Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Totò, tutte
le avventure
di una marionetta

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Totò, tutte <br> le avventure <br> di una marionetta

TOTO’, AVVENTURE DI UNA MARIONETTA

Il 15 aprile 1967 moriva Totò; dopo di lui nessun altro ci ha fatto ridere tanto. Maschera, marionetta, attore, Totò sta dentro una genealogia millenaria, popolaresca e dissacrante, che dal dio Pan scende fino a Bertoldo e a Pinocchio. Niente merita riguardo, ai suoi occhi, né l’autorità né il significato. È esplosione di desiderio, rivincita del basso sull’alto, trionfo della fame, del corpo, dell’amore su qualsiasi pretesa di coerenza e di ordine. Gerarchie, onori, verità, senso comune: Totò li riduce ad assurdità, travolgendoli in un fiume di parole impazzite e di battute fulminanti. “Totò. Avventure di una marionetta” è il nuovo libro di Roberto Escobar edito da Il Mulino. L’autore insegna Filosofia politica nell’Università di Milano e scrive di cinema sul Sole 24 Ore. Con il Mulino ha tra l’altro pubblicato “La libertà negli occhi” (2006), “La paura del laico” (2010), “Eroi della politica. Storie di re, capi e fondatori” (2012), “La fedeltà di Don Giovanni” (2014) e “Metamorfosi della paura” (2013).

 

 

“IL PASSATO” DI TESSA HADLEY

Una scrittrice sofisticata, amatissima dalla comunità degli scrittori, paragonata a Elizabeth Bowen e Alice Munro. Quattro fratelli di ritorno nella casa dei nonni per tre settimane estive. Una storia sommessa e stratificata, pulsante di autenticità. “Il passato” di Tessa Hadley (Bompiani, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) narra le vicende di Heather l’attivista solitaria; Alice e il suo sogno fallito di recitazione; Roland, docente universitario succube delle donne come lo era da bambino; Fern, o dello spirito pratico. Quattro fratelli che dopo tanto tempo scelgono di condividere una vacanza estiva con le famiglie. Forse l’ultima nella casa dei nonni, che ha molte storie da raccontare. Fra liti e cene, giochi e capricci di bambini, flirt di adolescenti inquieti e recriminazioni, pezzi di famiglie allargate ammessi nel cerchio dell’intimità si scivola indietro nel passato, alla storia dei nonni, lui pastore inflessibile, lei solo in apparenza remissiva, e della madre che lascia il marito incagliato nel Sessantotto parigino per rifugiarsi in campagna e cercare di rimettersi in sesto. Poi si torna al presente: fasci di lettere dei nonni, un cottage nascosto nel bosco che i bambini trasformano nel loro regno, rancori e complicità, pioggia e sole. E alla fine il passato che si disfa insieme al vecchio cottage, e la vita che continua nonostante la nostalgia e il rimpianto.

 

 

CESARE DE MICHELIS  E LE “SCRITTURE DELLA BONACCIA”

Trentacinque scrittori del terzo millennio – da Silvia Avallone a Paolo Giordano, da Melania Mazzucco a Tiziano Scarpa, da Mauro Covacic a Chiara Gamberale, da Rosa Matteucci ad Antonio Monda, da Giulio Mozzi a Simona Vinci – per sondare in un campione ampio, anche se non esaustivo, in che direzione si sta muovendo la nuova narrativa italiana che continua a inseguire il moderno contando sul proprio talento. Un panorama vario e suggestivo nel quale predomina la sensazione di immobilità, come accade quando non spira un filo di vento nella bonaccia e sembra impossibile riprendere il viaggio o l’avventura, cosicché chi non li vuole può sperare che di cambiamenti non se ne parli nemmeno.  Eppure, anche nella bonaccia, immagine evocata sin dal titolo di questo saggio di Cesare De Michelis (“Scritture della bonaccia”, sottotitolo “Avvisaglie del futuro”, casa editrice La Scuola) i romanzi continuano a esplorare il mondo e la vita, cercando di darne conto ai lettori, di interpretarli come un palinsesto che cela sotto le immediate apparenze il segreto della sapienza e della felicità. “Ora che il Novecento è finito e il secolo nuovo è ormai adolescente, bisognerà pur domandarsi che cosa intanto è successo e dove mai stiamo andando, certo senza pretese di avere la risposta in tasca, ma anche con la convinzione che i racconti – i romanzi – offrono significativi vaticini e, ancor di più, che messi insieme disegnano un futuro intravisto e atteso”, scrive De Michelis. E conclude: “Di queste visioni, di questi sogni veritieri e sfuggenti che si affacciano all’alba, ho raccolto memorie lungo gli anni trascorsi del terzo millennio, senza aver in testa un disegno e tanto meno un panorama, ma certo che ognuno di essi in parte lo contiene o lo suggerisce e tocca a noi, quindi, con pazienza ricomporli come in un puzzle. Questi tempi difficili non alimentano entusiasmi né accendono grandi speranze, anzi si consumano in un’attesa snervante, in una noia impaziente, come se la bonaccia impedisse di riprendere il largo, ma ciò nonostante i messaggi che i marinai chiudono in una bottiglia prima di affidarli alle onde sono talvolta ricchi di sorprese cui val la pena di prestare attenzione”. L’autore Cesare De Michelis è professore emerito di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova e direttore delle riviste “Studi novecenteschi” e “Studi goldoniani”. Tra le sue ultime pubblicazioni: “Io nacqui veneziano… e morrò per grazia di Dio italiano. Ritratto di Ippolito Nievo” (Aragno, 2012); “Editori vicini e lontani” (Italo Svevo, 2016). Presiede l’edizione nazionale delle Opere di Carlo Goldoni e la casa editrice Marsilio.

 

 

“IL MARXISMO OCCIDENTALE” SECONDO LOSURDO

Nato nel cuore dell'Occidente, con la Rivoluzione d'Ottobre il marxismo si è diffuso in ogni angolo del mondo, sviluppandosi in modi diversi e contrastanti. Contrariamente a quello orientale, il marxismo occidentale ha mancato l’incontro con la rivoluzione anticolonialista mondiale – la svolta decisiva del Novecento – e ha finito col subire un tracollo. Ci sono oggi le condizioni per una rinascita del marxismo in Occidente? E’ la domanda che si pone Domenico Losurdo nel saggio “Il marxismo occidentale. Come nacque, come morì, come può rinascere”, edito da Laterza. Losurdo è professore emerito presso l’Università degli Studi di Urbino. Tra le sue numerose pubblicazioni, ampiamente tradotte all’estero: Il revisionismo storico. Problemi e miti; Il peccato originale del Novecento; Controstoria del liberalismo; Il linguaggio dell’impero. Lessico dell’ideologia americana; La non-violenza. Una storia fuori dal mito; La lotta di classe. Una storia politica e filosofica.

 

 

“BORGO VECCHIO” DI GIOSUE’ CALACIURA

 

Nel piccolo quartiere raccontato da Giosuè Calaciura in “Borgo Vecchio” (Sellerio) sembra concentrarsi l’energia esplosiva di un’intera città. È solo una manciata di viuzze nel cuore di Palermo ma ne contiene tutto il carattere, l’oscurità, la violenza e la bellezza. Qui si rispecchia, si deforma ogni vizio e virtù, cuore e budella, come fosse un condensato di vita, una versione raggrumata e forte di sapori palesi e occulti, pubblici e privati. Qui vivono Mimmo e Cristofaro, amici fraterni, compagni di scuola e complici di fughe; Carmela la prostituta e Celeste, sua figlia, che porta in nome il colore del perdono; Totò il rapinatore che tiene la pistola nella calza perché – così si dice – è più difficile da usare. Qui si allevano cavalli per le corse e si truccano le bilance delle salumerie, mentre l’ululato del traghetto che parte verso il Continente si confonde con i lamenti causati dai pugni di un padre ubriaco. Da un lato c’è il mare, col suo vento che scombina gli odori in vortici ballerini, portando fragranza di carne nelle case di chi carne non mangia mai. Dall’altro c’è la piana distesa della metropoli, coi suoi negozi, le signore benestanti, la legge e le guardie. Nei vicoli il profumo del pane sfornato due volte al giorno suscita un tale stupore che ciascuno si segna con la croce. E può capitare che le forze dell’ordine cingano in assalto il quartiere fino a presidiarne gli ingressi, come in un assedio medievale. Sembra tutto fantastico e inventato, e invece nell’immaginazione di questa storia, nella lingua che la racconta, nel suo ritmo frenetico, domina la verità. Quella difficile, contraddittoria, di una città che non può soffocare le sue viscere, il suo cuore, perché lì si è posata la sua anima, lì si intravedono i miracoli e la meraviglia di ogni giorno, la fierezza e l’efferatezza dell’antico, del presente, e la speranza del futuro. Giosuè Calaciura è nato a Palermo nel 1960. Giornalista, collabora con Rai Radio3, scrive per quotidiani e riviste. I suoi racconti sono apparsi in diverse raccolte, tra queste Disertori (Einaudi, 2001), curata da Giovanna De Angelis, e Luna nuova. Nuovi scrittori dal Sud (Argo, 1997), a cura di Goffredo Fofi. Tradotto all’estero, ha pubblicato i romanzi: Malacarne (1998), Sgobbo, Premio Selezione Campiello (2002), La figlia perduta. La favola dello slum (2005), Urbi et Orbi (2006).

A MILANO SI PARLA DI “FERROVIE RITROVATE” CON IL PROF. ENRICO MENDUNI

Per gli appuntamenti de “Il Mulino” a Tempo di Libri Milano, mercoledì 19 aprile alle  18.30 nella Sala Gothic, Enrico Menduni, saggista e docente di Cinema e Televisione all'Università Roma Tre dialogherà sulle “Ferrovie ritrovate” con il critico cinematografico, docente di Storia del cinema e Filmologia allo IULM di Milano, Gianni Canova e il giornalista e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone. Enrico Menduni è autore per il Mulino, nella collana “Ritrovare l’Italia”, di “Andare per treni e stazioni”, un libro che rilancia le suggestioni delle ferrovie nell’immaginario collettivo. I treni e le stazioni sono suggestive cornici per innumerevoli film e romanzi: fughe, viaggi della speranza, saluti tra amanti, teatro di strazianti arrivederci con i soldati in partenza per la guerra, con i migranti di casa nostra, con i lavoratori costretti ad andare. Oggi con un grande sforzo tecnologico la ferrovia si prende la rivincita sull'automobile, accorciando l'Italia. Neppure i viaggiatori disincantati sfuggono al suo fascino, quando tra Torino e Napoli, lungo la spina dorsale d'Italia, si sale su uno dei nuovissimi treni ad alta velocità.

(© 9Colonne - citare la fonte)