Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“La resurrezione della carne”
di Bianconi

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“LA RESURREZIONE DELLA CARNE” DI FRANCESCO BIANCONI

A tre anni di distanza dalla pubblicazione de “Il regno animale”, suo romanzo d’esordio, il frontman dei Baustelle Francesco Bianconi torna a vestire i panni dello scrittore con un nuovo romanzo, “La resurrezione della carne”, che sarà pubblicato il prossimo 9 giugno nella collana “Strade Blu” di Mondadori. Aspirante poeta, Ivan è diventato famoso per aver scritto “La resurrezione della carne”, una serie tv sugli zombi. La sua vita, nonostante “il successo”, è una calma piatta. Vive passivamente, si lamenta del mondo con cinismo e arguzia. Conosce Giovanna, se ne innamora, e presto hanno un figlio. Ma un evento tragico e imprevisto cambia fatalmente il corso delle cose. La felicità vera, completa, appena trovata, è spazzata via in un colpo solo e Ivan si ritrova molto simile ai non morti della sua serie televisiva: “Chi è stato morso dai resuscitati diventa come loro. Agisce in automatico per il raggiungimento di un unico osceno obiettivo”. La ricerca della verità sulla tragedia che gli ha sconvolto la vita lo guiderà come un’ossessione, portandolo negli ambienti più alla moda della città. Quello che scoprirà, con un catartico colpo di scena, gli aprirà una nuova consapevolezza su di sé e sul mondo. Sul Bene e sul Male. Il leader dei Baustelle, sempre più acclamato come voce poetica della musica italiana, torna in libreria con un romanzo d’amore e di dolore, ambientato in una Milano del futuro prossimo, una “Milano da mangiare” che somiglia in modo inquietante a quella di adesso. “La resurrezione della carne” è un libro potente, lirico, ammaliante, una storia attaccata al nostro presente come un manifesto, perduta nel tempo come una favola. (Roc)

 

 

ANDREA RICCARDI RACCONTA LA STRAGE DEI CRISTIANI

“La strage dei cristiani. Mardin, gli armeni e la fine di un mondo” (Laterza, 2015) di Andrea Riccardi sarà presentato giovedì 28 maggio presso la sede della Società Dante Alighieri a Roma (ore 18). Dopo le presentazioni in Italia e all’estero, il volume fa nuovamente tappa a Roma, presso la sede della Società di cui il prof. Riccardi è stato eletto presidente lo scorso 22 marzo. Il libro si concentra su Mardin, una delle tante città dell’impero ottomano dove, durante la prima guerra mondiale, si è consumata la strage degli armeni e dei cristiani. Una violenza che ha segnato in profondità quelle regioni e che non è cessata: sono passati cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua. Anche oggi, a pochi chilometri da Mardin, oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, si combatte con una crudeltà senza misura. Di nuovo, come allora, si assiste a deportazioni, massacri, sgozzamenti, rapimenti, vendita di donne e di bambini. Molti si chiedono: da dove viene tanta ferocia? Dal profondo di una religione, l’islam, o da una storia di convivenza difficile? Oggi, come ieri, si consuma una pagina della 'morte' dei cristiani d’Oriente. In “La strage dei cristiani. Mardin, gli armeni e la fine di un mondo” Andrea Riccardi, attraverso una ricca documentazione, ricostruisce per la prima volta quei fatti drammatici di cento anni fa: la razzia dei beni, le uccisioni indiscriminate, le deportazioni delle donne, le separazioni delle madri dai figli. È la storia, sinora taciuta o ignorata, della disgregazione di un tessuto umano e culturale antichissimo. Non solo gli armeni, ma anche i siriaci, i caldei, gli assiri, furono vittime due volte: la prima volta dei massacri, la seconda del silenzio imposto per decenni, sino a pochi anni fa, dalla Turchia sui fatti accaduti. (Roc)

 

SPADAFORA RACCONTA LA “TERZA ITALIA”

Sono quasi cinque milioni gli italiani che prestano la loro opera nel cosiddetto “terzo settore”: il mondo del “dare”, l’universo della gratuità e della solidarietà umana, religiosa o laica che sia. L’Italia cadrebbe a pezzi senza il lavoro di associazioni, onlus, operatori sociali, volontari, piegata com’è dalla crisi e dalla latitanza delle istituzioni. “La terza Italia. Manifesto di un Paese che non si tira indietro”, libro di Vincenzo Spadafora, Garante per l’infanzia e l’adolescenza (Mondadori), fotografa le “periferie del mondo” intrecciando storie di vita dura, malaffare, riscatto sociale e impegno civile a ricordi personali: si parte dalla “Terra dei fuochi” (la zona dove l'autore è nato, sita fra Napoli e Caserta, e ormai tristemente nota quanto Scampia) per arrivare a Roma, sfiorando i Palazzi e chiamandoli spesso in causa per le mancate scelte e gli scempi nazionali. Ma si passa anche dal Ruanda e dalla Striscia di Gaza, dalle carceri minorili e da Lampedusa, dalle scuole italiane e dai laboratori teatrali dove si cerca di sottrarre i giovani alla chimera dei soldi facili della camorra. Pagine scandite dalla vibrante ostinazione a costruire un mondo migliore e segnate dal dolore provato in gioventù per il difficile rapporto con il padre. Una lettura che commuove e rassicura: commuove quando entra nelle profondità dei ricordi famigliari e rassicura perché disegna un’Italia generosa, viva e pronta a ripartire. “Su Wikipedia dovrei scrivere: ‘Vincenzo Spadafora è uno che ci crede’, invece l'enciclopedia digitale non prevede tanta semplicità romantica di autodefinizione”, ammette l'autore. Un manifesto per un Paese che merita molto di più. E che ha energie, talenti e sogni. (Roc)

 

“ARTE E TERRORISMO” DI LUCA NANNIPIERI

Dal 28 maggio in libreria “Arte e Terrorismo. Sulla distruzione islamica del patrimonio storico artistico” del saggista Luca Nannipieri, pubblicato dalle edizioni Rubbettino (8 euro il cartaceo, 4.99 euro l’ebook). Il libro è un pamphlet su che cosa possiamo fare come civiltà e come organizzazioni internazionali per far fronte alla distruzione del patrimonio storico-artistico presente in almeno 20 paesi del mondo, tra Medio Oriente, Africa sahariana e mediterranea e Asia Meridionale, per mano di diversificati gruppi islamici. L’autore, ripercorrendo gli abbattimenti e i saccheggi che si sono succeduti e si stanno succedendo anche in questi giorni (da ultimi a Palmira in Siria o in Libia o Iraq), spiega che cosa motivi una furia iconoclasta così aggressiva verso le testimonianze storiche delle civiltà egizie, assire, babilonesi, sumere, greche, romane, induiste e cristiane. Ma di fronte a queste distruzioni, che cosa possiamo fare? L’impotenza e l'indignazione sono le sole forze che abbiamo? Nel pamphlet Nannipieri, riflettendo sulla storia dell’Occidente, da Gesù di Nazareth a San Benedetto, da San Francesco a Cesare Beccaria e Aldo Capitini, individua una strada da percorrere culturalmente e militarmente, in sede Onu, affinché la Sfinge e gli altri siti archeologici e monumentali non vengano distrutti come i grandi Buddha di Bamiyan in Afghanistan o saccheggiati o colpiti come l’Iraq Museum, il Museo d’arte islamica del Cairo o i siti mesopotamici di cui quotidianamente l’Isis rivendica il possesso o l’abbattimento. (Roc)

 

 

I “MARGINI D’ITALIA” DALL’UNITA’ AD OGGI

I “margini d’Italia” sono tutto ciò che si è scelto di relegare alla periferia fisica o simbolica della nazione: le popolazioni africane delle colonie, le zone meno sviluppate del meridione, i manicomi prima della loro chiusura, le baraccopoli delle grandi città e i campi nomadi di oggi. È indubbio che l’esclusione di alcuni soggetti e alcuni luoghi contribuisce a determinare l’identità culturale di una nazione. Nel nostro paese l’esclusione sociale non è sempre passata attraverso un progetto politico preciso, ma è sempre stata contrassegnata da un discorso pubblico che ha rappresentato luoghi e persone come marginali. Questo il tema di “Margini d’Italia. L’esclusione sociale dall’Unità a oggi”, libro di David Forgacs edito dalla casa editrice Laterza. Nel libro, le voci e le fotografie di coloro che hanno contribuito alla segregazione politica e sociale, o l’hanno combattuta, ci raccontano molto sul processo di formazione dell’Italia moderna. Il risultato è un ribaltamento di prospettiva nella considerazione della nostra identità, destinato a lasciare il segno nella storiografia italiana. David Forgacs insegna al Department of Italian Studies della New York University, dove tiene la Zerilli-Marimò Chair of Contemporary Italian Studies. Ha insegnato anche all’University College London e alle Università di Cambridge e del Sussex. (Roc)

 

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