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L’improbabile
Macron italiano

L’improbabile <br> Macron italiano

di Paolo Pagliaro

(28 aprile 2017) Salvo Mario Monti e pochi altri esperti di politica europea, pochi giornalisti, pochi pendolari con Parigi e pochi banchieri d’affari, nessuno in Italia fino a ieri sapeva chi fosse Emmanuele Macron, prossimo probabile presidente della Repubblica francese. Per la verità, fino a tre anni fa, quando Hollande lo promosse da consigliere economico a ministro, anche per i suoi connazionali Macron era un perfetto sconosciuto.

In attesa di capire dove possono portare il suo pragmatismo e le sue grandi capacità oratorie, sembra dunque prematura la corsa a domandarsi chi da noi gli assomigli di più.

Eppure la tentazione sembra irresistibile. Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera, si chiede da dove venga l’impulso a chiedersi, di volta in volta, chi sarà mai il futuro Mitterrand italiano, il futuro Blair, la futura Merkel, il futuro Sarkozy, e oggi, naturalmente, il futuro Macron. Panebianco parla di esterofilia lamentosa e pensa che aggrapparsi ai modelli stranieri sia un modo per perpetuare l’immobilismo, per assolverci dalle nostre pigrizie e anche da certe nostre viltà.

Sta di fatto che poiché tra le caratteristiche principali di Macron ci sono una solida preparazione economica, una chiara e ferma adesione alla Unione Europea e il rifiuto di ogni appartenenza partitica, il campo dei suoi possibili alter ego italiani si restringe molto.

Probabilmente anche questa volta dovremo rassegnarci a fare da soli.

(© 9Colonne - citare la fonte)