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MUSICA, ALESSIO BONDI’: CANTO
LA MIA SICILIA CON UMILITA’

MUSICA, ALESSIO BONDI’: CANTO <br> LA MIA SICILIA CON UMILITA’

La copertina è stata realizzata da Manuela Di Pisa e non passa certo inosservata. Si ispira a un famoso autoritratto di Frida Kahlo, celebre pittrice messicana del novecento. Lo sguardo è intenso, i colori forti. Lui però è Alessio Bondì e la copertina è quella del suo primo disco: “Sfardo”. È infatti uscito nei giorni scorsi per Malintenti Dischi e 800a Records il primo album del cantautore classe 1998, siciliano di nascita ma romano d’adozione: “In realtà, in un primo momento, temevo che la copertina si presentasse troppo pretenziosa. Poi ho pensato che se si ascolta il disco non si potrà non notare e apprezzare la forte umiltà che lo contraddistingue”. L’autore ha radici folk che mescola con i ritmi contemporanei e il suono esotico della lingua natìa, il dialetto palermitano: “In questo disco non c’è l’Italia o l’italiano. C’è la Sicilia e il mio dialetto: quello che più mi appartiene” spiega il già vincitore del Premio De Andrè. “Ho provato a cantare in inglese poi ho capito che se dovevo scrivere delle canzoni potevo farlo solo in dialetto siciliano. Non ho mai ascoltato tanta musica italiana”. La scelta del palermitano è dunque un omaggio alla sua terra: “Sulla Sicilia i luoghi comuni resistono, ma molto ci sarebbe da dire e da ‘scardinare’”. Tra i temi più ricorrenti del suo lavoro ci sono l’infanzia, il racconto della terra lontana, la nostalgia. “Per realizzare ‘Sfardo’ - ammette Alessio - ci ho messo tutta una vita. La scrittura è un coacervo di momenti vissuti e con questo album (che concretamente è stato realizzato in poco meno di un anno) mi sono come spogliato. Ho cercato di far arrivare il mio ‘io’ più intimo anche a chi non mi conosce e non è mai venuto a vedere un mio live ma che da oggi può entrare nel mio mondo grazie a questo disco”. “Sfardo” vede la collaborazione di numerosi musicisti tra cui Ferdinando Piccoli (Waines), Salvo Compagno (Akkura, Mario Incudine) e Serena Ganci (Iotatola). È stato registrato a Palermo presso gli 800a Studios, prodotto da Fabio Rizzo (già al lavoro con Pan del Diavolo, Dimartino, Waines), missato da Fabio Rizzo e Francesco Vitaliti e masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio Recording. Nel disco c’è l’invettiva del giovane artista che lotta per trovare i propri spazi (“Iccati sangu”) ma anche per squarci di vita privata (come “Rimmillu ru voti”).

I RICONOSCIMENTI  Lontano dalle dinamiche dei talent show (“Il piccolo schermo non mi appartiene, a Roma non possiedo neppure la tv. Mi è stato proposto di partecipare a un talent ma avrei accettato solo se ci fosse stata una sezione dedicata ai cantautori”) e attento a parole e musica (i brani che compongono l’album, pur diversi tra loro, si caratterizzano per la cifra stilistica dell’autore oltre che per la naturalezza della sua interpretazione) Alessio Bondì presenta così “Sfardo”: “Le canzoni c’erano già. Sono brani che ho sempre portato con me. Non sono mai rimasti chiusi in un cassetto: sono stati sempre accanto me e nelle mia chitarra. Per l’album ho solo cercato di migliorare e ottimizzare qualche aspetto ma la musiche e i testi sono rimasti quelli (non gli arrangiamenti)”. Il cantautore siciliano dice di essere legato in modo profondo a tutti i brani ma ammette: “Tra i più intimi c’è Granni granni, Rimmillu ru voti, In funn’o mare: le canzoni che hanno più storia dentro e con cui sono cresciuto perché hanno partecipato a delle competizioni e hanno ricevuto dei premi prestigiosi”. Bondì, infatti, ha già ricevuto importanti riconoscimenti sul territorio nazionale con il Premio De Andrè e la Targa Siae al Premio Andrea Parodi.

IL TOUR La sua scrittura, autentica per il linguaggio scelto, fa di Bondì un musicista atipico con alle spalle una ricca esperienza di concerti. E ora il cantautore si prepara per un nuovo tour: il 9 maggio si esibirà a Roma poi farà tappa a Trapani, Messina , Ravenna, Bologna e Cesena “mentre fine maggio sarò a Barcellona”. “Suonare all’estero - racconta - è sempre una bella esperienza. Contrariamente a quello che si può pensare, per comunicare non ci si deve fermare alla lingua: la musica va oltre, è comunicativa di per sé. Secondo me, poi, salire su un palco e comunicare con la propria lingua è ancora più profondo”. Bondì si è già esibito in giro per l’Europa (Berlino, Parigi, Barcellona, Georgia) e milita in progetti paralleli “bilingue” con artisti d’oltreoceano (il duo “A Santa” con la cantautrice brasiliana Nega Lucas). (27 apr - Gil)

 

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