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“Dopo l’alluvione”, l’impegno delle
associazioni per salvare Venezia

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“Dopo l’alluvione”, l’impegno  delle <br> associazioni per salvare Venezia

(26 ottobre 2016) La vulnerabilità dei tesori artistici dell’Italia divenne spaventosamente evidente durante la devastante inondazione del mese di novembre del 1966. I danni provocati a Firenze e Venezia catalizzarono sostenitori da tutto il mondo per proteggere e preservare i tesori architettonici e artistici in pericolo. Quella che è cominciata come una risposta immediata e spontanea alle inondazioni del 1966 si è evoluta in un continuo sforzo da parte di organizzazioni private di molti Paesi per la conservazione del patrimonio artistico italiano. La conferenza in programma giovedì 3 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York (18-20) illustra la drammatica alluvione del 1966 e le sue conseguenze, e sottolinea anche la grande importanza del patrimonio artistico di questa città e la sua influenza in tutto il mondo. Saranno presentati i recenti progetti di restauro completati per commemorare l’alluvione. Cinquanta anni dopo i catastrofici eventi, le organizzazioni americane Friends of Florence e Save Venice Inc. orgogliosamente hanno unito le loro forze per la conservazione di disegni del pittore veneziano Giambattista Tiepolo nella collezione Horne a Firenze e per il restauro di una opera toscana nella città lagunare, la “Maestà” del Maestro di Badia a Isola alla Galleria di Palazzo Cini di Venezia. La conferenza, organizzata dall’Iic in collaborazione con Save Venice, vedrà la partecipazione di Melissa Conn (Director Venice Office, Save Venice Inc) e Xavier F. Salomon (Peter Jay Sharp Chief Curator of The Frick Collection). (Red)


SCHEDA / IIC NEW YORK

Le origini dell'Istituto Italiano di New York risalgono al 1956 quando venne aperta presso il locale Consolato d'Italia un ufficio informazioni sull'Italia. Nel 1958, con l'acquisto dell'edificio al 686 di Park Avenue (adiacente a quello del Consolato) da parte del governo italiano, l'Ufficio si trasferì nei nuovi, prestigiosi locali, e nel 1961 venne ufficialmente inaugurato l'Istituto Italiano di Cultura. In origine, l'Istituto operò in stretta collaborazione con la Casa Italiana della Columbia University, la più longeva delle istituzioni che rappresentano la cultura italiana a New York, ereditandone anche parte dei volumi ospitati in precedenza dalla Charles Paternò Library. Lo stesso Giuseppe Prezzolini (docente di Italiano alla Columbia University sin dal 1923 e direttore, fino al 1933, della Casa Italiana) contribuì in modo significativo agli inizi dell'Istituto Italiano di Cultura fino al 1962, quando lasciò gli Stati Uniti. Per quasi 12 anni, dal 1964 al 1976, le iniziative dell'Istituto, sotto la direzione del Prof. Giuseppe Cardillo, continuarono sostanzialmente quelle connesse all'Agenzia di informazioni: bibliografie, catalogazione di articoli, forti legami con la comunità italo-americana di New York, pubblicazione periodica di notiziari. Un diverso approccio venne adottato successivamente, con una maggiore attenzione dedicata all'organizzazione di eventi culturali, alla creazione di servizi culturali per la promozione della lingua e della cultura italiana, e allo sviluppo di rapporti di collaborazione stabili con le principali istituzioni culturali della città. La riforma degli Istituti di Cultura (1990) ha stabilito che la sede di New York, assieme a quelle di altri importanti Istituti, venga affidata a direttori di “chiara fama”. Dal 1991 si sono succeduti: Furio Colombo, giornalista, scrittore, docente e membro del Parlamento; Gioacchino Lanza Tomasi, insigne musicologo, docente all'Università di Palermo e già Direttore del Teatro Comunale di Bologna; Paolo Riani, architetto e senatore della Repubblica; Claudio Angelini, affermato scrittore e giornalista.

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