Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

I giovani la pensano
come Poletti

I giovani la pensano <BR> come Poletti

di Paolo Pagliaro

(29 marzo 2017) Quando il ministro Poletti dice che per trovare un lavoro è meglio giocare a calcetto che mandare curricula in giro, intende dire che le relazioni contano più del merito. Da un ministro del lavoro ci si aspetterebbero sollecitazioni diverse, ma in effetti quel che Poletti sostiene è esattamente ciò che pensa la maggioranza dei giovani italiani. Da un’indagine demoscopica tra gli under 35 condotta ieri e oggi dall’Istituto Demopolis risulta infatti che il 67% è convinto che per entrare nel mondo del lavoro conti soprattutto la rete di relazioni e di conoscenze personali. Il 51% cita l’importanza dell’appartenenza familiare. Ben più della preparazione e delle competenze professionali indicate dal 49% e della motivazione, ritenuta importante da 4 intervistati su 10.
L’ascensore sociale sembra decisamente fuori uso: appena il 9% immagina che i giovani occuperanno, in prospettiva, una posizione sociale ed economica migliore rispetto a quella dei loro padri. Per il 61% il futuro occupazionale sarà peggiore, per 3 su 10 sostanzialmente analogo.
Solo il 40%, tra i giovani intervistati dall’Istituto diretto da Pietro Vento, si immagina tra 10 anni con un lavoro stabile e retribuito. Il 37% si vede “con un lavoro non stabile”; il 23% pensa che sarà ancora alla ricerca di un lavoro.  Va detto infine che il lavoro è all’ultimo posto tra le principali ragioni di soddisfazione per chi ha meno di 35 anni.  Lo cita solo un quarto degli intervistati. Sulla quotidianità incidono positivamente ben altre cose:   la qualità del tempo libero, il rapporto con gli amici e gli affetti.

(© 9Colonne - citare la fonte)