare le proprie case e villaggi si aggiungono 228 mila siriani in fuga, che attraversano la Turchia per mettersi in salvo nel Kurdistan Iracheno. Cifre che non si arrestano, ogni giorno 300-500 persone passano la frontiera e arrivano nel Nord dell’Iraq da Kobane. Dall’inizio del conflitto l’Unhcr ha fornito beni di emergenza e protezione a oltre 680.000 persone, attivando voli, navi cargo e convogli via terra. Sono stati costruiti in poche settimane ben 6 nuovi campi e garantiti 559 mila rifugi. Ma resta ancora molto lavoro da fare. L’obiettivo dell’Unhcr è la costruzione di 11 nuovi campi rifugiati e intensificare il programma di aiuti in vista dell’inverno per 40 mila famiglie di sfollati interni (circa 240 mila persone) e 4.700 famiglie siriane rifugiate nel Kurdistan Iraq. (Cle - 19 dic)

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