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direttore Paolo Pagliaro

DAL SENATO VIA LIBERA
AL MILLEPROROGHE

Centocinquantasei voti per centosessanta interventi, inseriti in un provvedimento “necessario per non interrompere percorsi legislativi in corso e per porre rimedio ad emergenze come quella degli sbarchi dei migranti a Lampedusa”, come spiega il piddino Giorgio Santini. Il Milleproroghe 2015 passa in Senato con la seconda fiducia posta dal governo dopo quella chiesta alla Camera la scorsa settimana, e ora è legge. Tra le immancabili proteste delle opposizione tanto nel metodo (la fiducia numero 35 dell’era Renzi) quanto nel merito (l’ennesimo ricorso a un decreto ‘contenitore’ di tante istanze diverse, dalle pubbliche amministrazioni alla giustizia amministrativa dallo sviluppo economico alle competenze del Ministero degli interni passando per beni culturali, istruzione, sanità, infrastrutture e trasporti, ambiente, economia e finanze, interventi emergenziali, regime fiscale per energie da fonti rinnovabili, federazioni sportive nazionali, contratti di affidamento di servizi, il cui unico comune denominatore è l’effetto della proroga di disposizioni in essere). Particolare la dichiarazione di voto dell’ex cinque stelle Francesco Campanella, secondo cui "ormai Boschi vuol dire fiducia. Devo autoaccusarmi, ma ho provato a riprendere il ministro mentre chiedeva la fiducia: l'ho fatto perché sarà una delle cose che resterà impressa di questa legislatura, un po' per l'avvenenza del ministro, un po' per la reiterazione della prova. Ma noi continuiamo a essere contrari a questo annichilimento del Parlamento". Alle opposizioni però Santini risponde che "chi prima era nella maggioranza e ora critica la formula del milleproroghe, forse dimentica di avere avallato questa pratica in proporzioni che erano decisamente maggiori nel passato, mentre i parlamentari nuovi, al primo mandato, forse non hanno parlato con i colleghi della Camera che pragmaticamente hanno mostrato grande interesse per i temi inseriti. Nello specifico, il testo introduce una sanatoria per le delibere Tari in ritardo e fa slittare al 2016 il debutto dell'Imu secondaria, proroga di 4 mesi la sospensione dell'esecuzione dello sfratto per consentire il passaggio da casa a casa, proroga a tutti il 2015 il vecchio regime dei minimi prevedendo che i titolari di partita Iva che guadagnano fino a 30mila euro potranno tra il nuovo regime dei minimi (previsto dalla legge di stabilità 2015) con l'aliquota forfettaria al 15%, e il vecchio regime al 5% per un massimo di 5 anni o fino ai 35, stabilisce che fino al 2017 compresi il ricavato della lotta dei Comuni all’evasione fiscale sarà a disposizione degli stessi enti locali. Infine, tra gli altri provvedimenti, quello che prolunga a tutto il 2017 gli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori italiani che si sono trasferiti all'estero. (Sis – 26 feb)

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