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direttore Paolo Pagliaro

"AL 4° VOTO NOME SECCO PER IL QUIRINALE"

Scheda bianca ai primi tre scrutini. Quindi un nome, uno solo, “e non una terna” come si era pensato inizialmente”; nome (“uomo o donna, non è una questione dirimente”) su cui il Partito democratico dovrebbe convergere in maniera compatta, tenendo conto che “il presidente della Repubblica si elegge con tutti quelli che ci stanno e non contro qualcuno". Sono queste le indicazioni che Matteo Renzi ha dato ai deputati del Pd, e che ha ripetuto pochi minuti dopo a Palazzo Madama nel vertice con i senatori per l’elezione del Capo dello Stato. Dunque non una rosa di nomi “ma un nome secco”: lo darà Matteo Renzi, per la corsa al Quirinale che si apre giovedì: chi non ci sta, ha spiegato Renzi, “lo dovrà dire”. E nessuna preclusione sulle alleanze: l’elezione del Capo dello Stato “si fa con chi ci sta”. Memore della travagliata elezione che nel 2013 portò alla rielezione di Napolitano dopo che il Pd "bruciò" al proprio interno i nomi di Marini e Prodi, Renzi ricorda ai suoi parlamentari che la corsa per il Colle "non è un referendum sul governo o su di me e va tenuta separata dalle riforme o dalla legge elettorale,. Oggi abbiamo una occasione di riscatto, un passaggio fondamentale sulla credibilità del Pd: non scommetto sulla vostra fedeltà ma sulla vostra intelligenza. Il Pd è un luogo di discussione". una discussione talmente aperta da far sì che Pippo Civati proprio oggi lanci il proprio candidato personale, proprio quel Prodi che, secondo Fassina, due anni fa sarebbe stato impallinato da Renzi, perché sarebbe un candidato “che non nasce tra quattro mura, ma all’aperto, nell’aula parlamentare e nella società italiana, perché le sappia rappresentare entrambe, con autorevolezza e autonomia (che poi sono la stessa cosa). Un candidato che possa arrivare ai voti necessari, senza essere il candidato di questo o di quello”. Proposta accolta con prevista freddezza dal vicepresidente del Pd Lorenzo Guerini: “Civati ha fatto una proposta come possono essercene altre". E basta. Dopo i vertici interni di oggi, domani Renzi si prepara a qualche 'giro di tavolo' con gli altri partiti. E da Forza Italia, tramite Il Mattinale di Renato Brunetta, arriva un avviso forte e chiaro: “Noi chiediamo che il Quirinale abbia un garante che esprima una chiara opzione di stampo liberale e riformista, piuttosto che conservatore e statalista. Perché adesso di questo si tratta. Quale cioè debba essere il ‘no’ italiano all’austerità tedesca". (Sis – 26 gen)

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