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Leadership mutevoli
a Berlino e a Roma

Leadership mutevoli <br> a Berlino e a Roma

di Paolo Pagliaro

(3 febbraio 2017) In politica tutto può succedere, anche che il socialdemocratico Martin Schulz diventi cancelliere tedesco al posto di Angela Merkel. Questo dice un sondaggio della rete televisiva Ard, secondo cui addirittura il 50% dei tedeschi desidera che il prossimo governo sia a guida Spd, contro il 39% a favore della Cdu/Csu targata Merkel.

L’ipotesi – fino a ieri considerata fantascientifica come l’elezione di Trump alla Casa Bianca - da oggi viene presa sul serio.

Leadership mutevoli sono in questo momento una caratteristica di tutte le democrazie, anche di quelle meglio governate come la Germania.

In Italia la bocciatura di una riforma che avrebbe dovuto segnare il traguardo di una stagione politica ne ha decretato la fine. E così si è riaperta anche la partita della leadership che, in attesa di novità dagli altri fronti, continua a giocarsi all’interno del principale partito di sistema, cioè il Pd. Dove il primato di Renzi è ancora saldo ma non è più incondizionato.

Nell’intervista di oggi a Massimo Franco sul Corriere, un Renzi insolitamente remissivo mette nel conto che potrebbe non essere lui il prossimo presidente del Consiglio in un governo di coalizione. E arriva a dire: “So che non posso più dettare la linea da solo”.

Per contribuire a definire una linea che si vorrebbe più collegiale e soprattutto più di sinistra sono al lavoro in molti. E’ un pezzo di partito che non vuole andarsene e rivendica pieno diritto di cittadinanza. Domani, su invito di Cuperlo, ci sarà un'assemblea nazionale di quest’area, presenti sindaci come il bolognese Merola o quello dell’Aquila Cialente, oltre a diversi parlamentari. Si terrà, ed è significativo, al Nazareno. Sono le prime mosse di un congresso che potrebbe esprimere leadership diverse da quelle già sperimentate.

(© 9Colonne - citare la fonte)