Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

PD, L'APPELLO DI RENZI:
EVITIAMO SCISSIONI

“Il Pd è fatto da milioni di elettori, migliaia di iscritti. Il Pd appartiene al popolo, non ai segretari. Faccio un appello ai dirigenti: bloccate le macchine della divisione. Non andatevene, venite. Partecipate. Le porte sono aperte, nessuno caccia nessuno. Ma un partito democratico non può andare avanti a colpi di ricatti. Apriamo le sedi dei circoli e discutiamo”. Così Matteo Renzi in un’intervista al Corriere della sera. Perché non fare primarie in autunno e votare tra un anno? “Perché l'ha chiesto la minoranza, su tutti i giornali, per un mese. Ci sono ancora le petizioni che girano su Internet. E l'ha votato la direzione 107-12: una comunità deve rispettare le regole interne. Abbiamo proposto il congresso a dicembre, e ci è stato chiesto di rinviare. Allora abbiamo proposto la conferenza programmatica, e ci è stato detto che sarebbe stata inutile senza le primarie. Ci siamo attrezzati per le primarie, e hanno detto: o congresso o scissione. Allora abbiamo accettato di fare subito il congresso, tornando alla casella iniziale. E adesso ci dicono che è meglio la conferenza programmatica? Stiamo facendo il congresso perché ce l'hanno chiesto loro. Due settimane fa erano in tv per promuovere la raccolta di firme per chiedere il congresso e adesso chiedono di rinviare il congresso? Basta polemiche, vi prego. Non c'è luogo più democratico del congresso per parlare del futuro dell'Italia”. “Io voglio evitare qualsiasi scissione. Se la minoranza mi dice: o congresso o scissione, io dico congresso. Ma se dopo che ho detto congresso loro dicono ‘comunque scissione’, il dubbio è che si voglia comunque rompere. Che tutto sia un pretesto”. “Non so se e quando tornerò a Palazzo Chigi – afferma ancora Renzi –. Lasciarlo mi è costato molto, ma era giusto e doveroso. Ho perso il referendum e mi sono dimesso da tutti gli incarichi, caso più unico che raro per un politico. Ma non posso dimettermi da italiano. E non voglio. Ci si dimette da una poltrona, non ci si dimette dalla speranza che tutti insieme vogliamo portare avanti”. Quando si va a votare? “E chi lo sa? La data del voto interessa solo gli addetti ai lavori. La gente vorrebbe sapere cosa pensiamo di tasse, burocrazia, lavoro, infrastrutture, innovazione. Non è interessata al quando, ma ai contenuti. Non sarò io a decidere la data, non sono più il presidente del Consiglio”. Questo significa che si può arrivare alla fine della legislatura? “In teoria, certo. In pratica deciderà il presidente della Repubblica, sulla base della situazione politica”. (17 Feb - Red)

(© 9Colonne - citare la fonte)