di Paolo Pagliaro
Sei mesi fa in Emilia Romagna andò a votare il 37,7%. degli aventi diritto. Un risultato sconvolgente per una regione caratterizzata tradizionalmente da un’ alta partecipazione al voto .
Tra le tante spiegazioni del rifiuto di partecipare al gioco elettorale - il disorientamento, la pochezza dell’offerta, la crisi economica con la politica percepita come inefficace o complice - l’Istituto Cattaneo mise al primo posto gli scandali che avevano coinvolto il sistema politico locale. Se questo fattore – cioè la questione morale - dovesse condizionare anche le regionali di domenica prossima, dovremmo attenderci di nuovo, in alcune regioni, un’ astensione record.
Il caso più eclatante è quello del Veneto. Nei giorni scorsi Laterza ha pubblicato “Veneto anno zero”, un libro-inchiesta in cui Renzo Mazzaro racconta il sistema di corruzione diffusa smascherato due anni fa dall’inchiesta sul Mose. E’ il racconto dei misfatti e del crollo di un’intera classe dirigente. Finiscono in prigione, presi con le mani nel sacco, amministratori pubblici, politici, parlamentari, ex ministri, imprenditori e tecnici, ma anche avvocati, magistrati, giudici e generali. Quasi tutti patteggiano la pena.
Il loro è un impero costruito su un’illegalità che dà le vertigini. Dal marzo 2008 - scrive Mazzaro – i giudici hanno accertato in Veneto malversazioni per oltre un miliardo di euro. Tanto è servito per tenere in piedi la grande giostra delle tangenti ai dirigenti di Stato, ai politici locali e nazionali, ai tecnici e ai militari, per addomesticare ogni tipo di controllo o collaudo, per pagare consulenze inutili, per praticare rialzi assurdi di prezzo in modo da creare il nero con le triangolazioni.
Questi sono i danni diretti del Mose. Poi ci sono i danni patiti dalle imprese ingiustamente escluse, i danni ambientali per il voluto ritardo delle opere, i danni morali subiti dagli onesti, da chi lavora sodo e paga le tasse. E che domenica forse vota, forse no. (29 mag)
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