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Macron o Le Pen
per loro pari sono

Macron o Le Pen <br> per loro pari sono

di Paolo Pagliaro

(5 maggio 2017) “Macron o Le Pen per me pari sono”, canta in coro buona parte della sinistra europea, a cominciare da quella francese che aveva affidato le proprie speranze a Mélenchon, escluso dal ballottaggio.

La scelta di non scegliere tra un candidato liberaldemocratico europeista e la paladina della vecchia e nuova destra nazionalista, lascia esterrefatto Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle finanze greco. “Mi rifiuto di far parte di una generazione di progressisti europei che avrebbe potuto impedire a Marine Le Pen di insediarsi all’Eliseo e non l'ha fatto", ha detto Varoufakis in un’intervista a Le Monde, ricordando tra l’altro che Macron è stato il solo ministro in Europa a fare tutto il possibile per aiutare la Grecia nella crisi del debito.

Se – come pare – si può essere di sinistra e non votare contro Marine Le Pen pur di non votare per Macron, questo significa, ha osservato Ezio Mauro, che l’odio nei confronti del riformismo ha evidentemente bisogno di minimizzare i rischi del post-fascismo. Se Macron è uguale a Le Pen, allora Marine è una nemica ma come tanti, anzi non è nemmeno la peggiore, entra nella normalità del gioco politico francese, culturalmente accettata, moralmente scusata, storicamente amnistiata.

Della questione si discute molto anche in Germania, dove leader della sinistra come Gregor Gysi e Katja Kipping hanno invitato i loro compagni francesi a non rifugiarsi nell’astensionismo. E in Italia, dove economisti molto apprezzati a sinistra come Emiliano Brancaccio e politici come l’ex ministro Paolo Ferrero ritengono che Le Pen e Macron siano le due facce della stessa medaglia. Ma dove fa discutere soprattutto l’indifferenza esibita dai vertici del Movimento 5 Stelle, che in nome della non ingerenza evitano di pronunciarsi su un voto che comunque vada risulterà decisivo per il futuro dell’Europa.

(© 9Colonne - citare la fonte)