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direttore Paolo Pagliaro

FUTURO DA PENDOLARI
OLTRE 30 MLN NEL 2030

FUTURO DA PENDOLARI <BR> OLTRE 30 MLN NEL 2030

I pendolari aumenteranno passando dai 28,8 milioni del 2011 ai 30,9 milioni del 2030: è quanto emerge dal Rapporto Censis - Aniasa (Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici) sulla mobilità degli italiani, nel quale viene delineato il quadro attuale e lo scenario al 2030. Questa crescita sarà sostenuta esclusivamente dalla mobilità per lavoro (da 19,2 a 21,5 milioni di lavoratori). I pendolari per studio subiranno invece una debole riduzione (da 9,7 a 9,4 milioni di studenti). L’aumento del pendolarismo non interesserà le regioni del Mezzogiorno: a fronte di un incremento medio nazionale del 7,2%, le regioni del Sud perderanno l’1,7% dei loro flussi quotidiani. Gli incrementi più consistenti riguarderanno le grandi regioni urbane del Centro e del Nord. Questi numeri si riverbereranno su una crescita del pendolarismo in auto che passerà dai 17,5 milioni del 2011 ai circa 18,8 milioni del 2030. Crescerà anche il trasporto pubblico, ma in modo assolutamente residuale (circa 300.000 utenti in più tra tutte le diverse modalità). “Durante la crisi – spiega la ricerca - si è assistito a una notevole perdita di linearità nella relazione tra l’andamento dell’economia e dell’occupazione e la domanda di mobilità del Paese. Con la recessione, ma soprattutto con i nuovi stili di consumo improntati alla sobrietà ed alla prudenza, la mobilità erratica ha subito un ridimensionamento significativo. In particolare, si è ridotta quella componente che, basandosi sull’utilizzo dell’auto privata, ha incorporato tutto il disagio legato ai costi di esercizio e di mantenimento di un bene che, come dimostrano i dati sulle immatricolazioni di nuovi veicoli nel segmento ‘privati’, ha perduto una parte consistente del suo appeal”. E’ tuttavia verosimile – secondo lo studio - che con l’uscita dalla recessione la domanda di mobilità possa riprendere il suo percorso e riaccostarsi ai trend dell’occupazione e della capacità di produrre valore del Paese. In uno scenario molto prudenziale, dove si immagina che al 2030 il Pil italiano tornerà ai valori del 2007, la popolazione mobile si attesterà intorno ai 41,3 milioni con una crescita, rispetto al 2015, del 5,7%. Uno scenario di crescita più robusta, in grado di replicare i valori medi di crescita economica registrati tra il 2001 e il 2007, determinerà una popolazione mobile di circa 42,4 milioni di persone (+8,5% rispetto al 2015). (Red – 27 mag)

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