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LA MUSICA MI HA SALVATO, SOPRAVVISSE ALL'OLOCAUSTO GRAZIE AL PIANOFORTE

LA MUSICA MI HA SALVATO, SOPRAVVISSE ALL'OLOCAUSTO GRAZIE AL PIANOFORTE

La Musica mi ha salvato, la storia della donna che si è salvata dai campi di concentramento grazie alla sua musica arriva su TIMvision, la Tv on demand di Telecom Italia. Il film (titolo originale "The Lady in Number 6: Music saved my life"), ha vinto il premio Oscar 2014 come miglior cortometraggio documentario e sarà disponibile su TIMVision per tutto il mese di gennaio, anche in occasione della Giornata della Memoria.

La musica mi ha salvato è la storia di Alice Herz-Sommer, la pianista e la sopravvissuta all’Olocausto più anziana del mondo. Diretto dall’inglese Malcolm Clarke (già vincitore di un Oscar per “Tu non devi morire”) e  prodotto con un budget bassissimo, autofinanziato, malgrado la lunga durata della lavorazione (oltre tre anni),  il film parte dalla piccola casa al numero 6 a Londra. È qui che Alice vive. E da sola. Un po’ per colpa dell’uomo. Un po’ per colpa del destino. Suona Bach e Beethoven per molte ore al giorno. Tant’è che, sostiene, “sono ebrea, ma Beethoven è la mia religione”. E, di fronte alla telecamera, ripete spesso: “La musica mi ha salvato la vita e continua a farlo anche ora”. Nel 1943 la mamma e il marito di Alice vennero messi su un treno con viaggio di sola andata verso Auschwitz da dove non rientreranno mai più. Lei, insieme al figlio, divennero invece prigionieri del campo di Theresienstadt. All’interno del lager nazista Alice si esibì al pianoforte quasi 150 volte: “Attraverso la musica venivamo mantenuti in vita. I concerti, le persone sedute, la gente anziana desolata e malata che veniva a vederci: questa musica per loro era come il cibo, la musica era il nostro cibo”. Alice e il figlio riuscirono a sopravvivere e si trasferirono in Israele fino al 1986 e, successivamente, a Londra in un appartamento al “number 6” di un edificio dove si è spenta all’età di 110 anni, dieci giorni prima della serata degli Oscar quando il film venne premiato. “Il film non è un documentario sull’Olocausto ma un film sulla la vitalità di Alice, la sua forza morale, il suo senso dell’umorismo e il suo amore incondizionato per la musica”, hanno detto gli autori. (PO  / red)

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