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IUS SOLI, IL DIBATTITO ACCENDE ANCHE IL WEB

IUS SOLI, IL DIBATTITO ACCENDE ANCHE IL WEB

Pubblicata questa mattina la ricerca Twig sulle opinioni degli utenti dei social media sullo ius soli. Utilizzando tecniche di sentiment analysis – uno strumento di web listening che permette di identificare la polarità di un flusso di informazioni – la ricerca ha analizzato oltre 250.000 tweet e post Facebook sul tema inviati dagli utenti tra il 14 e il 30 giugno 2017. Dai risultati si evince che il 66% dei contenuti pubblicati dopo la riapertura della discussione in Senato è contrario allo ius soli, a fronte di un 22% di conversazioni a favore e di un 12% neutrale. Fra chi si espone a favore dello ius soli, l’idea prevalente è che l’estensione del diritto di cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia costituisca un principio di civiltà, non tutelato dall’attuale legge. A queste motivazioni “di principio” se ne aggiungono altre di natura più pragmatica: la nostra economia ha bisogno di immigrati; non ci può essere sicurezza senza integrazione. Nelle retoriche dei favorevoli sono infine presenti riferimenti, in chiave critica, a chi si oppone al provvedimento, tacciato di essere razzista.

Tra gli argomenti dei contrari prevale l’idea che la cittadinanza non sia un diritto, ma vada guadagnata. Altre motivazioni riguardano la convinzione che la misura rischierebbe di provocare attentati terroristici di matrice islamica, la necessità di difendere la nostra identità culturale e storica e l’importanza di aiutare prima i tanti italiani in difficoltà economica. Molti utenti contrarti ritengono inoltre che il PD abbia spinto per la riapertura della discussione sul provvedimento al fine di allargare il proprio elettorato potenziale in vista delle prossime elezioni. Al di là delle posizioni degli utenti, appare interessante come la legge sullo ius soli non sia il vero oggetto della discussione: nelle conversazioni i riferimenti allo specifico provvedimento in discussione in Aula sono pressoché assenti. Stupisce inoltre che non emergano, se non in maniera marginale, il carattere “stemperato” e le peculiarità della proposta del governo, segno forse di una comunicazione non efficace da parte dell’esecutivo. Tutte le conversazioni ruotano infatti intorno alle attitudini nei confronti degli immigrati e riflettono le tensioni sociali che questo fenomeno sta provocando. (17 lug -Red)

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